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L’export italiano riparte, più forte dei dazi: il boom negli Usa

L’export italiano riparte, più forte dei dazi: il boom negli Usa

I dati Istat sull’interscambio commerciale extra Ue indicano una netta ripresa, con il settore navale in prima linea e la qualità dei prodotti italiani come leva competitiva

La qualità del Made in Italy è ancora un plusvalore riconosciuto sui mercati internazionali.
Anche su quello statunitense, nonostante le incertezze legate alla politica dei dazi intrapresa dall’amministrazione Trump e il cambio euro/dollaro sfavorevole per il nostro Paese.
Lo sottolineano i nuovi dati sul commercio estero extra Ue relativi al mese di settembre pubblicati dall’Istat, che, in un contesto generalmente positivo, sottolinea come siano le commesse navali la chiave principale per l’aumento su base mensile dell’export.

Le possibili ragioni del boom dell’export verso gli Usa

Il marcato incremento tendenziale delle esportazioni dall’Italia verso gli Usa a settembre è quantificato dall’Istituto di statistica in un complessivo +34,4%, il +12% al netto dei mezzi di navigazione marittima. In attesa della pubblicazioni dei dati settoriali, a partire da quelli del settore farmaceutico, le chiavi di lettura ipotizzate dagli esperti vanno dalla possibilità che gli operatori americani stiano accumulando scorte per tutelarsi nell’ipotesi in cui il presidente Trump intervenga ulteriormente sul piano dei dazi, all’indicazione, molto più incoraggiante per i nostri prodotti, che gli acquirenti statunitensi siano disponibili a sostenere una spesa maggiore per continuare a comprare i prodotti italiani che offrono standard qualitativi più elevati.

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La vitalità del commercio tra Stati Uniti e Italia

Va detto, a onor del vero, che la ripartenza di settembre non ha ancora consentito di riassorbire il -21,2% registrato ad agosto. È però comunque il segnale di un trend incoraggiante, anche perché, in ogni caso, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno fatto segnare un aumento medio del +9,5% nei primi 9 mesi del 2025, secondo solo, per quanto riguarda le operazioni commerciali in uscita verso Paesi al di fuori dell’Unione a 27, al +11,7% con la Svizzera. Inoltre, lo scorso mese la crescita italiana dell’export verso gli Usa è stata ben più elevata del +8% francese e del +11% tedesco. Va infine aggiunto che, oltre all’export, a crescere su base annua, con valori ancor più marcati (+76,8%), sono anche le importazioni italiane dagli Usa.

I dati generali del commercio estero extra Ue dell’Italia a settembre

Guardando invece ai dati complessivi sull’interscambio commerciale di settembre dell’Italia con i Paesi extra Ue, il forte incremento congiunturale è stimato dall’Istat nel +6,1% per le importazioni e nel +5,9% per le esportazioni (+1,8% escludendo i mezzi di navigazione marittima). Insieme alle maggiori vendite (+14,7%) di beni strumentali, tra cui rientrano le navi, a incidere in maniera significativa sulla crescita dell’export sono anche i beni di consumo non durevoli (+6,3%), con un +0,6% per quelli durevoli. In calo, invece, le esportazioni di energia (-16,9%) e di beni intermedi (-0,5%) Sono invece i beni di consumo non durevoli (+22,2%) e i beni intermedi (+8,3%), secondo l’Istituto, a spiegare quasi totalmente l’incremento congiunturale dell’import.

La prospettiva di medio periodo

Allargando la prospettiva, nel terzo trimestre 2025 l’export è aumentato del +1,8% rispetto al secondo, in questo caso soprattutto per il +27,3% nelle vendite di energia, mentre l’import ha fatto segnare un +0,9%.
La crescita tendenziale dell’export su base annua a settembre è infine del +9,9%, con un’inversione di segno dal -7% di agosto, e del +7,9% escludendo le navi, mentre l’incremento tendenziale annuo dell’import si è attestato al +16,9%. Quanto ai singoli Stati, dopo gli Stati Uniti le crescite percentuali più elevate delle esportazioni a settembre sono quelle verso i Paesi Opec (+23,8%), mentre sono scese del -33,9% quelle verso la Turchia. E, per le importazioni, la Cina ha registrato un +32,3%, con al contrario un Regno Unito in calo del -3,1%.

Alberto Minazzi

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