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Oltre Mimmo il delfino: a Venezia spunta il borsellino della sirena

Oltre Mimmo il delfino: a Venezia spunta il borsellino della sirena
@Venezia non è Disneyland

Nel rio di Cannaregio, galleggia un curioso oggetto nero. E’ l’uovo di una razza, il misterioso ‘borsellino della sirena’ che protegge la nuova vita marina

La Laguna di Venezia continua a regalare sorprese inattese.
Se il delfino Mimmo è ormai una presenza familiare nel Bacino di San Marco, un’altra misteriosa apparizione ha catturato gli sguardi dei curiosi.
Sulle acque del rio di Cannaregio, vicino alle Guglie, galleggiava un oggetto insolito: a prima vista sembrava un sacchetto di plastica nero o una strana alga.
Ma osservandolo meglio, è emersa la sua natura straordinaria: era un borsellino della sirena, piccolo tesoro nascosto tra le onde.
Filmato da un cittadino e pubblicato sulla pagine facebook di “Venezia non è Disneyland”, è “arrivato” al Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia, che conferma: è proprio un uovo di razza.

“Si tratta in pratica una capsula che ha al suo interno un solo uovo, in questo caso le caratteristiche suggeriscono che è di razza, per la sua conformazione e colore – spiega il biologo marino e direttore del Museo Luca Mizzan -. Un avvistamento certo insolito visto che in genere la si trova sulla battigia delle spiagge. Poiché questa piccola sacca viene ancorata sul fondo a delle rocce o piante e relitti per evitare che la corrente le porti via, averla vista in Laguna significa che era attaccata a qualcosa di non abbastanza solido e che le onde, movimenti sul fondo e correnti l’hanno disancorata ed è stata trasportata fino a qui”.

Il biologo marino Luca Mizzan, direttore del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia

I protettori delle uova di razze e squali

Questi involucri che proteggono l’uovo fino alla nascita del piccolo, devono il loro nome al termine inglese mermaid’s purse, appunto borsellino della sirena in quanto la loro forma ricorda un piccolo borsello. All’interno di queste capsule, come spiega l’esperto, è depositato un solo uovo, con una ghiandola che si chiama nidamentale e produce quel guscio di sostanza cornea e colore scuro, nero che solidifica a contatto con l’acqua. Hanno quattro viticci, piccole appendici sottili, sui bordi utilizzati per ancorarla sui fondali marini. Se va tutto bene rimangono attaccate fino allo sviluppo completo dell’embrione. A quel punto, attraverso l’apertura che si trova sopra o sotto, sguscia fuori un piccolo perfettamente identico all’adulto, quindi una piccola razza neoformata nel caso del borsellino della sirena visto in Laguna.

borsellino della sirena
borsellino della sirena spiaggiato

“Il fatto che galleggiasse fa pensare che l’uovo fosse morto o potrebbe anche essere venuto al mondo il piccolo e la capsula protettrice fatta di una sostanza cornea tipo le nostre unghie, che può sopravvivere parecchio in acqua, venuta a galla – sottolinea Luca Mizzan -. I borsellini delle sirene possono contenere uova di razze o squali che da noi sono i gattucci, la specie più comune presente nel Mediterraneo. Si distinguono da quelli delle razze perché sono più allungate e un colore verso il caffelatte”.

borsellino della sirena

Il gattuccio alle Tegnue di Venezia e al Museo di Storia Naturale

“Il gattuccio è un piccolo squalo che arriva al massimo a 80 cm e a differenza dell’Asià o Palombo che fanno nascere piccoli già formati, depone delle uova che ancora sui fondali marini – continua Luca Mizzan -. Ce ne sono diverse nei relitti e nelle Tegnue che si trovano a poche miglia dalla costa veneziana, davanti al litorale del Cavallino. Non è uno squalo raro anche se non lo si vede perché sta sempre sul fondo nelle zone rocciose o relitti e si muove di notte. Qualche volta compare al mercato, venduto come Asià perché la gente è abituata a comprare quella specie”. Parecchi anni fa proprio gli esperti del Museo di Storia Naturale di Venezia hanno raccolto durante un’immersione su un relitto in mare, due uova di gattuccio con l’embrione ancora vivo, successivamente messi in acquario dove sono nati due piccoli squaletti sopravvissuti per moltissimo tempo.

Cosa fare quando si avvista un borsellino della sirena

Il colore della sacca varia in base alla specie di uovo che contiene e può andare dal marrone chiaro al nero intenso, talvolta con una superficie lucida, in altri casi opaca e striata. L’involucro che protegge l’embrione fino alla nascita dei piccoli è composto principalmente da collagene, una proteina resistente e impermeabile. Se la sacca che possiamo trovare sulle spiagge è ancora intatta al suo interno, in controluce, è possibile vedere l’embrione. “Purtroppo quando i borsellini delle sirene sono spiaggiati – conclude il biologo marino – c’è poco da fare perchè l’embrione per vivere e svilupparsi ha bisogno di restare ancorato al fondale, oppure metterlo in un acquario di acqua marina, farlo nascere e poi liberarlo. Spesso quando noi li vediamo di solito è morto. Nel caso in cui la capsula osservata sia vuota si può asciugare e tenere a casa come ricordo”.

Silvia Bolognini

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