Alle 3 di notte di domenica 26, lancette indietro di un’ora. Le conseguenze sul fisico del ritorno dell’ora solare e i consigli per limitare gli effetti negativi
Le regole per calcolare la data esatta del ritorno all’ora solare sono ben precise: lo spostamento delle lancette indietro di un’ora deve essere effettuato nella notte tra l’ultimo sabato e l’ultima domenica di ottobre.
Se, dunque, nel 2021 si è verificata la condizione più avanzata possibile sul calendario, ovvero quella tra il 30 e il 31 del mese, nel 2025, al contrario, il saluto all’ora solare avverrà nella data più anticipata: la notte tra il 25 e il 26 ottobre. E anche se, ormai, i moderni dispositivi digitali si aggiornano automaticamente da soli, chi volesse essere preciso anche per i vecchi orologi analogici dovrà alzarsi per effettuare l’operazione prima dell’alba, esattamente alle 3 di domenica.
Quanto al partito dei sostenitori dell’ora legale, la lunga attesa si protrarrà fino alla notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo 2026.
Ora solare: cosa cambia
L’ora, in fondo, è una convenzione. I nostri avi, in una società rurale, si regolavano soprattutto con i movimenti del Sole, fissando il punto di riferimento nel mezzogiorno (appunto, “solare”), quando cioè la nostra stella è in posizione perpendicolare.
Ma, da almeno più di un secolo, i nostri ritmi hanno iniziato a essere scanditi da altri indicatori, in un processo che è via via diventato sempre più evidente.
Non è un caso, allora, che l’introduzione dell’ora legale ( lo spostamento delle lancette degli orologi avanti di un’ora) in Italia sia avvenuta per la prima volta nel 1916, per essere poi reintrodotta in maniera stabile, dopo alcuni stop, solo dal 1966. Rispetto all’ora legale, che allunga la durata della luce naturale di sera, tornare all’ora solare significa dunque avere mattine meno buie, con l’anticipo del sorgere del Sole, ma giornate più corte. E ognuno, in alcuni casi con forte convinzione, è libero di preferire l’una o l’altra soluzione.
Il prezzo (economico e ambientale) dell’ora solare
Tra gli effetti del riallinearsi alla convenzione oraria basata sul Sole (a proposito: in realtà, per chi come noi vive a latitudini più alte rispetto al tropico del Cancro l’astro non sarà mai perfettamente perpendicolare, ma sempre leggermente più basso dell’orizzonte, anche nelle ore centrali) c’è però anche una oggettiva pesante ricaduta economica e ambientale.
Terna stima infatti che, grazie agli scorsi 7 mesi di ora legale l’Italia, abbia risparmiato circa 100 milioni di euro, riducendo i consumi elettrici di circa 330 milioni di kilowatt/ora e, di conseguenza, anche le emissioni in atmosfera legate alla produzione di energia, per circa 160 mila tonnellate di anidride carbonica. Proprio per questi motivi, nel 2019 il Parlamento Europeo aveva votato lo stop ai cambi d’ora, lasciando facoltà ai singoli Paesi di scegliere se adottare stabilmente l’ora solare o quella legale. Un processo che, però, è stato rallentato prima dal Covid e poi dai mancati accordi tra Stati: quelli del Nord del continente preferiscono l’ora solare, quelli del Sud la legale.
Gli effetti del cambio sulla salute
Logicamente, per adeguare gli orologi, le lancette possono essere spostate anche prima di coricarsi. E c’è anche chi, approfittando della giornata prefestiva, anticipa il ritorno all’ora solare appena finiti gli eventuali impegni di sabato, per avere più tempo di adattarsi: cosa per molti non facile da fare, specie nelle prime settimane dal cambio, paragonabile secondo i medici a una sorta di piccolo jet-leg. Il guadagno di un’ora di sonno nella notte del ritorno all’ora legale rischia infatti di essere pagato a caro prezzo sul piano fisiologico. Avendo meno ore da sfruttare per le attività all’aperto, aumenta lo stress e peggiora l’umore, potenzialmente fino alla depressione. La minore esposizione alla luce solare incide sul metabolismo dell’osso e sulla regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia. Ci si sente più stanchi, si fatica a prendere sonno o si arriva addirittura all’insonnia. Di conseguenza, crescono le difficoltà di concentrazione. Diversi studi, soprattutto del Nord Europa, hanno evidenziato inoltre una correlazione tra il cambio di orario e le patologie cardiache, con un aumento dell’incidenza degli attacchi nella settimana successiva, specie tra gli anziani.
Gufi e allodole
C’è da tenere in conto anche la predisposizione naturale di ciascuno di noi.
Riguardo al sonno, l’essere umano può essere infatti diviso tra “gufi” e “allodole”.
Al contrario delle seconde, che dormono meglio nella prima parte della notte (e hanno sicuramente più problemi con il cambio primaverile dell’ora), i primi, fin dalla nascita, tendono ad andare a dormire tardi e a svegliarsi tardi: dunque, con l’ora solare, sono costretti a risvegliarsi in una fase di sonno più profondo, con conseguenti rischi per la salute.
Ecco perché i medici sono generalmente contrari ai cambi d’ora, evidenziando i vantaggi di avere ritmi più costanti tutto l’anno e che seguano maggiormente l’alternarsi naturale della luce e del buio. I passaggi, in questo caso in entrambi i sensi, tra ora solare e ora legale possono al contrario influenzare la secrezione di ormoni, tra cui cortisolo e melatonina, e la qualità del sonno e della veglia, mentre il mancato rispetto dei ritmi naturali, con una variazione anche di una sola ora, produce effetti sensibili anche sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.
Alcuni consigli per gestire al meglio il cambio d’ora
Anche se il corpo tende normalmente ad adattarsi rapidamente, non si può generalizzare un periodo standard necessario per adeguarsi al cambio dell’ora, essendo questo un aspetto molto soggettivo e influenzato anche dalla possibilità di modificare progressivamente i ritmi. Ecco perché, pur mancando una decina di giorni alla notte del ritorno dell’ora solare, è consigliabile fin da ora iniziare, per quanto possibile, a spostare progressivamente le nostre attività in base al nuovo orario in arrivo. Per esempio, la transizione può essere facilitata da un graduale anticipo degli orari dei pasti e del riposo. Ma è suggerita anche la massima esposizione alla luce naturale del mattino per regolare, adattandolo, il ritmo circadiano.
In generale, mantenendo una routine regolare negli orari, il corpo viene aiutato ad abituarsi in tempi più rapidi. E se, nonostante tutti questi accorgimenti, si presentassero comunque problemi, il suggerimento è estremamente semplice: bisogna avere pazienza, visto che i sintomi legati al cambio dell’ora sono generalmente transitori e tendono via via ad attenuarsi, già dopo pochi giorni.
Alberto Minazzi