Economia +

La casa? Gli italiani riprendono a comprarla

La casa? Gli italiani riprendono a comprarla

Gli ultimi dati di Nomisma evidenziano la ripresa del mercato immobiliare. Resta però il nodo-affitti, con prezzi sempre più alti

Tradizionalmente, il primo obiettivo concreto che si pone un italiano una volta uscito dalla famiglia d’origine è quello di comprare casa. Non a caso, un rapporto presentato lo scorso anno da Confedilizia al Tavolo per il Piano Casa ha sottolineato che circa il 77% dei nuclei familiari risiede in un’abitazione di proprietà. Tra le conseguenze legate alle crescenti difficoltà economiche degli ultimi anni si era registrato però, in particolare nel 2023, un brusco rallentamento del mercato immobiliare del nostro Paese. Una battuta d’arresto che, adesso, sembra superata. L’Osservatorio sul mercato immobiliare 2025 di Nomisma ha infatti evidenziato concreti segni di ripresa. Del resto i dati sui prezzi degli immobili in Italia a giugno 2025, pubblicati da Immobiliare.it, sottolineano che, in percentuale, l’aumento del costo per l’acquisto di un immobile nell’ultimo anno è stato di gran lunga inferiore a quello fatto registrare dai canoni d’affitto. E questo, in molti casi, ha orientato le scelte verso l’acquisto.

La ripartenza del mercato immobiliare

Le compravendite immobiliari, hanno ricordato gli esperti di Nomisma in occasione della presentazione del nuovo rapporto, nel 2023 avevano fatto segnare un -9,5%. Una prima leggera ripartenza (+1,3%) si era registrata già nel 2024; ma, nei principali 13 mercati urbani italiani monitorati dall’Osservatorio, una vera e propria impennata tendenziale, pari al +11,5%, è arrivata nel primo trimestre 2025. Un trend di aumento che dovrebbe, secondo le previsioni, continuare anche nel prossimo biennio, passando dalle 751 mila unità residenziali oggetto di compravendita nell’anno in corso alle 773 mila previste per il 2026 e alle 785 mila del 2027. A trainare la crescita, nonostante la prudenza delle banche a concedere il finanziamento, sono soprattutto gli acquisti effettuati accendendo un mutuo, cresciuti in un anno del +32,7%, anche grazie alla discesa dei tassi di interesse. Nelle grandi città come Milano e Roma, fa notare Nomisma, è ripartita anche la domanda di acquisti di immobili per investimento, anche se concentrata in particolare in periferie e aree suburbane, dove i costi sono meno elevati.

Quanto costano le case in Italia

Del resto, l’aumento dei prezzi delle case non si è fermato (e, secondo Nomisma, dovrebbe proseguire anche nei prossimi 2 anni con una media prevista del +1,5% ogni 12 mesi), con attuali variazioni semestrali tra +0,8% e +1,3% e tendenziali annue tra +1,1% e +1,4%, ma ha registrato un progressivo rallentamento. Al riguardo, le statistiche di Immobiliare.it indicano, a giugno 2025, un costo medio di 2.110 euro al metro quadro (la forbice varia tra i 3.529 del Trentino Alto Adige e i 949 della Calabria) per le case in vendita in Italia, con un aumento del +1,83% rispetto allo stesso mese del 2024. È il valore più alto degli ultimi 2 anni, con il prezzo più basso, al contrario, toccato ad agosto 2023 (1.971 euro al metro quadro). Ma la tendenza (da gennaio 2025 l’aumento è stato del +2,1%) è comunque più contenuta rispetto all’andamento degli affitti, in crescita pressoché costante da marzo 2017, con un’accelerazione ben più consistente negli ultimi mesi rispetto a quella riscontrata relativamente ai prezzi di vendita.

Il nodo degli affitti

Proprio il tema dei costi risulta infatti tra i fattori maggiormente determinanti nella prospettiva della scelta tra le opzioni alternative dell’acquisto o dell’affitto di un immobile. Sempre secondo i dati di Immobiliare.it, la media degli affitti a giugno 2025 è stata di 14,29 euro al mese per metro quadro (in Valle d’Aosta si arriva a 19,91, in Basilicata si scende fino a 7,45). Rispetto a giugno 2024, quando erano richiesti mediamente 13,41 euro mensili, l’aumento è stato dunque pari al +6,56%, con un +5,5% solo nel primo semestre dell’anno in corso. Ne è conseguita una riduzione del -9% della domanda di case in locazione da gennaio a giugno, con punte del -21% nei grandi centri urbani. Al riguardo, Nomisma evidenzia un +1% del numero dei contratti di locazione nel primo trimestre 2025, quando l’elevato costo del canone in proporzione alle disponibilità economiche delle famiglie ha comunque impedito in molti casi l’incontro tra domanda e offerta. E, relativamente a quest’ultima, va segnalata una carenza di disponibilità in particolare a Milano, Roma e Padova, mentre migliorano Venezia, Bari e Palermo.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  casa