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Freddo ciao, tra ottobrata e via al riscaldamento

Freddo ciao, tra ottobrata e via al riscaldamento

Finita la perturbazione nordatlantica, torna l’alta pressione. E il caldo. Da metà mese si inizierà a poter accendere le caldaie in case e condomini

Per chi soffre il freddo, ci sono due buone notizie. La prima arriva dal meteo: la giornata di domenica 5 ottobre, caratterizzata dal passaggio di una perturbazione nordatlantica particolarmente fredda, ventosa e piovosa, resterà, almeno per il momento, un isolato assaggio di inverno anticipato.
Secondo il bollettino di iLMeteo.it, da martedì 7 e almeno fino al weekend dell’11 e 12 ottobre l’Italia dovrebbe infatti essere protetta dagli effetti di un anticiclone.
Con l’ottobrata, si potrà quindi godere di giornate nuovamente miti se non addirittura calde.
Si avvicinerà così, seconda buona nuova per i freddolosi la data del 15 ottobre: quella, cioè, in cui si aprirà il calendario di apertura degli impianti di riscaldamento.

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Arriva l’ottobrata: termometro di nuovo verso i 25°

Già in queste ore, proseguono i meteorologi, la pressione ha fatto segnare un deciso aumento, proiettando la penisola verso la cosiddetta “ottobrata”. La parentesi contrassegnata da tempo stabile e soleggiato, unito a temperature più miti, tipica del decimo mese si lega proprio all’espansione dell’anticiclone sulla Penisola. Resterà, chiarisce iLMeteo.it, ancora qualche nicchia di maltempo, prima sull’Adriatico meridionale, con veloci precipitazioni legate ai forti venti da Nord, poi in Sardegna, dove sono previste piogge tra giovedì e venerdì.
In attesa del nuovo e importante peggioramento, che potrebbe presentarsi la prossima settimana, gli effetti di queste novità positive sul fronte climatico saranno evidenti in particolare guardando la colonnina del termometro, che tornerà a superare la soglia dei 20°. Questo avverrà già a partire da martedì su Toscana, Lazio, Umbria, Campania e Sicilia, con la previsione di successivi picchi a 24°-25° a Firenze e Roma.

Il countdown dei termosifoni

Il freddo che si è fatto sentire nei giorni scorsi, intanto, non ha raggiunto livelli tali da giustificare deroghe nel senso di una possibile accensione anticipata degli impianti di riscaldamento. Si applicherà così regolarmente il calendario previsto dai Dpr del 2013 e quello precedente del 1993, che ha diviso il territorio nazionale in 6 zone climatiche.
Se si escludono le porzioni delle province di Cuneo, Belluno e Trento che superano i 431 metri sul livello del mare, dove non sono previste limitazioni di data o di orario giornaliero (consentendo cioè di tenere accesi i termosifoni anche 24 ore al giorno per tutto l’anno), per il resto del Paese si applicano le regole che fissano in maniera diversificata l’accensione delle caldaie a seconda delle temperature medie annue. Periodi che possono essere modificati, a fronte di particolari condizioni, attraverso apposite ordinanze emesse da parte dei sindaci: sia anticipando le accensioni, sia posticipandole nel caso in cui le temperature si mantengano sopra la media. In assenza di tali provvedimenti si può partire, a seconda delle zone, dal 15 ottobre o, nelle aree via via più miti, fino al 1° dicembre.

Riscaldamento: si parte dal Nord

Rispetto agli scorsi anni, quando la crisi del gas legata alla guerra in Ucraina portò a fissare date straordinarie, nel 2025 si torna al calendario standard, anche se non mancano i Comuni che hanno deciso di proseguire con quello ridotto. In generale, così, si può dire che il 15 ottobre si partirà con città del Nord tra cui Milano, Torino, Venezia, Bologna, Trieste, Aosta e Bolzano, più altre dell’entroterra montuoso del Centro-Sud come Perugia, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna. Toccherà quindi, il 1° novembre, ad altre città come Roma, Genova, Firenze e Ancona e, il 15 novembre, a Napoli, Bari, Cagliari e Catanzaro tra le altre. L’ultima data del calendario del riscaldamento è il 1° dicembre, che riguarderà Reggio Calabria e Palermo, insieme al resto della Calabria e della Sicilia, e località del Sud e Isole come Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.

La durata giornaliera dell’accensione e le altre regole

Se la temperatura standard dei termostati è ovunque di 19°, anche in questo caso modificabili, con 2 gradi di tolleranza, a differenziare le zone è anche il numero di ore giornaliere di utilizzo. Nella zona “E”, la prima ad accendere gli impianti, questi potranno funzionare fino a 14 ore al giorno. In zona “D” si può arrivare a un massimo di 12 ore, che diventano 10 in zona “C”, 8 in zona “B” e appena 6 in zona “A”. La durata prevista a regime va dimezzata in caso di deroghe locali alle date di attivazione degli impianti termici. Infine, va ricordato che, prima dell’accensione, bisogna provvedere alla manutenzione e al controllo degli impianti, con sanzioni amministrative da 500 a 3 mila euro per proprietari, affittuari o amministratori di condominio inadempienti.

Alberto Minazzi

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