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Montagne italiane: una passione che produce ricchezza

Montagne italiane: una passione che produce ricchezza

Il nuovo rapporto “Montagne Italia” dell’Uncem rileva che il 6,7% del Pil arriva dal turismo in quota

Quelle montane sono comunità vive e produttive. E la loro “fotografia economica”testimonia la passione degli italiani per trascorrere del tempo immersi tra natura e aria pulita, lontano dallo stress cittadino, con davanti agli occhi paesaggi mozzafiato. Questo segmento turistico arriva dunque a valere il 6,7% del prodotto interno lordo. E ben il 90% degli intervistati da Ipsos nel rapporto “Montagne Italia” realizzato da Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, ritiene il patrimonio montano del nostro Paese “importante attrattiva per i turisti”.

Vado a vivere in montagna (o quanto meno ci trascorro le vacanze)

Per il 56% degli interpellati la montagna è addirittura un luogo dove vivere. Alpi e Appennini sono suddivisi in 387 Comunità territoriali, aree omogenee di Comuni che già lavorano insieme in strategie e piani di sviluppo locali. In queste zone ci sono 19,3 posti letto alberghieri ed extralberghieri ogni 100 abitanti. Secondo il rapporto, realizzato nell’ambito del progetto Italiae del Dipartimento Affari regionali e per le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il numero di presenze (pernottamenti) registrati nel corso di un anno nelle strutture ricettive è in media di 1.200 ogni 100 abitanti. La durata media delle permanenze, ottenuta dividendo il numero delle presenze per quello degli arrivi (vale a dire dei turisti), è invece di 3,1 giorni.

Presenze turistiche e accoglienza 

Riguardo ai posti letto alberghieri ed extralberghieri, la dotazione più elevata (254 ogni 100 abitanti) è quella di Soraga di Fassa, in Trentino, le cui Comunità territoriali non a caso registrano, a quota 30 mila, anche il più alto numero di pernottamenti in strutture alberghiere ed extralberghiere rapportati alla consistenza della popolazione. La classifica delle dotazioni dei posti letto prosegue con l’area Walser Monte Rosa in Val d’Aosta con 239, l’Unione Montana del Baldo-Garda in Veneto con 220, la Comunità Territoriale di Spormaggiore, nel Parco Adamello-Brenta  in Trentino Alto Adige con 197 e l’area Valdigne-Mont Blanc in Valle D’Aosta con 170. Bene anche l’Alta Val Susa con 149 e nel Mezzogiorno la Comunità Lambro Mingardo.

Lago alpino

L’occupazione turistica che trascina l’economia

Il turismo tra i monti rappresenta anche un moltiplicatore occupazionale. L’area di Villabassa-Alta Pusteria, in Alto Adige, è quella con la maggiore occupazione turistica: su 84mila abitanti si contano 12.849 addetti diretti nella filiera. Una quota che traduce in opportunità di lavoro la vicinanza del lago di Braies. A poca distanza le comunità di Verano e Tires confermano ai primi posti la provincia di Bolzano, seguono le Dolomiti bellunesi. Valori più bassi di occupazione nel turismo in 3 zone montane delle isole e del Mezzogiorno: Bassa Valle del Tirso e Grighine in Sardegna, Vette dei Nebrodi in Sicilia e la Locride calabrese.

Lago di Braies

In Trentino l’incidenza maggiore del valore aggiunto 

Interessanti anche i dati che riguardano l’incidenza del valore aggiunto sul totale dell’economia locale. Sul podio 3 aree del Trentino, le Comunità territoriali di Trento 72%, Soraga di Fassa 62%, e Tires 59%. Buoni i numeri dell’area di Tenno (Trentino), della Elimo Ericini (Sicilia) e ancora in Trentino della Comunità Territoriale Villabassa Alta Pusteria. All’estremo opposto ci sono 63 Comunità con incidenza sotto l’1%. Più in basso troviamo le aree del Monte Mauro (Molise), Gerrei (Sardegna), Krimisa (Calabria) e della Bassa Valle del Tirso e Grighine (Sardegna).

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Tag:  montagna, turismo