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Nasce in Veneto Aqualis, il dispositivo che spazza la plastica in acqua

Nasce in Veneto Aqualis, il dispositivo che spazza la plastica in acqua

Aqualis, progettato da Alessandro Barbiero, cattura rifiuti, microplastiche e persino oli grazie a sensori e spugne brevettate

Poter raccogliere i rifiuti in acqua con cestini dedicati, esattamente come si fa sulla terraferma.
Un obiettivo tanto semplice nella sua idea di base quanto, evidentemente, non scontato, se finora solo in Australia si era riusciti a creare un dispositivo scalabile che consentisse la raccolta tecnologica delle plastiche galleggianti.
“In Europa, finora, era disponibile solo un dispositivo di questo tipo, realizzato in Francia, ma gigantesco e di cui sono state effettuate pochissime installazioni perché estremamente costoso”, sottolinea Alessandro Barbiero, il giovanissimo inventore classe 1998, subacqueo dall’età di 14 anni e da sempre appassionato di tematiche del mare, che ha realizzato per la ditta di famiglia (la Aquageo di Spinea, nel Veneziano, da 25 anni attiva nel settore del dragaggio) l’innovativo prodotto, battezzato “Aqualis”.
Dopo la produzione dei prototipi, la verifica del loro funzionamento e la presentazione della domanda di brevetto, è arrivato ora il momento del lancio ufficiale sul mercato.

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Alessandro Barbiero, ceo di Aqualis ©Record Studio

Cestino green e tutela del mare

La realizzazione e l’inizio della produzione del cestino, per il quale è già stata concordata la prima decina di installazioni in giro per l’Italia, è sicuramente un punto d’arrivo del lavoro iniziato a novembre 2023, prendendo spunto dalla tesi dedicata proprio a questo tema da Barbiero a conclusione del master in Sostenibilità ambientale al Politecnico di Milano.
Ma al tempo stesso è una tappa all’interno di un progetto più ampio. “Abbiamo creato un modello – riprende Barbiero – che ci vede impegnati con il nostro lavoro in tre ambiti: la sensibilizzazione delle persone sul tema dell’abbandono dei rifiuti in acqua, gli interventi di mitigazione dove i rifiuti sono già presenti e l’opera di rigenerazione e restauro degli ambienti marini colpiti, per esempio attraverso la piantumazione di posidonia oceanica o attività di recupero delle reti fantasma, laddove i rifiuti abbiano già creato dei danni”.
Proprio in questa prospettiva, l’azienda spinetese, che conta sulla partnership industriale con Zero CO2, si è impegnata a destinare 200 euro per ogni dispositivo venduto agli interventi di rigenerazione ambientale.

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Come funziona Aqualis

Aqualis è di fatto un cestino galleggiante posizionato su pontili o su appositi moduli realizzati dall’azienda, dove vengono depositati tutti i rifiuti presenti sulla superficie dell’acqua, come sacchetti, bottiglie e mozziconi, aspirati attraverso un’apposita pompa.
Il dispositivo, che ha una capienza di 20 litri, è dotato di sensori di riempimento e di filtri e spugne per bloccare le microplastiche fino a 2 millimetri. Sotto al cestino è inoltre posizionata una spugna, con tecnologia brevettata italiana Foam flex, in grado di catturare oli e idrocarburi.
“I 3 concetti alla base di Aqualis – spiega l’ideatore – sono la scalabilità, l’accessibilità e la semplicità. Quel che abbiamo cercato di realizzare è dunque un dispositivo che vuole proprio riprodurre in ambiente acquatico un cestino che sia facilmente svuotabile, esattamente come avviene per quelli utilizzati a terra, e cercare così di tenere pulite darsene, pontili e specchi d’acqua”.

Il debutto a Pescara, tra ricerca scientifica e progetti sociali

Il primo dispositivo è stato donato gratuitamente all’Università di Chieti-Pescara per un utilizzo finalizzato all’attività di ricerca scientifica. E proprio l’installazione a Marina di Pescara è l’evento organizzato per dare il via al passaggio alla fase di concretizzazione del progetto.
“Oltre agli accordi commerciali già raggiunti con altre realtà italiane – fa il punto Alessandro Barbiero – abbiamo già ricevuto manifestazioni di interesse anche dall’estero, per esempio da Dubai, dal Sud della Francia e dal Sud-Est asiatico. E io mi auguro che, quanto prima, Aqualis possa essere utilizzato anche nella Laguna di Venezia”.

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Al di là degli aspetti economici legati all’attività della ditta, specializzata in forniture, noleggio e riparazione di pompe e motopompe industriali, sia in ambito edile che ambientale, Aquageo ha del resto sempre ben presenti gli aspetti sociali legati all’impresa. “Finanziamo – conclude il giovane imprenditore e inventore – un dottorato di ricerca all’Università di Chieti-Pescara, siamo inseriti in un progetto per la divulgazione e la sensibilizzazione sul problema nell’ambito delle aziende, abbiamo un partenariato scientifico con l’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale e supportiamo Plastic free onlus, appoggiandoci a loro per l’organizzazione di giornate di sensibilizzazione”.

Alberto Minazzi

 

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