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Parkinson: l’Ai può prevedere l’evoluzione della malattia

Parkinson: l’Ai può prevedere l’evoluzione della malattia

Secondo uno studio del Centro dell’Asst Gaetano Pini-Cto di Milano, i moderni algoritmi stanno sempre più diventando uno strumento fondamentale per anticipare la diagnosi e migliorare il trattamento della malattia

Si aprono nuovi interessanti scenari per chi è affetto dal morbo di Parkinson. Grazie all’intelligenza artificiale è ora possibile leggere nel futuro della malattia stimandone l’evoluzione clinica con una settimana di anticipo. In questo modo è possibile intervenire tempestivamente sulla terapia di neuromodulazione per renderla più efficace. E’ il risultato al quale sono arrivati gli esperti del Centro Parkinson dell’Asst Gaetano Pini-Cto di Milano. In uno studio pubblicato sulla rivista “Npj Parkinsn’s Disease” (Gruppo Nature) è stato infatti presentato un nuovo algoritmo capace di predire l’evoluzione del segnale cerebrale dei pazienti con stimolazione cerebrale profonda costantemente monitorati al domicilio, così da poter adeguare progressivamente il trattamento in base alle indicazioni suggerite dall’Ai.

La svolta nel trattamento del Parkinson

L’algoritmo in questione rappresenta lo sviluppo di nuovi metodi per l’analisi dei segnali neurali. Gli autori principali di questo lavoro, Salvatore Falciglia e Laura Caffi, sono giovani ricercatori impegnati in un progetto di respiro internazionale per valorizzare appieno le nuove strategie di stimolazione cerebrale profonda di tipo adattivo, di cui il Centro è tra i primi sperimentatori al mondo. I pazienti coinvolti nello studio hanno ricevuto un nuovo stimolatore sperimentale durante un intervento chirurgico eseguito dall’équipe di Marco Locatelli al Policlinico di Milano.

Come spiega il responsabile dell’ambulatorio di Neuromodulazione del Centro Parkinson dell’Asst Pini-Cto, Salvatore Bonvenga, la stimolazione cerebrale profonda adattativa è una tecnica che prevede l’impianto di elettrodi in regioni ben definite del cervello e successivamente collegati a un pacemaker (stimolatore) sottocutaneo di solito posizionato nella zona sottoclaveare destra. E’ un sistema, una delle opzioni terapeutiche di riferimento per la malattia, che consente di regolare gli impulsi elettrici da inviare al cervello e garantisce a molti pazienti un significativo miglioramento della qualità di vita.

Trattamenti personalizzabili grazie all’intelligenza artificiale

Nello studio è stata verificata un’accuratezza predittiva del 90% in 4 pazienti con stimolazione cerebrale profonda nell’arco di mesi di registrazioni, indipendentemente dai parametri di stimolazione. Grazie al nuovo algoritmo Ai personalizzato è possibile prevedere, per ciascun paziente, le variazioni della malattia con una settimana di anticipo adattando in tempo reale (diversamente dalla modalità di stimolazione convenzionale, che mantiene fissi i parametri di stimolazione) la stimolazione in funzione dell’attività cerebrale del paziente, utilizzata come marcatore dei sintomi della malattia. I dispositivi utilizzati segnano in tal modo una vera e propria svolta nel trattamento del Parkinson in quanto rendono la terapia più mirata ed efficace, utilizzando un sistema che consente di regolare automaticamente la stimolazione in funzione delle reali necessità del paziente. Il nuovo studio apre le porte a futuri sviluppi che si avvalgano dell’intelligenza artificiale, ovvero algoritmi per una programmazione e una regolazione automatica che anticipi le esigenze dei pazienti, quali neuroprotesi intelligenti, che possano portare a un completo recupero funzionale.

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