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Piano carceri: il Governo annuncia investimenti per 10 mila nuovi posti

Piano carceri: il Governo annuncia investimenti per 10 mila nuovi posti

La misura anti-sovraffollamento adottata dal Consiglio dei Ministri, che ha introdotto novità anche sulla riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e sulla liberazione anticipata. E, in Senato, via libera alla riforma del sistema giudiziario

Per capire la gravità del problema del sovraffollamento delle carceri italiane bastano alcuni numeri. Da diversi anni, i nostri istituti di pena ospitano più detenuti di quanti previsti dagli spazi disponibili, con una media di riempimento oggi al 133% e punte oltre il 150%. Per di più, con le circa 62 mila persone dietro le sbarre registrate nello scorso aprile, la situazione continua a peggiorare, visto che il totale dei carcerati, in un anno, è ulteriormente aumentato del +16%. Con un insieme di misure in materia approvate dal Consiglio dei ministri nella riunione del 22 luglio 2025, il Governo ha però finalmente messo concretamente mano alla questione, provando a cambiare rotta. Una serie di provvedimenti che seguono una ben precisa filosofia, ben riassunta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “In passato si adeguavano i reati al numero dei posti disponibili nelle carceri. Noi riteniamo, viceversa, che uno Stato giusto debba adeguare la capienza delle carceri al numero di persone che devono scontare una pena. Quindi, finalmente: certezza della pena. Penso che sia stata una giornata di risposte concrete, di risultati e di impegni che vengono mantenuti”.

Carceri: in arrivo 10 mila nuovi posti

Come ha ricordato nello stesso videomessaggio la premier, giustizia e sicurezza sono del resto “due punti fondamentali del nostro programma di governo”. E, non a caso, l’Esecutivo, prosegue Meloni, si era impegnato a “scrivere un nuovo Piano carceri che ci consentisse di ristrutturare e ampliare le strutture esistenti, realizzarne di nuove, valorizzare quegli immobili storici che non sono più adatti ad ospitare un carcere”. Il Consiglio dei ministri ha dunque ora varato un Piano straordinario di interventi di edilizia penitenziaria per gli anni dal 2025 al 2027. “Questo – ha sottolineato la presidente – ci farà avere, con opere in cantiere già oggi, circa 10 mila nuovi posti detentivi”. L’investimento complessivo supera i 750 milioni di euro e il Governo è già al lavoro per aggiungere altri 5 mila posti, “in modo da colmare l’intero divario che c’è tra le presenze e i posti disponibili”. “Parallelamente -ha concluso Giorgia Meloni – continueremo lo sforzo che abbiamo portato avanti finora per coprire i vuoti di organico della Polizia penitenziaria: il nostro obiettivo è prevedere 1.000 assunzioni extra già nella prossima legge di bilancio”.

I dettagli del nuovo Piano carceri

Il Piano, illustrato al Consiglio dal commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, Marco Doglio, prevede un insieme coordinato d’interventi, finalizzati non solo alla realizzazione di nuovi posti detentivi, ma anche al recupero di sezioni esistenti, considerando che circa il 35% delle strutture attualmente in funzione risale agli anni ’50 dello scorso secolo. Oltre ad aumentare la capienza complessiva del sistema penitenziario, si vogliono cioè migliorare le condizioni strutturali degli istituti, contrastando così in modo strutturale il fenomeno del sovraffollamento. Gli interventi strutturali previsti sono complessivamente 60, dei quali 3 sono già conclusi, 27 sono in corso e 30 sono prossimi all’avvio. I posti totali che saranno disponibili alla fine del triennio sono esattamente 9.696. Di questi, 3.716 saranno creati attraverso ampliamenti delle strutture esistenti, mentre gli ulteriori 5.980 deriveranno dagli interventi di ristrutturazioni e manutenzioni del patrimonio edilizio ai fini del suo recupero. Le misure per rendere più efficiente l’amministrazione della giustizia decise Palazzo Chigi non si limitano però alla questione del sovraffollamento delle carceri.

