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Malattie sessualmente trasmissibili, il ritorno

Malattie sessualmente trasmissibili, il ritorno

L’allarme della Simast: in aumento in tutta Europa, tra insidie conosciute e preoccupanti novità

Sifilide, gonorrea, clamidia. Ma anche vaiolo delle scimmie, epatite C e una lunga serie di infezioni gastrointestinali come campylobacter, salmonella, shigella, entamoeba histolytica ed epatite A. E poi forme atipiche, meno conosciute ma ultimamente oggetto di attenzioni particolari, tra cui la tigna, l’infezione dell’uretra chiamata neisseria meningitidis urogenitale e il fungo tricophyton indotineae. Un elenco estremamente lungo e variegato di malattie, contraddistinte da un aspetto comune (la loro trasmissibilità per via sessuale) e da un preoccupante dato: la loro diffusione è in evidente aumento in Europa e in Italia, come testimonia la ripresa dei casi diagnosticati.

Un’emergenza di sanità pubblica

A lanciare l’allarme, in occasione del suo XI Congresso nazionale, tenutosi a Firenze, è stata la Società interdisciplinare per lo studio delle malattie sessualmente trasmissibili.
Partendo dai dati ufficiali, anche in considerazione della possibile sottostima reale legata ai rischi di una scarsa segnalazione o a un limitato screening, gli esperti non esitano a parlare di un ritorno dell’emergenza di sanità pubblica per le infezioni sessualmente trasmissibili.
Una conclusione che si lega a un insieme di considerazioni, tra cui la comparsa o la riemersione di patologie non convenzionali e la crescente minaccia della resistenza antimicrobica, da cui deriva una riduzione dell’efficacia delle opzioni terapeutiche.

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Le risposte possibili

Si tratta di una situazione che può portare a richiedere una sorveglianza rafforzata.
Per fronteggiarla al meglio, le strategie sanitarie devono dunque puntare principalmente sulla prevenzione primaria, lo screening, la diagnosi precoce e la sorveglianza microbiologica, potenziando i sistemi di monitoraggio per aggiornare le linee guida terapeutiche in base ai dati di resistenza, arrivando alla stesura, revisione e diffusione di linee guida condivise.
In parallelo, va ribadita l’importanza dell’uso del preservativo e delle vaccinazioni (come quelle per hpv, epatite A e monkeypox), oltre che dei test su giovani sessualmente attivi, maschi omosessuali (msm) e persone con partner multipli o in presenza di sintomi.

La ripartenza delle malattie conosciute

Tra le malattie già note che hanno fatto registrare un significativo aumento c’è la gonorrea, con 97 mila casi nell’area Ue nel 2023 rispetto ai circa 70 mila del 2022. In Italia, con la ripresa dei contatti sociali post pandemia, unita alle lacune in prevenzione e screening, risultano in aumento anche le segnalazioni per sifilide e clamidia.
Anche l’epatite C, sebbene siano disponibili nuovi farmaci specifici per l’eradicazione del virus, sta vedendo una ripresa di contagi per via sessuale in gruppi a rischio. Questi ultimi, in particolare gli uomini che fanno sesso con altri uomini, sono particolarmente esposti anche alla serie di infezioni gastrointestinali normalmente trasmesse attraverso cibo e acqua e che sempre più spesso mostrano alti tassi di resistenza agli antibiotici.

Le nuove insidie sessualmente trasmissibili

Tra le nuove malattie sessualmente trasmissibili preoccupa invece particolarmente, dopo il boom di 3 anni fa, il monkeypox, o vaiolo delle scimmie, con nuovi cluster epidemici, l’emersione anche di forme atipiche e possibili complicanze come la proctite, ovvero l’infiammazione della mucosa ano-rettale.
C’è poi la neisseria meningitidis urigenitale, trasmissibile attraverso il sesso orale o nei contesti msm. Infine, occhio alle infezioni fungine come la tinea genitalis, che si diffonde tramite il contatto della pelle durante l’attività sessuale, o il trichophyton indotinae, fungo che ha travalicato gli originari confini asiatici per diventare una minaccia globale anche in considerazione della sua resistenza ai principali farmaci antimicotici.

Alberto Minazzi

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Tag:  malattie, sesso