L’ordinanza firmata dal sindaco, tra previsioni di legge e tema della misurabilità
Non servono eventi eccezionali per alterare la quiete: a volte bastano una frittura o un piatto molto speziato.
Alcune cucine, sia regionali che internazionali, sono note per l’uso abbondante di aromi persistenti, capaci di diffondersi ben oltre i fornelli e dal forte impatto olfattivo.
Odori che molti non apprezzano, fino a considerarli letteralmente molesti quando superano una certa soglia di concentrazione. Tant’è che un sindaco si è addirittura spinto al punto di emanare un’ordinanza che sanziona economicamente chi li produce.
Gli odori molesti a Palma Campania
Nello Donnarumma è il primo cittadino di Palma Campania, realtà della provincia di Napoli in cui è numerosa la comunità bengalese. E, dove, dallo scorso 6 maggio, è in vigore il “divieto di emissione di molestie olfattive su tutto il territorio comunale”, come ha comunicato lo stesso sindaco su Facebook.
“Da oggi – prosegue il post – la Polizia municipale e le altre autorità competenti potranno sanzionare gli odori molesti provenienti da attività commerciali, laboratori, cucine e abitazioni private particolarmente dedite alla preparazione, cottura o conservazione dei cibi”. Un’ordinanza, la numero 105, che è indubbiamente insolita, ma dalla quale possono derivare conseguenze economiche anche pesanti. “Gli accertamenti, salvo che non costituiscano reato – prosegue Donnarumma – possono portare a sanzioni amministrative fino a 500,00 euro per ogni emissione di odori disagianti e molesti”.
Le ragioni del provvedimento e i dubbi interpretativi
Il sindaco di Palma Campania ha spiegato il senso del provvedimento, che riguarda tanto le attività commerciali, le cucine e i laboratori quanto le abitazioni private, affermando: “Siamo convinti che una Città che rinuncia a difendere la qualità dell’aria rinuncia a difendere la dignità dei suoi cittadini”. Il riferimento va in particolare ai locali in cui si preparano, cuociono o conservano cibi. Nello Donnarumma ha quindi chiarito che “si tratta di un provvedimento necessario e urgente adottato a seguito delle numerose segnalazioni pervenute e volto a tutelare salute pubblica e vivibilità urbana prima che il fenomeno diventi una vera e propria emergenza”. E l’assessore all’Immigrazione, Giuseppe Ferrante, ha aggiunto di non escludere di dotare la Polizia municipale di misuratori olfattometrici, anche se la Cassazione ha più volte confermato che gli strumenti possono non essere necessari, essendo i pubblici ufficiali autorizzati all’intervento anche sulla base di evidenze oggettive. Resta però il tema della misurazione, non essendo prevista dalla legge una soglia massima di tollerabilità, parlando solo di “odori persistenti e fastidiosi”, del possibile disturbo ai vicini e della compromissione della “vivibilità dell’ambiente urbano”.
Alberto Minazzi