Domenica 7 settembre in Val Vigezzo più di 1.300 professionisti con i volti anneriti dalla fuliggine sfileranno per le vie di Santa Maria Maggiore
La loro figura professionale è nata in Gran Bretagna alla fine del XVI secolo, ma la loro “patria” è considerata una piccola valle italiana, nel nord del Piemonte, al confine con la Svizzera, che ospita a Santa Maria Maggiore anche un monumento e un museo dedicato.
Parliamo degli spazzacamini, che domenica 7 settembre, dalle 10, terranno la 42^ edizione del loro raduno mondiale proprio in Val Vigezzo. Una realtà che si è guadagnata il riconoscimento internazionale in ricordo dei tanti ragazzi che, in particolare tra XVII e XVIII secolo, emigrarono nel Nord Europa per svolgere il loro lavoro, peraltro ben diverso da quello praticato ancor oggi da addetti sempre più specializzati.
Il raduno degli spazzacamini
L’aspetto folkloristico del raduno, che si unisce al quello legato alla memoria dei giovani emigrati, ribattezzati “rusca” nel dialetto locale, emerge chiaramente dal fatto che gli oltre 1.300 spazzacamini attesi, insieme a migliaia di turisti e curiosi, scenderanno in strada per la parata al via alle 10 di mattina con gli attrezzi classici del mestiere, con i volti anneriti dalla fuliggine e indossando i tradizionali abiti da lavoro. Che, curiosamente, sono ovunque neri, tranne che in Olanda, dove invece si usa il bianco. Tra le altre Nazioni maggiormente rappresentate, i Paesi del Nord come Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e Svizzera. Assenti invece, per le ovvie motivazioni geopolitiche, Russia e Ucraina, ma anche altre delegazioni dell’Est come quelle di Lituania e Moldavia.
Lo spazzacamino oggi
Professione antica, al giorno d’oggi lo spazzacamino è un professionista qualificato esperto di sicurezza e prevenzione, che opera non solo per la pulizia, ma anche per la manutenzione del camino e della canna fumaria. Un intervento corretto consente infatti di evitare i problemi legati alla combustione incompleta e all’accumulo di fuliggine, da cui possono scaturire incendi, ma che anche possono impedire la corretta dispersione dei fumi, oltre alla riduzione delle emissioni inquinanti e di efficienza e resa calorica del camino. Per il controllo, sono utilizzati anche strumenti avanzati come telecamere e sonde, verificando così anche la presenza di eventuali ostacoli o difetti strutturali, potendo al termine dell’intervento, che comprende la rimozione di fuliggine, residui e creosoto, rilasciare i certificati di idoneità e sicurezza.
La spazzola: il legame con la tradizione
Uno strumento rimasto pressoché immutato è invece la classica spazzola in metallo, inventata nel 1828 da Joseph Glass. Anche in questo caso, però, la tecnologia ha permesso di affiancare ulteriori strumentazioni moderne, tra cui spazzole rotanti motorizzate e aspiratori industriali. A cambiare molto, col tempo, è stata però prima di tutto la figura stessa dello spazzacamino. Dopo la prima ordinanza in materia, emanata dai Tudor nel 1582, i primi a essere impiegati furono bambini e ragazzi, sia delle famiglie che mendicanti e orfani.
Unica caratteristica richiesta, la loro magrezza, perché veniva richiesto a loro di entrare all’interno della canna fumaria per pulirla.
Alberto Minazzi