WindRunner, il cargo più grande del mondo, sarà assemblato nel nostro Paese. Un colosso lungo quanto un campo da calcio, alto come un palazzo di quattro piani e capace di trasportare pale eoliche lunghe più di un Boeing 747
Immaginate di alzare gli occhi al cielo e vedere passare un colosso d’acciaio lungo quanto un campo da calcio, alto come un palazzo di quattro piani e capace di inghiottire una pala eolica grande come un grattacielo.
Non è fantascienza.
Si chiama WindRunner e nascerà in Italia: sarà l’aereo più grande del mondo, un gigante gentile progettato per trasportare l’energia del vento verso un pianeta più pulito.
Il cargo non è nato per il gusto di costruire un maxi aereo ma per risolvere un problema che nessun altro mezzo di trasporto potrebbe mai affrontare: portare a destinazione pale eoliche lunghe oltre 100 metri, indispensabili per produrre energia a costi più bassi e su scala mai vista prima.
L’invenzione dell’aereo che ancora non esiste
Tutto è iniziato in in un laboratorio di Boston, dove Mark Lundstrom – professore del MIT ed esperto di energie rinnovabili – si è trovato davanti a un paradosso: pale eoliche enormi, lunghe oltre 100 metri, non si smontano, non passano nei tunnel, non entrano sulle navi e perfino i dirigibili alzano bandiera bianca.
Invece di fossilizzarsi sul problema, Lundstrom ha cercato la soluzione.
L’unica possibile: inventarsi l’aereo che ancora non esiste.
E’ nata così Radia, la startup americana che oggi il World Economic Forum definisce “unicorno” ad altissimo potenziale.

Un mostro buono lungo 108 metri
WindRunner sarà il cargo più grande mai costruito: 108 metri di lunghezza, 80 di apertura alare, 24 di altezza.
Potrà trasportare carichi di 105 metri di lunghezza e 72 tonnellate di peso, con un volume interno 12 volte superiore a quello di un Boeing 747.
E non serve nemmeno un mega-aeroporto: gli basta una pista di 1.800 metri, anche semi-preparata, per sollevarsi in volo.
Mach 0,6 di velocità, 2.000 chilometri di autonomia e la capacità di atterrare dove nessun altro cargo oserebbe.
Perché in Italia
Radia ha scelto il nostro Paese come cuore produttivo.
Fusoliera firmata Leonardo, carrelli made in Campania da Magnaghi Aerospace, ali dalla spagnola Aernnova, collaborazione con partner olandesi e inglesi.
Ma sarà la Puglia, con lo stabilimento di Grottaglie, a vedere nascere i giganti dei cieli.
La scelta non è solo industriale: c’è un Memorandum con il ministero delle Imprese e del Made in Italy per accelerare permessi e procedure grazie alla ZES unica.
Obiettivo: primi voli nel 2029, consegne dal 2030, cinque esemplari l’anno per un totale di 120 aerei.
Come la Tesla agli inizi
Giuseppe Giordo, presidente e CEO per l’Europa e l’Italia, la paragona alla sfida di Elon Musk con Tesla.
Anche qui, la missione non è vendere aerei ma aprire un mercato nuovo: il trasporto di pale eoliche giganti per i parchi “Gigawind”, capaci di produrre energia green a costi più bassi del nucleare o del solare.
E se nel frattempo servirà per altre missioni – difesa, aerospaziale, logistica extra-large – WindRunner è pronto a dire sì.
Il futuro ha le ali
Non volerà verso Russia o Cina, ma vedrà rotte intense verso Nord Africa e Oriente, dove la corsa alle energie rinnovabili è già in pieno decollo. Per l’Italia, significa migliaia di posti di lavoro diretti e un indotto cinque volte superiore.
Mark Lundstrom lo dice chiaramente: «L’Europa è strategica, e l’Italia è fondamentale per la nostra visione. Ora serve solo correre più veloce della nostra burocrazia».
E a vedere le dimensioni del WindRunner, c’è da scommettere che la corsa sarà spettacolare.