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Donatori di vita

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L’AVIS è una delle Associazioni più radicate nel nostro territorio e, attraverso i numerosi volontari, un piccolo gesto gratuito – come la donazione del sangue – permette di salvare numerose vite tutti i giorni

Sono angeli quasi sempre senza volto, godono di buona salute e la condividono con il prossimo: sono le migliaia di donatori anonimi dell’AVIS, acronimo che tutti conoscono e che sta per Associazione Volontari Italiani Sangue. Nelle sole province di Padova, Treviso e Venezia sono registrati più di 90.000 volontari, tra donatori attivi ed ex-donatori che ancora svolgono attività di promozione del dono e dell’associazione, attraverso manifestazioni pubbliche e campagne di informazione, anche nelle scuole: diversi giovani vi si stanno avvicinando, anche se non sono mai abbastanza.

I Presidenti provinciali Giorgio Brunello (Venezia), Roberto Sartori (Padova) e Vanda Pradal (Treviso) hanno illustrato le attività e i progetti regionali di un’Associazione sviluppata già negli anni Cinquanta nelle nostre provincie e da sempre al fianco della sanità pubblica. «Questo affiancamento avviene, ad esempio, con la cosiddetta donazione a chiamata – spiega Giorgio Brunello – ovvero un sistema per cui vengono “sollecitate” le donazioni di sangue in base alle richieste in un sistema che vede in rete le diverse strutture pubbliche e le sezioni provinciali dell’AVIS, che a loro volta si rivolgono a quelle comunali». Proprio queste sezioni comunali sono spesso quelle più efficaci sul territorio: è nei piccoli centri urbani che le relazioni sociali sono più facili e tramite i volontari, con l’esempio e il passaparola, è possibile rendere partecipi altre persone e fidelizzarle.

Le campagne nelle scuole, diverse se rivolte alle elementari o alle superiori, sono molto coinvolgenti: attraverso il gioco o alcuni video multimediali, operatori qualificati ed esperti cercano di sensibilizzare ed educare i più giovani al dono, che è prima di tutto un dovere civico. Esistono anche iniziative spontanee «come quelle di una coppia di giovani sposi trevigiani – ci ha spiegato Vanda Pradal – che hanno deciso di devolvere all’AVIS il budget destinato alle bomboniere delle loro nozze» o quella di un gruppo di agenti della Polizia Municipale di Venezia che hanno realizzato uno spot dedicato alla donazione e stanno raggruppando altri operatori della pubblica amministrazione veneziana per creare una piccola squadra di donatori.

«Poiché – spiega Roberto Sartori – il tempo per tutti è tiranno e sempre più spesso i volontari effettuano le donazioni quando non lavorano, a Padova esiste un centro in cui è possibile fissare il proprio appuntamento direttamente on line e, sempre sul web, avere anche i referti». Sì, perché la buona salute del donatore è costantemente monitorata, per garantire la massima qualità e sicurezza trasfusionale. È, infine, importante sottolineare quanto la sinergia volontariato-associazionismo-sanità pubblica si sia rivelata vincente ed eventuali mancanze vengano recuperate con il reciproco aiuto.

Ma come si diventa donatori? Non servono particolari requisiti: donare il sangue è un piccolo gesto gratuito di solidarietà e cittadinanza attiva. È sufficiente avere tra i 18 e i 65 anni, un peso superiore ai 50 kg e godere di buona salute, caratteristica che viene verificata con una visita medica preventiva. Dopo la registrazione alla Banca dati del Sistema trasfusionale, sotto la guida di un medico, viene compilato un questionario pre-donazione. Prima di ogni donazione, vengono prelevati alcuni campioni di sangue necessari ai test pre-donazione, segue un colloquio confidenziale e una visita con un medico per verificare l’idoneità alla donazione, nel rispetto della sicurezza del donatore e del ricevente. Segue il prelievo del sangue che viene effettuato da personale sanitario preparato e qualificato. La procedura per il prelievo è semplice e innocua, il materiale utilizzato è monouso e permette di garantire l’assoluta sicurezza per il donatore. Dopo il prelievo viene offerta una colazione e se il donatore è un lavoratore dipendente, ha diritto alla giornata di riposo retribuita. È bene anche sapere che la donazione non è affatto debilitante per il fisico: anche se è sconsigliato dedicarsi a lavori pesanti, il recupero è quasi immediato!

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