Il recupero dei detenuti dipendenti da droga e alcol

L’ultimo Consiglio dei ministri ha approvato anche, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento, un disegno di legge che introduce disposizioni in materia di detenzione domiciliare per il recupero dei detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti, puntando a offrire loro concrete possibilità di riabilitazione. Come spiega il comunicato ufficiale del Governo, “il testo introduce un nuovo regime di detenzione domiciliare per condannati tossicodipendenti e alcoldipendenti, con l’obiettivo di prevedere modalità esecutive della pena maggiormente idonee alle specifiche esigenze socio-riabilitative di tali soggetti”. È inoltre consentito, anche se una sola volta, a questi detenuti, nel caso in cui la pena da eseguire, anche residua, non superi gli 8 anni (4 nei casi di reati di maggior pericolosità sociale), di chiedere in ogni momento il beneficio dell’ammissione alla detenzione domiciliare presso una struttura autorizzata all’esercizio dell’attività sanitaria e socio-sanitaria, sulla base di uno specifico programma terapeutico socio-riabilitativo residenziale.

Meloni: recuperare i detenuti tossicodipendenti eleva la sicurezza

La presidente del Consiglio ha commentato questa misura, sottolineando che la pena deve derivare dalla commissione di “reati chiaramente correlati alla droga”, evidenziando che il regime di detenzione domiciliare all’interno di una comunità terapeutica consente “di iniziare in quella comunità un reale, concreto e verificabile percorso di recupero”. “Abbiamo raccolto così – ha proseguito – le richieste delle comunità terapeutiche: fin dal momento dell’arresto il tossicodipendente può scegliere la comunità invece del carcere. In questo modo quella persona recupera sé stessa, si eleva complessivamente il livello di sicurezza, una volta che viene eliminata la molla che conduce a delinquere”. Per ottenere il beneficio, è stato chiarito, il programma di riabilitazione sarà sottoposto a una Commissione di valutazione, che dovrà anche accertare l’effettiva e attuale condizione di dipendenza del soggetto e alla quale e dovrà essere fornita l’indicazione della correlazione tra la dipendenza stessa e la commissione del reato. Inoltre, il responsabile della struttura terapeutica dovrà elaborare ogni 6 mesi una relazione sull’esecuzione del programma, trasmettendola poi alle autorità competenti.

Le altre novità in materia di amministrazione della giustizia

Il Consiglio ha inoltre approvato, in esame preliminare, un provvedimento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, che apporta modifiche al decreto in materia di procedimento per la concessione della liberazione anticipata e di corrispondenza telefonica dei detenuti e degli internati. Si intende cioè introdurre una procedura più rapida e più rigorosa per la concessione del beneficio della liberazione anticipata, già previsto nell’ordinamento penitenziario, e incrementare il numero dei colloqui telefonici settimanali e mensili dei detenuti con i propri familiari, al fine di garantirne la prosecuzione dei rapporti personali. Un altro disegno di legge approvato ieri a Palazzo Chigi istituisce il nuovo tribunale di Bassano del Grappa, con relativa procura della Repubblica, e ripristina alcuni tribunali e sezioni distaccate attualmente soppressi.

Separazione delle carriere di giudici e magistrati: ok del Senato.

Intanto, dopo la Camera anche il Senato ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge di riforma costituzionale del sistema giudiziario, che prevede in particolare la separazione delle carriere di giudici e magistrati requirenti. L’iter prevede ancora 2 passaggi parlamentari, non escludendo nemmeno la necessità di un referendum; ma Meloni ha già parlato di “un passo avanti fondamentale per portare a compimento una riforma costituzionale che l’Italia aspetta da troppo tempo e che ha un triplice obiettivo: garantire ai cittadini il diritto al giusto processo che è sancito dalla Costituzione, disarticolare il sistema correntizio all’interno del Csm, restituire ai magistrati l’autorevolezza e la dignità che meritano. Andremo avanti, con decisione”.

Alberto Minazzi

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