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Il sindaco pescatore che sognava legalità e bellezza

Il sindaco pescatore che sognava legalità e bellezza
Angelo Vassallo

Il 16 settembre si aprirà l’udienza preliminare per l’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” assassinato quindici anni fa a Pollica. Mentre la giustizia cerca ancora una verità definitiva, la sua storia continua a germogliare tra scuole, piazze, libri, spettacoli e alberi piantati in tutta Italia

Il 5 settembre 2010, a Pollica-Acciaroli, nel cuore del Cilento, la vita del sindaco Angelo Vassallo si spezzò sotto nove colpi di pistola. Tornava a casa, dopo aver trascorso la serata con i suoi concittadini.
Il giorno successivo avrebbe dovuto recarsi in Procura per denunciare ciò che aveva scoperto: certi locali di Acciaroli erano diventati piazze di spaccio, e le vie del mare erano diventate vie della droga.
Vassallo era pronto a fare nomi e a denunciare tutto quanto ricostruito. Sapeva di correre un enorme rischio.
Quella sera finì la sua vita, ma iniziò un percorso di memoria e impegno che ancora oggi continua.

Dal mare al municipio

Vassallo era nato pescatore, come suo padre e i suoi fratelli.
Non dimenticò mai le radici, anche quando fu eletto sindaco di Pollica per tre mandati consecutivi, e ancora nel 2010.
Legalità e ambiente erano le sue stelle polari: “due cardini sui quali costruire una nuova Società e una nuova Economia”, ripeteva.
Sotto la sua guida Pollica diventò simbolo di sviluppo sostenibile e qualità della vita. Era presidente della Comunità del Parco del Cilento e Vallo di Diano, delle Città Slow nel mondo, della Comunità Montana Alento Monte Stella. La sua visione superava i confini di un piccolo borgo: parlava di un Sud che poteva rinascere partendo dalla bellezza e dal rispetto delle regole.

La Fondazione e i fratelli

Dopo l’omicidio, i fratelli Dario e Massimo diedero vita, il 5 dicembre 2010, alla Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, con l’obiettivo di non lasciare che la sua memoria si spegnesse.
La Fondazione ha portato la sua storia in centinaia di scuole italiane, parlando a migliaia di studenti di giustizia, Costituzione e impegno civico. Da due anni ha istituito il “Premio Angelo Vassallo”, rivolto a giovani e amministratori che incarnano i valori di legalità e tutela del territorio.
E già da subito ha affidato la memoria di Angelo a libri e fiction, con i quali è diventata memoria culturale dell’intero Paese.

Nel 2011 uscì il libro Il sindaco pescatore, scritto da Dario Vassallo e Nello Governato, edito da Mondadori, da cui nacque nel 2016 una fiction Rai che raccolse milioni di spettatori. Parallelamente prese vita uno spettacolo teatrale, portato in scena oltre 150 volte in quattro anni, in teatri prestigiosi come il San Carlo di Napoli e il Petruzzelli di Bari.
Nel 2020, a dieci anni dall’assassinio, è arrivato il secondo libro, La verità negata. Chi ha ucciso il sindaco pescatore, firmato da Dario Vassallo e Vincenzo Iurillo.

Una storia che ha messo radici

Quest’anno, a quindici anni dalla sua morte, la Fondazione ha invitato cittadini e amministrazioni a piantare un albero per ricordare Vassallo.
Decine di città hanno aderito: a Ravenna è stato piantato un tiglio con una targa al parco Grishenko, a Foggia e Manfredonia un albero in spazi pubblici, a Ladispoli una quercia, mentre nuove intitolazioni continuano a sorgere in tutta Italia, dal “Molo Angelo Vassallo” di Finale Ligure al “Giardino Angelo Vassallo” di Rosolina. Non semplici monumenti, ma segni vivi di una memoria che cresce.

La lunga attesa della giustizia

Il 16 settembre, a Salerno, si aprirà l’udienza preliminare per l’omicidio.
Quindici anni di indagini, archiviazioni, nuovi arresti e colpi di scena hanno lasciato ancora aperto il caso.
La Procura insiste, la Corte di Cassazione ha messo in dubbio alcune prove, gli imputati proclamano la propria innocenza.
Intanto, un Paese intero continua ad aspettare una verità giudiziaria che dia giustizia a quell’uomo e alla sua comunità.
In questo momento cruciale, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (Asmel), che raggruppa 4.700 enti locali in tutta Italia, ha deciso di costituirsi parte civile.
“Una decisione – spiega il segretario generale Francesco Pinto – che nasce dalla convinzione che mantenere viva la figura di Angelo significhi non solo onorare un uomo che ha sacrificato la propria vita difendendo valori universali, ma anche riaffermare il dovere collettivo di tutelare la legalità e promuovere un’amministrazione trasparente. Vogliamo che la sua battaglia sia da esempio per tutti -continua – , che il ricordo di Angelo Vassallo diventi un faro per tutti i sindaci e gli amministratori locali che ogni giorno si confrontano con difficoltà e pressioni e che devono agire con coerenza e responsabilità”.
Hanno lo stesso fine le iniziative concrete attivate da Asmel attraverso “progetti di formazione sulla gestione trasparente del territorio, campagne di sensibilizzazione contro le infiltrazioni mafiose e il rafforzamento delle reti di collaborazione tra sindaci impegnati sul fronte della legalità e della tutela ambientale”.

Un seme per il futuro

Il ricordo di Angelo Vassallo non si esaurisce dunque nelle commemorazioni.
Vive nelle scuole, nelle piazze, negli amministratori che ne seguono l’esempio.
Ogni anno, il 21 marzo, il suo nome viene pronunciato nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera.
E ogni 5 settembre, al porto di Acciaroli, una corona d’alloro viene affidata al mare.
Quello in cui è nata la storia del sindaco pescatore che credeva nella politica come azione per servire il bene comune e che difendeva la bellezza e la legalità.

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