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Più sicuri nelle nostre città

Più sicuri nelle nostre città

Dalle operazioni sul territorio, alla gestione di turismo e immigrazione: cresce il contributo della Polizia Municipale per rendere di nuovo vivibili le Città di Venezia

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Sicurezza, termine che spesso si ripete nelle cronache in questi ultimi anni e che finisce in cima ai pensieri degli amministratori pubblici delle città venete. Sicurezza percepita, diffusa, partecipata. Un modo di vivere la città che è cambiato, a causa della globalizzazione, a causa delle migrazioni, a causa anche della crisi economica che ha portato più degrado e disagio anche in classi sociali che prima non avevano mai percepito come un problema anche solo la necessità della spesa settimanale. In questo ambito chi la sicurezza deve garantirla, assieme alle leggi e alle regole di civile convivenza, ha dovuto adeguarsi, cambiare pelle, fare un salto di qualità. Soprattutto perché la legge lo ha imposto.
Oggi garantire la sicurezza urbana è diventato uno dei compiti principali anche delle forze di polizia locale, la Polizia Municipale. E il primo passo verso quella che è stata una piccola rivoluzione nelle abitudini dei compiti dei “vigili” è arrivata nel 2008, quando il Parlamento ha modificato il testo unico degli enti locali affidando maggiori poteri ai sindaci.
«Si tratta – spiega il comandante della Polizia Locale di Venezia Marco Agostini – del famoso provvedimento ribattezzato dei “sindaci sceriffo”, che autorizza i primi cittadini ad agire come ufficiali di Governo nel momento in cui devono occuparsi della sicurezza urbana, secondo il decreto ministeriale firmato il 5 agosto del 2008 (“Incolumità pubblica e sicurezza urbana, definizione e ambiti di applicazione”). In un certo senso è questo decreto ad aver modificato la “mission” della polizia locale e dei sindaci che, come recita l’art.1, “devono tendere a fare azioni a difesa della vita civile per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale”. Una modifica del 2011 ha ulteriormente modificato la norma e dispone che non sia più il Sindaco a firmare ordinanze su questo tema, ma che tutto debba passare per il voto del Consiglio comunale, unico organo deputato a modificare il testo del regolamento di polizia urbana».
«Gli ambiti di intervento definiti dal decreto – spiega Gianni Franzoi, commissario capo della Polizia Locale di Venezia che guida la sezione sicurezza urbana – sono spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, accattonaggio con impiego di minori e disabili, fenomeni di violenza legati ad abuso di alcol, incuria, degrado e occupazione abusiva di immobili, abusivismo commerciale, prostituzione su strada, accattonaggio molesto. Su questi temi si è iniziato ad intervenire in questi anni con ordinanze, regolamenti e attività, da parte del Consiglio comunale, del Sindaco e della Polizia locale. Venezia è stata la prima città in Italia ad applicare l’ordinanza contro l’abusivismo commerciale dei venditori ambulanti: un’ordinanza, datata luglio 2008 a cui poi ne è seguita una seconda, quella contro la prostituzione su strada, che ha segnato un secondo primato. E proprio in questo ambito i risultati ottenuti, a livello numerico e statistico, ci consentono di poter dire che il fenomeno è stato decisamente ridotto, con la riscossione del 70% delle sanzioni, che supera il 90% se si tratta di cittadini italiani o residenti nell’area veneta».
Crocevia di transiti e importante città d’arte: Venezia patisce forse più di altre realtà italiane gli effetti distorsivi della globalizzazione. Fra questi la presenza di un’immigrazione spesso clandestina, che per sopravvivere si dedica ad attività illecite: «Dal 2000 ad oggi – prosegue Franzoi – abbiamo effettuato 800 arresti per reati contro lo spaccio di stupefacenti e contro il patrimonio o episodi di criminalità cosiddetta di strada. Nella maggior parte dei casi, il 95%, i protagonisti di queste azioni illegali sono stranieri, soprattutto nordafricani. Questo ci ha spinto nel tempo ad adeguarci come sezione di polizia dedicata alla sicurezza urbana. E migliorare anche l’efficienza e i sistemi di contrasto ai questi fenomeni».
Il reparto di servizio di sicurezza urbana assolve ai compiti di nucleo di polizia giudiziaria, sezione di pronto intervento e sezione disagio sociale. 39 i vigili a disposizione della sezione, armati da sempre, unico servizio senza limiti di operatività territoriale sia su Venezia che su Mestre: ogni giorno scendono per strada in quattro turni da sei ore ciascuno.
 

Le cifre della Polizia Municipale nel 2015

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