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Padova: è tempo di cuori ribelli

Padova: è tempo di cuori ribelli

Arte, gotico e storie rivoluzionarie: dal 5 all’8 dicembre l’800 Padova Festival invade il centro con lectio, incontri, visite guidate e personaggi pronti a riscrivere il passato

Cuori ribelli che pulsano tra gotico, creatività e rivoluzione culturale.
Sarà questa la cifra della settima edizione dell’
800 Padova Festival, in programma dal 5 all’8 dicembre 2025, che torna a raccontare un secolo di trasformazioni attraverso arte, letteratura, moda, storia e percorsi immersivi nel cuore della città.
Trait d’union di quest’anno sono i “Cuori Ribelli”, ovvero quei personaggi, della storia e della letteratura, che hanno contrassegnato l’Ottocento con i loro atti sovversivi, malleando il secolo a venire.
Il Festival, spiegano gli organizzatori, riporta al centro «la ribellione come fedeltà a sé stessi», una ribellione capace di attraversare linguaggi e media del XIX secolo per interrogare il presente.

Cuori ribelli

“Quest’anno abbiamo scelto di dare spazio ai Cuori Ribelli, e dunque a tutti quegli scrittori e artisti che hanno saputo vivere e raccontare storie di ribellione”, dichiara Matteo Strukul, direttore artistico del festival.

cuori ribelli
Matteo Strukul

800 Padova Festival racconta, dunque, tra le sale del Caffè Pedrocchi e il centro storico padovano, attraverso personaggi, autori e opere.
Lo fa attraverso il premio letterario Ippolito Nievo Massimago, che verrà conferito il 7 dicembre a Antonia Arslan, autrice del libro sul genocidio armeno La masseria delle alloddole; narra attraverso la storia di Vlad Tepes, con la presentazione del libro dal titolo Dracula non muore mai  di Syusy Bladi, presentatrice e autrice di programmi televisivi non-convenzionali come Lupo solitario e Turisti per caso ; sottolinea l’importanza dell’Ottocento con la nuova collana della casa editrice Bur, Weird, dedicata al romanzo gotico, inventato in quegli anni da Ann Radcliffe.

cuori ribelli
Antonia Arslan

La lectio che unisce Friedrich, Hayez, Courbet (e Taylor Swift)

Uno dei momenti centrali sarà la lectio magistralis dell’8 dicembre del critico e storico dell’arte Massimiliano Sabbion, dedicata a tre “cuori ribelli” della pittura europeaCaspar David Friedrich, Francesco Hayez e Gustave Courbet.
“Ho cercato di vedere, nella storia dell’arte, chi si è ribellato”, spiega Sabbion, sottolineando come la sua analisi parta dalla Parigi post-rivoluzionaria e attraversi i mutamenti sociali impressi dall’avvento napoleonico. I tre artisti scelti, aggiunge, “sono esempio di un confronto tra Germania, Italia e Francia tra la fine del neoclassico e il romantico decadente”.
La lectio prevede incursioni nell’immaginario contemporaneo: “Accosto anche Taylor Swift alla celebre Ophelia di John Everett Millais”, anticipa Sabbion, che concluderà il suo intervento riflettendo sull’eredità dell’Ottocento, “da Modigliani a Braque fino a un giovane Picasso a Montmartre, povero ma libero di esprimersi”.

Massimiliano Sabbion

Tra gotico, fumetti e corsetti: l’Ottocento prende vita in città

Gli incontri specifici sull’arte saranno accompagnati, nel programma del Festival, da visite guidate nella città, a cura di Padova Gotica, per scoprirne i luoghi ottocenteschi, come il “Pedrocchi Massonico” (grazie a Paola Principato).
Ci sarà spazio anche per il fumetto (per quanto possa sembrare anacronistico), con l’incontro dedicato alla graphic novel
La Mandiguerre. Una space opera steampunk, a opera di Morvan e Stefano Tamiazzo. Non mancherà uno sguardo alla moda del secolo, con focus su corpetti e corsetti dell’epoca.

Ribelli di ieri e di oggi

“Il XIX secolo -spiega Sabbion- rappresentò novant’anni di passaggio, dall’imperatore “divino” verso un realismo accecante e disturbante dato da fotografia e cinema”.
Una traiettoria storica che parte “dal ribelle-Napoleone” e arriva agli impressionisti, passando per figure come Courbet, “il primo a ribellarsi a un rifiuto istituzionale” e a creare il Padiglione Realista del 1855, aprendo la strada alle avanguardie successive.
E su cosa significhi essere ribelli oggi, il professore non ha dubbi: “Il ribelle autentico non urla e non urta la società: comprende il contesto in cui nasce”.
Una lezione che arriva dall’Ottocento, quando “gli artisti conoscevano le regole dell’arte prima di infrangerle”. Oggi, sostiene, servono “conoscenza storica, coerenza tra parole e azioni e il coraggio di cambiare sé stessi”, perché “senza questo, il ribelle resta una macchietta. La folla – conclude- è solo una massa; il popolo condivide un’idea“.

L’800 Padova Festival è ideato e organizzato da Sugarpulp, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, della Fondazione Cariparo e con il patrocinio della Regione Veneto.

Damiano Martin

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