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Italia seconda al mondo per serial killer: a Torino apre il museo che indaga il lato oscuro dell’uomo

Italia seconda al mondo per serial killer: a Torino apre il museo che indaga il lato oscuro dell’uomo

Dalla mente dei più efferati assassini ai luoghi dei delitti: un percorso immersivo che racconta i casi più celebri della cronaca nera internazionale

Immergersi nelle vite dei più noti serial killer, comprendere la loro mente, percorrere i luoghi che li hanno visti agire, rivivere le scene dei loro crimini: il pensiero fa gelare il sangue, ma al tempo stesso esercita un fascino oscuro che da sempre attira la curiosità umana.
Tra racconti macabri, film horror e cronaca nera, si nasconde il tentativo di confrontarsi con la paura della morte, della violenza e del male.
Proprio partendo da questa attrazione morbosa è nato il Serial Killer Museum recentemente inaugurato a Torino, seconda sede italiana dopo Firenze.
Un museo che racconta i casi più celebri della cronaca nera internazionale, offrendo uno sguardo sull’ibristofilia, l’ossessione crescente verso chi ha compiuto crimini violenti.

Il viaggio nell’orrore della mente umana

Il dato può sorprendere: l’Italia si colloca al secondo posto nel mondo per numero di serial killer.
Subito dopo gli Stati Uniti, che da soli concentrano circa il 60% dei casi globali e a pari merito con il Regno Unito, il nostro Paese registra oltre due terzi degli omicidi seriali al Nord, con la Lombardia in cima alla classifica.
Un primato inquietante che aiuta a comprendere come l’interesse per il lato oscuro dell’animo umano – e per chi ne è stato tragico protagonista – sia tutt’altro che marginale.
Il Serial Killer Museum di Torino offre una prospettiva storica e psicologica attraverso un percorso sensoriale tra reperti originali, archivi investigativi, installazioni multimediali e ricostruzioni fedeli delle scene del crimine, fino a ripercorrere dieci casi emblematici, per lo più statunitensi, entrati nella storia nera contemporanea.

Cosa si vede in mostra

Ad aprire l’itinerario, è uno spazio dedicato a Cesare Lombroso, il pioniere della criminologia moderna, un tributo alla sua ricerca, che ha posto le basi per lo studio sistematico del comportamento criminale.
Protagonisti dei casi di cronaca sono i serial killer più efferati. Ci sono, per citarne alcuni Ed Gein, il serial killer che creava oggetti con la pelle delle sue vittime e che ispirò in parte la creazione del personaggio di Hannibal Lecter, reso immortale da Anthony Hopkins ne “Il Silenzio degli innocenti”; John Wayne Gaci detto il “Killer Clown”; Jeffrey Dhamer conosciuto come “il mostro di Milwaukee” che ha ucciso brutalmente 17 ragazzi e mangiato parte dei loro corpi; Richard Ramirez, il “Night Stalker” che aveva l’abitudine di compiere i propri omicidi soltanto dopo il calar del tramonto; Charles Manson, simbolo della follia criminale degli anni Sessanta statunitense e “la contessa sanguinaria

Tra curiosità, spavento e fascino: le storie di criminali americani e italiani

Non mancano i casi di Aileen Wuornos, una delle poche serial killer donna ritenuta tra le più crudeli di sempre e di Leonarda Cianciulli, la cosiddetta “saponatrice di Correggio” che, dopo aver ucciso e sezionato le sue vittime, faceva sapone con i loro corpi e dolcetti con il loro sangue. Rimane uno dei personaggi più misteriosi della storia criminale italiana.
Tra gli italiani ci sono anche Vitalino Morandini, il mostro di Pontoglio, serial killer degli anni ’50 mentre negli anni ’80 è diventato tristemente famoso Roberto Succo. Dopo aver ucciso barbaramente i genitori, seminò il panico in Italia e in Francia lasciando dietro di sé un macabro elenco di omicidi. Nella sezione dedicata ai serial killer di casa nostra c’è anche “il mostro di Firenze”, sulla cui identità ancora oggi non ci sono risposte certe.

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