Le parole del ministro della Difesa: “Prepariamoci”. E gli italiani guardano sempre più ai bunker
Quanto concreto è il rischio che la guerra iniziata il 24 febbraio 2022 in Ucraina e di cui ancora non si vede la fine possa arrivare anche in Italia?
“L’Italia, secondo me, non entrerà mai in guerra. Ma un giorno potrebbe essere costretta a difendersi? Sì, è uno degli scenari possibili. Prepariamoci” è la riflessione che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha esposto pubblicamente sul tema intervenendo a Torino alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico e scolastico 2025-2026 degli istituti di formazione dell’Esercito. Se, dunque, al momento la minaccia non sembra imminente, il pericolo è concreto.
E, non a caso, sono sempre più gli italiani che si stanno muovendo per informarsi sulla possibilità di farsi costruire un bunker, per averlo pronto in caso di necessità.
Ucraina, chiave di volta per la pace in Europa
Che i fragili equilibri geopolitici europei dipendano soprattutto dall’evoluzione del conflitto esploso per l’aggressione da parte della Russia al Paese confinante è un’idea condivisa.
A ribadirla è proprio Crosetto, in una conversazione con il direttore del “Foglio”, Claudio Cerasa, ripresa dall’agenzia Ansa. “Aiutare l’Ucraina – ha affermato il ministro – significa questo: significa lavorare per fermare la guerra. L’ho detto decine di volte e lo voglio ridire: se cadesse Kyiv, l’Europa si troverebbe in guerra anche senza volerlo”.

Per questo, il titolare della Difesa ha ribadito l’impegno del nostro Paese a favore del popolo ucraino e l’obiettivo di porre quanto prima la parola fine allo scenario di morte e distruzione in quei territori. Sempre agli allievi ufficiali, a cui ha tenuto una lectio magistralis che ha visto l’illustrazione e l’analisi della guerra in Ucraina tra i temi principali, Crosetto ha dunque lanciato un appello: “Vedo una follia dilagante nel mondo. E voi, che un giorno avrete responsabilità di comando su altri uomini e donne, dovrete essere pronti a interpretare tutti i cambiamenti e a difendere il Paese”.
La corsa degli italiani ai bunker
Una testimonianza che evidenzia come le preoccupazioni per la situazione ucraina siano condivise anche da una fetta sempre crescente della popolazione arriva dal vero e proprio boom di richieste (passate da poche unità a centinaia ogni anno) che hanno registrato dopo l’invasione russa le aziende che tra i loro prodotti propongono la realizzazione di bunker. L’idea di dotarsi di un rifugio protettivo rinforzato sta diventando insomma sempre meno inusuale anche in Italia, avvicinandoci così sempre più al modello della vicina Svizzera, dove la dotazione di un bunker è obbligatoria in ogni abitazione. Ed è proprio sugli standard della protezione civile elvetica che si basa l’offerta di un gruppo finlandese specializzato, che ha una delle sue sedi a Verona. “In caso di conflitti armati – illustra il sito dell’azienda – le costruzioni di protezione tutelano la popolazione da eventuali effetti collaterali di armi nucleari e convenzionali nonché dagli effetti di armi biologiche e chimiche. Per questo le costruzioni di protezione vengono realizzate e dimensionate in base all’entità e al grado di protezione richiesti tollerando eventuali danni in caso di intervento armato che permettano comunque l’uso del rifugio”.
Entriamo in un bunker…
Come spiega lo stesso sito ufficiale, i bunker Nbc commercializzati dalla ditta veronese sono progettati “per consentire la propria sopravvivenza e quella dei famigliari a fronte di un evento naturale, accidentale, bellico o terroristico”.
Per questo sono previste dotazioni che vanno dalle porte ai sistemi di trattamento dell’aria, da arredi a misuratori di radiazioni e generatori diesel per emergenza. Vengono inoltre forniti una serie di raccomandazioni e consigli, come quello di avere sempre una riserva minima di contanti in banconote di piccolo taglio e, soprattutto, le indicazioni delle scorte minime di cui deve essere dotato un bunker in caso di necessità di permanenza al suo interno. Fondamentali sono in primo luogo almeno 9 litri di acqua potabile a testa, visto che per il solo uso alimentare si stima un consumo giornaliero individuale tra i 2 e i 2,5 litri. Servono poi alimenti per almeno una settimana, consigliando l’acquisto di confezioni pronte a lunghissima conservazione, per consentire un aggiornamento con tempi sufficientemente ampi della rotazione delle scorte, e porzioni divise in buste sigillate. L’elenco prosegue quindi con una cassetta di pronto soccorso contenente i medicinali abituali, una torcia con batterie di riserva e candele, fiammiferi e un accendino per l’illuminazione, una radio fm con batterie di riserva e una radio Cb per le comunicazioni, carta, carta igienica e carta assorbente.
Alberto Minazzi



