La storica biblioteca del convento di San Francesco della Vigna propone ai visitatori la sua ampia collezione di circa 200 mila opere antiche e moderne
Sapete dov’è conservata l’unica copia rimasta della prima stampa in caratteri mobili del Corano in arabo? La risposta è meno scontata di quanto si possa pensare. Perché si trova a Venezia, nella biblioteca del convento di San Francesco della Vigna, nel sestiere di Castello. Ed è solo uno dei tanti preziosi volumi custoditi in quest’istituzione veneziana di origine antichissima, oggi diretta da padre Rino Sgarbossa con l’ausilio di due bibliotecarie, Elena Boaga e Margherita Valenti. “Il Corano – puntualizza padre Rino, guida e factotum della biblioteca – non è l’unico libro che tratta di altre religioni. Molta attenzione è infatti dedicata alle varie confessioni cristiane. Possediamo opere di carattere teologico, storico e artistico sulle chiese ortodosse, così come è molto ampia la sezione che tratta le altre religioni, con particolare attenzione all’ebraismo e all’islamismo”.
Il ricco patrimonio librario della biblioteca di San Francesco della Vigna
Il patrimonio librario di San Francesco della Vigna include oggi circa 200 mila volumi. Una parte è stata acquisita a partire dal 2001, quando, in accordo con la Direzione Cultura della Regione Veneto, sono confluiti nel convento francescano di Castello i fondi librari antichi appartenuti ad Anacleto Sasso e a Candido Romeri, religiosi della Provincia veneta dell’Ordine dei Frati Minori. A questi fondi si sono aggiunti, nello stesso periodo, anche quelli provenienti da 8 conventi veneti soppressi. Tra questi, il convento di San Michele in Isola, che un tempo custodiva il prezioso Corano in arabo, ora di proprietà della biblioteca del convento di San Francesco della Vigna.

Al fondo antico di corali, incunaboli, cinquecentine, manoscritti e circa 40 mila libri dei secoli XVII, XVIII e XIX si accompagna anche un fondo moderno di circa 140 mila opere. Al fondo librario è annessa la sezione riviste, che comprende più di 650 testate correnti (350 cartacee e 300 digitali). Vi è rappresentata la ricerca teologica nazionale e internazionale, tra cui facoltà teologiche cattoliche e non cattoliche, istituti ecumenici o altre realtà accademiche, e gli organismi ufficiali che compongono il panorama ecumenico mondiale.
Una storia che inizia (almeno) nel 1437
La storia della biblioteca, così come quella del convento, è antichissima. La prima notizia certa della sua esistenza risale al 2 agosto 1437, quando papa Eugenio IV ordinò che i manoscritti dei frati defunti non fossero dispersi o venduti, ma restassero patrimonio del convento di San Francesco della Vigna. Un fondo che si è con il tempo allargato anche grazie ad importanti donazioni, tanto che già nel 1487 lo storico Marco Antonio Sabellico parla di una biblioteca molto ampia e assai frequentata. E non solo dai frati del convento, ma anche dai laici.

In tempi antichi non sono quindi mancati i furti, visto che la biblioteca era aperta a tutti. Ma più delle sottrazioni, a provocare seri danni al patrimonio librario del convento, è stata l’era napoleonica. “In quel periodo nefasto – racconta Rino Sgarbossa – il ricco e prezioso fondo librario è andato in buona parte disperso: bisognerà aspettare il 1877 per poter vedere una nuova fioritura della biblioteca. A partire da quell’anno, la collezione è stata totalmente ricostituita e ampliata anche grazie a lasciti e donazioni di frati e di laici”.
L’Istituto di studi ecumenici San Bernardino
Un’altra data importante per la biblioteca di Castello è il 1989, quando, all’interno del convento, è stata aperta la sede dell’Istituto di studi ecumenici San Bernardino. Accanto al fondo antico e ai libri moderni riguardanti teologia, diritto, storia della Chiesa e francescanesimo la biblioteca si è quindi arricchita soprattutto di libri sull’ecumenismo, opere relative al cristianesimo nelle sue varie confessioni e al dialogo con altre religioni.

“L’Istituto – puntualizza padre Rino – è una sezione della facoltà di Teologia della Pontificia Università “Antonianum” di Roma Al termine del curriculum, concede il grado accademico di “licenza in teologia con specializzazione in Studi ecumenici”: di conseguenza, la biblioteca, a partire dal 1989, ha acquisito opere indirizzate alla formazione sia dei docenti che degli studenti dell’Istituto con volumi relativi al cristianesimo nelle sue varie confessioni (ortodossa, protestante, cattolica, riformata) insieme a opere che spiegano cosa è stato fatto per favorire l’unità dei cristiani. Particolare attenzione è posta anche all’aspetto teologico delle varie chiese cristiane e al dialogo interreligioso”. L’Istituto pubblica anche una rivista di carattere scientifico con cadenza trimestrale, dal titolo “Studi Ecumenici”, che vuole essere uno strumento di formazione ecumenica, di ricerca teologica e un mezzo per favorire il dialogo teologico fra le Chiese.
Dalle opere dedicate al francescanesimo ai quadri moderni
Avendo sede all’interno di un convento francescano, la biblioteca dedica al francescanesimo un’intera sezione con numerose collane, tra cui varie “opere omnie” di teologi francescani. Un’ampia parte è dedicata alle fonti e agli scritti di San Francesco e di Santa Chiara, corredati da biografie e commenti alle loro opere. Numerosissimi i volumi di spiritualità francescana, di liturgia e di storia dei vari ‘rami’ maschili e femminili, anche nella loro attività missionaria all’estero. Molte le biografie di personaggi francescani corredate dai loro scritti. Grande spazio è infine dato ai volumi sull’arte e l’architettura dei conventi e delle chiese dell’Ordine.

Non manca poi una curiosità: una sezione della biblioteca è abbellita e rallegrata dalla presenza di dipinti moderni dai colori accesi in stile Pollock: “Per frequentare l’Accademia di Belle arti di Venezia – spiega Sgarbossa – ha soggiornato da noi per 2 anni un monaco armeno di nome Endza. Al momento di lasciare il convento, ci ha donato i suoi quadri che ho deciso di appendere in biblioteca. Quadri astratti, moderni, pieni di colori, opere che non sono a carattere religioso ma regalano un tocco di allegria e di modernità a questi luoghi di studio e spiritualità”.
Una visita alla biblioteca
La biblioteca del convento di San Francesco della Vigna, che fa parte del Polo bibliotecario della Regione Veneto, è aperta al pubblico tutti i lunedì, mercoledì, giovedì dalle 9 alle 17, i martedì e venerdì dalle 9 alle 13. È visitabile anche il sabato e la domenica, previa prenotazione (da inviare via mail a: direttore@bibliotecasanfrancescodellavigna.it), da gruppi non superiori alle 15 persone.

La visita comprende anche il cinquecentesco convento di San Francesco della Vigna, struttura religiosa che deve il suo nome ai vigneti, tuttora coltivati, che si trovano nei pressi del grande chiostro affacciato sulla laguna. Dal 20 dicembre al 6 gennaio è infine possibile ammirare anche la mostra “Tra terra e cielo”, dedicata agli angeli nelle immaginette devozionali d’epoca.
Claudia Meschini



