Il liceo scientifico “Ferrari” di Este, nel Padovano, premiato nell’edizione 2025 della classifica di “Eduscopio” della Fondazione Agnelli (che “boccia” la sperimentazione quadriennale)
Alle fine delle scuole secondarie di primo grado, studenti e genitori si trovano di fronte alla prima importante scelta per il futuro dei ragazzi. Guardando al percorso formativo, indifferenziato per tutti fino all’esame di quella che un tempo era chiamata “terza media”, si deve infatti optare all’interno di un ampio ventaglio di possibilità. Dai tradizionali licei ai vari istituti tecnici che propongono corsi specifici mirati a settori tra loro ben diversi, è soprattutto una, la principale domanda che guida l’orientamento. Ovvero: quali sono le scuole che preparano meglio all’università o, in alternativa, per l’ingresso diretto nel mondo del lavoro? Un quesito a cui dà una risposta la classifica di Eduscopio, elaborata dalla Fondazione Agnelli e già disponibile per la consultazione online. E la 12^ edizione della graduatoria, appena pubblicata, ha individuato il liceo scientifico delle scienze applicate “Giovanni Battista Ferrari” di Este, in provincia di Padova, come miglior istituto del 2025.
Le scuole superiori migliori d’Italia nella classifica di Eduscopio
Rispetto ai licei scientifici tradizionali, quelli delle scienze applicate come il “Ferrari” (che ha conseguito il ragguardevole punteggio di 94,45/100) prevedono, tra le materie, lo studio dell’informatica al posto del latino. Del resto, sottolinea il team di esperti coordinato da Martino Bernardi che ha elaborato la classifica 2025 di Eduscopio, le scelte degli studenti continuano a puntare prevalentemente sulla formazione liceale. A questo tipo di istituti si collega infatti l’80% del milione e 355 mila diplomi analizzati, da cui è emersa anche una prevalenza degli indirizzi scientifici nel loro insieme. E la decisione sembra essere premiante. Tra i risultati ottenuti nelle 8.150 scuole prese in considerazione nei 3 anni scolastici dal 2019 al 2022, ovvero quelli del Covid e della formazione a distanza, anche il secondo posto è occupato da uno scientifico (il “Giovenale Ancina” di Fossano, in provincia di Cuneo, con 93,18 punti), con un altro istituto veneto (il “Giorgio Dal Piaz” di Feltre, nel Bellunese, a 92,65) a completare il podio. In generale, inoltre, a spiccare sono dunque le scuole dei piccoli centri di provincia.
Le eccellenze dei licei delle grandi città
Sul portale di Eduscopio è possibile comunque addentrarsi nel confronto, in base ai diversi indirizzi, delle singole realtà come i grandi centri urbani, dove l’offerta formativa propone più alternative anche nello stesso ambito. Così, basandosi sempre sul monitoraggio dei risultati universitari, rappresentati dal numero di esami sostenuti e dalle medie dei voti conseguiti, insieme a quelli lavorativi come tasso di occupazione e coerenza tra titolo di studio e impiego, per esempio a Milano il “Berchet” riguadagna il primo posto tra i licei classici (il migliore della Lombardia è comunque il “Marie Curie” di Meda, in Brianza), mentre il “Volta” si conferma in vetta tra gli scientifici. Nel confronto tra metropoli, Roma consegue in ogni caso punteggi più elevati, con il “Visconti” (classico) e il “Righi” (scientifico) in prima posizione nelle rispettive categorie. Ancor più in alto, tra gli scientifici delle grandi città, arriva il fiorentino “Machiavelli” (nel capoluogo toscano tra i classici è primo il “Galileo”). Ma ogni città ha le sue punte di diamante. A Venezia, il classico “Marco Polo” e lo scientifico “Ugo Morin”; a Bologna, il “Galvani” e il “Copernico”; a Torino, il “Camillo Benso di Cavour” e il paritario “Edoardo Agnelli”. A Napoli, invece, il primato è monopolio del “Convitto Vittorio Emanuele II” sia tra i classici che tra gli scientifici.
Il diploma quadriennale? Non premia
Una delle novità dell’edizione 2025 di Eduscopio è la prima valutazione dei risultati degli studenti che hanno scelto la strada del diploma quadriennale sperimentale. È così emerso che, anche quando sono usciti con un voto più alto alla maturità, nel primo anno di università il campione di 1.885 “diplomati brevi”, selezionati tra i 2.112 di 142 istituti, ha conseguito voti più bassi e superato in media un numero inferiore di esami, ottenendo così meno crediti formativi rispetto agli 8.558 loro compagni con diploma quinquennale. Da qui la valutazione del direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, che lo spinge a concludere come “un percorso quadriennale, in assenza di un profondo ripensamento didattico e organizzativo, potrebbe avere effetti negativi sulle competenze degli studenti e sulle loro prospettive successive”.
Alberto Minazzi



