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Milionari: l’AI riscriverà la geografia della ricchezza

Milionari: l’AI riscriverà la geografia della ricchezza

Boom tecnologico, patrimoni in transizione e nuovi equilibri globali: l’Ai non sta solo cambiando il lavoro, ma anche chi detiene – e controllerà – la ricchezza nel mondo

L’accelerazione della trasformazione digitale legata al boom dell’intelligenza digitale sta investendo tutta la società, con l’economia particolarmente interessata dal fenomeno, come emerge da molti indicatori.
Si può per esempio guardare alle società direttamente attive nel settore Ai: l’Osservatorio Ecmai di Irtop Consulting e Banca Generali ha quantificato in 996 milioni di euro il giro d’affari aggregato nel 2024 per le 25 italiane quotate, con un aumento del +4,1% dal 2023, e in 1,2 miliardi il valore complessivo del mercato dell’Ai lo scorso anno nel nostro Paese, in questo caso con una crescita del +58% su base annua. Il segretario del Direttorio di Bankitalia, Gian Luca Trequattrini, ha intanto richiamato alla necessità di governare questa transizione, che può letteralmente sconvolgere il mondo produttivo, della finanza e del lavoro, potendo generare nuova occupazione ma anche accentrando sempre più sui grandi player utili e potere. Il Fondo Monetario Internazionale, del resto, ha ipotizzato un riassetto legato all’Ai che potrebbe coinvolgere fino al 60% delle attuali posizioni lavorative.

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Supermilionari del mondo: il ruolo dell’Ai nella ricchezza che si sta spostando

Le valutazioni legate all’impatto dell’Ai non riguarderanno però solo lavoratori e imprese. Anche per gli individui che, in tutto il mondo, possono contare sui patrimoni netti personali più elevati si sta per entrare in una fase delicata, anche in considerazione del progressivamente sempre crescente avvicinarsi del passaggio generazionale.
Sul tema si è soffermato l’istituto di ricerca Capgemini, nell’analisi contenuta all’interno del World Wealth Report 2025, che sottolinea come, dei patrimoni milionari di tutto il pianeta, circa un terzo si trasferiranno agli eredi già entro il 2030, con la quota che appare destinata a salire al 63% nel quinquennio successivo e poi all’84% entro il 2040, per complessivi 83.500 miliardi di dollari di ricchezza che passeranno entro il 2048 alle nuove generazioni.
Nuovi supermilionari che porteranno in campo visioni, aspettative e strategie ben diverse dai propri genitori, con “priorità di investimento distinte, forti preferenze per l’impegno digitale e appetito per servizi a valore aggiunto”, sottolinea Capgemini. Non a caso, l‘81% di loro ha già manifestato l’intenzione di cambiare società di gestione entro massimo un paio d’anni dall’entrata in possesso del patrimonio familiare, citando la scarsa offerta digitale o la mancanza di servizi e prodotti come principale ragione della scelta. In questa prospettiva entrerà dunque in gioco l’Ai e, sottolinea il direttore dei servizi finanziari di Capgemini Italia, Dario Patrizi, per non perdere competitività i consulenti dovranno essere dotati di strumenti digitali avanzati, che sfruttino tutte le potenzialità messe a disposizione dall’intelligenza artificiale.

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Il rapporto sul patrimonio mondiale 2025: la crescita dei supermilionari

Per il momento, la principale tendenza che emerge dal nuovo World Wealth Report, relativo ai risultati del 2024, è intanto un aumento del +2,6% delle persone con un patrimonio netto personale di oltre un milione di dollari (sintetizzati con l’acronimo Hnwi) e del +4,2% della ricchezza da loro complessivamente detenuta, anche grazie all’interesse verso moderne forme di investimento come le criptovalute. Un incremento ancor più elevato (+6,2%) si è registrato tra coloro che detengono patrimoni che superano i 30 milioni di dollari, che hanno così superato le 626 mila persone di fine 2023. Scorporando i dati su base territoriale, a trascinare la crescita mondiale dei supermilionari sono gli Stati Uniti (+7,6%, pari a 562 mila unità in più) e in generale il Nord America, con un +7,3%. Tra le macroaree con segno positivo c’è quella che comprende l’Asia e il Pacifico: nel complesso, il saldo è del +2,7%, ma con India e Giappone al +5,6% e la Cina che ha perso l’1% di milionari. Mentre nel continente aumentano (+3,5%) coloro che superano i 30 milioni, scendono invece i milionari d’Europa (-2,1%). Il rapporto quantifica una perdita di 14 mila unità nel Regno Unito, 21 mila in Francia e 41 mila in Germania. Anche in Medio Oriente il segno complessivo è negativo (-2,1%), ma il saldo più pesante arriva dall’America Latina: nel generale -8,5%, a spiccare sono il -13,3% di milionari in Brasile e il -13,5% in Messico.

Alberto Minazzi

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