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4 ottobre: San Francesco torna festa nazionale. Il Veneto riscopre il suo Santo

4 ottobre: San Francesco torna festa nazionale. Il Veneto riscopre il suo Santo
San Francesco del Deserto. Tramonto

Con il ripristino della festa nazionale del 4 ottobre, il patrono d’Italia torna a essere celebrato ufficialmente. Un’occasione speciale per il Veneto, dove le tracce francescane affiorano tra Venezia, Padova e Treviso, tra storia, spiritualità e bellezza

Il 23 settembre 2025 la Camera ha dato il via libera al provvedimento che reintroduce il 4 ottobre (giorno di commemorazione della sua morte) come festa nazionale dedicata a san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia
L’obiettivo? Celebrare non solo il santo, ma i valori che porta con sé: pace, fraternità, cura del creato, solidarietà.
Ora la palla passa al Senato, ma se la legge verrà confermata, dal 2026 (o al più tardi 2027, secondo le fonti) la ricorrenza sarà effettivamente festiva su tutto il territorio nazionale, dov’è stata tale fino al 1977.
Per il Veneto, che ha molte ragioni per guardare al poverello d’Assisi con affetto radicato, è un’occasione per valorizzare luoghi, storie e comunità francescane locali.

Francesco in Veneto: segni e presenze

Secondo studi sull’influenza francescana nella regione, le tracce del Santo si inseriscono in una rete di insediamenti, devozioni e conventi che nel corso dei secoli hanno costituito il volto “francescano” del Veneto.
Fin dal Medioevo frati minori francescani furono presenti ad Asolo, Vicenza, Este, Monselice, Rovigo e, naturalmente, nelle più grandi città di Venezia e Padova.
Il Santo non ha sempre camminato personalmente su queste strade, ma la sua spiritualità e il suo carisma hanno lasciato un’impronta profonda.
E’ però effettivamente stato nell’isola veneziana che porta il suo nome: San Francesco del Deserto.

San Francesco
San Francesco del Deserto

L’isola dove il tempo si ferma

A otto chilometri da Venezia, tra le barene a sud-ovest di Burano, nel 1220 Francesco trovò ristoro durante il suo viaggio dalla Palestina alla laguna.
Quei tre ettari e mezzo di terra circondati da vegetazione di cipressi e silenzio diventarono poi uno dei primissimi insediamenti francescani nella Serenissima.
Oggi l’isola è un’oasi di pace e spiritualità, abitata da sette frati che vivono secondo la regola del Santo, alternando preghiera e lavoro. Ogni anno la visitano migliaia di persone, partecipando a esperienze di preghiera e condivisione della vita conventuale. Le visite guidate, a offerta libera, aprono sulle sue secolari vicende, tra leggende e storia.
Si racconta che, durante la sua sosta, Francesco fosse circondato da centinaia di rondini che, alla sua richiesta, smisero di cinguettare. Un’altra leggenda narra di un pino germogliato da un bastone che il Santo posò a terra. In ricordo di quel miracolo, sono conservate tre sezioni di un pino centenario, datate alla fine del 1400.

Padova: tra “il Santo” patrono e la Cittadella francescana

Padova è indissolubilmente legata a sant’Antonio, certo, ma anche alla presenza francescana legata a Francesco come ispiratore e padre spirituale dell’Ordine.
Per questo, nel 1414, vi fu fondato il Complesso di San Francesco Grande, che comprendeva la chiesa, il convento e l’ospedale omonimo.
Il convento, ampliato nel XVI secolo, divenne un centro di formazione e spiritualità per i frati minori.
Nel 1543, l’ospedale di San Francesco Grande diventò uno dei principali nosocomi della città fino al 1798. Qui, nel 1543, fu istituita una clinica medica per gli studenti di medicina, la prima nel suo genere.
Oggi, l’ex ospedale ospita il MUSME, Museo di Storia della Medicina.

San Francesco e Sant’Antonio

La vita di San Francesco ispirò Sant’Antonio, che con lui ebbe un legame spirituale profondo.
Le cronache raccontano che nel 1221 i due si incontrarono ad Assisi durante il Capitolo delle Stuoie a Santa Maria degli Angeli.
In quella circostanza, il giovane Antonio ebbe l’opportunità di ascoltare le parole di Francesco, già malato.
Questo incontro lasciò un’impronta profonda in Antonio, accendendo in lui una passione per la vita francescana che non si sarebbe mai estinta. Successivamente, tra la fine del 1223 e l’inizio del 1224, Francesco inviò ad Antonio una lettera autorizzandolo a insegnare teologia ai frati, con l’istruzione di non trascurare la preghiera.

Treviso: tracce francescane nel cuore della città

Anche Treviso custodisce la memoria di san Francesco.
Nel 1216, un gruppo di frati minori, inviati dallo stesso Francesco, giunse a Treviso e prese sede a nord-est del centro cittadino, nella zona oltre il Cagnan Grande.
Qui, nel 1231, si cominciò a costruire la chiesa e il convento di San Francesco, grazie anche al supporto di Gherardo da Camino. Le costruzioni furono completate nel 1270.

san francesco
La chiesa di San Francesco è uno dei gioielli architettonici di Treviso e ha conservato sostanzialmente fino ai nostri giorni la sua struttura originaria. Accanto all’ingresso laterale, tra due piante di ulivo, è stata posta una scultura bronzea di san Francesco che invola la colomba della pace, opera dello scultore contemporaneo Roberto Cremesini. Un richiamo per tutti i passanti a vivere nella pace e a farsi portatori di pace tra gli uomini.

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