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Così la portualità resta competitiva

Così la portualità  resta competitiva

Per fronteggiare gli imprevisti, la Nuova CLP offre manodopera altamente specializzata ai terminalisti

Senza la possibilità di utilizzare il lavoro temporaneo (introdotta dall’articolo 17 della legge di riforma del 1994) oggi il Porto di Venezia non sarebbe in grado di rispondere in maniera efficace alle richieste del mercato e, in sostanza, non potrebbe così più lavorare. A soccorrere in tal senso in aiuto dei terminalisti, ormai da una quindicina d’anni, è la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali, che, sfruttando la grande esperienza maturata sul campo, è in grado di fornire manodopera di elevata qualità per far fronte alle imprevedibili necessità legate alla variabilità dei traffici, senza che i terminalisti abbiano a dover fronteggiare i costi insostenibili di un personale che, per quindici giorni al mese, sia a disposizione senza lavorare.

Nata nell’ottobre 2001, raccogliendo l’eredità della storica compagnia nata nel 1945, la Nuova CLP, ben inserita nella comunità portuale, si occupa di formazione e lavoro, offrendo un posto a circa 200 persone. La sua genesi si inserisce nella riforma avviata con la legge 84 del 1994, che ha cancellato le figure del vecchio assetto monopolistico del lavoro portuale, precedentemente incentrato su Provveditorato al porto (ora Autorità portuale) e Compagnia dei lavoratori portuali, con una privatizzazione che ha assegnato le aree ai terminalisti. La legge del 1994 prevede dunque, negli articoli 16 e 17, due settori: uno in cui viene fornito ai terminalisti il supporto in appalto di determinate attività, l’altro che apre al lavoro temporaneo all’interno dei porti. Ed è qui che si inserisce l’attività della Nuova CLP.

«Il secondo comma dell’articolo 17 – spiega Davide Tassan, presidente della Nuova CLP – afferma che, se non basta il personale proprio dei terminalisti, noi siamo chiamati ad integrarlo, fungendo da anello di congiunzione tra i terminalisti e i lavoratori. E noi lo facciamo fornendo lavoratori temporanei altamente specializzati: gruisti, stivatori, conducenti di camion, staker per i container, operatori abilitati alle pale meccaniche, agli escavatori ed altri mezzi, fino ai lavoratori cosiddetti “generici”, che però richiedono un’abilitazione specifica, per operare ad esempio nelle stive con il badile su soia o carbone. Insomma: noi siamo in grado di dare una mano per ogni esigenza siderurgica o di carpenteria, con un centinaio di persone specializzate in attività portuali, perché non è la stessa cosa, ad esempio, condurre una pala meccanica in magazzino o farlo in una stiva».

La Nuova Compagnia Lavoratori Portuali è dunque una sorta di agglomerato di persone specializzate, tra i 22/23 anni e i 55, di nazionalità varia, con 55 soci lavoratori (più il presidente e il suo vice, Cristiano D’Iseppi), 48 dipendenti operativi e 4 amministrativi, più 70 interinali con avviamento a chiamata giornaliera. «Da luglio 2015 – sottolinea con orgoglio Tassan – abbiamo stabilizzato 32 persone, grazie all’accordo con una agenzia per il lavoro di Livorno specializzata nel settore portuale e logistico, che le ha assunte con contratto di lavoro triennale a 26 giorni mensili, con l’obbligo, da parte nostra, di collocarli tutti i giorni, non essendo di fatto più lavoratori a chiamata, ma gente che lavora giornalmente. Questo dopo che, nel 2011, avevamo allargato la compagine a nuovi dieci soci, ex dipendenti, con contemporaneamente l’assunzione di 22 persone, in gran parte interinali, e poi, anche in una situazione di crisi del comparto industriale, di sette lavoratori in difficoltà, in quanto collocati, ma con lo spettro del licenziamento». Altro fiore all’occhiello di Nuova CLP il fatto che, dopo essere stata la Compagnia che ne faceva meno ricorso, dall’anno scorso è l’unica in Italia che non usufruisce di alcuna giornata di mancato avviamento, una sorta di cassa integrazione speciale per la portualità, non comportando così alcun costo per lo Stato per il non lavoro.

Le giornate lavorative, intanto, sono cresciute dalle 17.000 del 2009 alle 40.000 del 2015. E l’attività formativa (perché Nuova Clp forma il proprio personale, soprattutto quello interinale, che ha meno esperienza lavorativa) ha visto un investimento di oltre 750.000 euro in corsi sulla sicurezza e formazione professionale, oltre 10.000 ore di formazione investite su personale diretto e indiretto nel 2015 e 7.044 nel primo semestre 2016. Gli avviamenti presso i terminal e gli operatori del porto commerciale ed industriale di Marghera hanno inoltre fatto registrare il nuovo record nel 2015 (37.666,00).

La Nuova Compagnia Lavoratori Portuali, dunque, è una realtà consolidata del porto di Venezia: un microcosmo che vive dal di dentro e sul quale ha così idee ben precise su come costruire il futuro. «Porto e Città – conclude il presidente Tassan – devono lavorare insieme, perché la professionalità, parola chiave su cui puntare, richiede la collaborazione tra tutte le parti che appartengono alla Città Metropolitana. Il mondo portuale, negli ultimi 15-20 anni, ha registrato un certo declino, essendosi allontanate le attività portuali da una città sempre più orientata sul turismo. Sono troppe le persone che non sanno nemmeno che esiste il porto e questa è una problematica che altre realtà, come Trieste, Genova, Livorno o Ravenna, non conoscono, visto che i cittadini vivono il lavoro portuale come la realtà che sostiene le loro famiglie e fa crescere il pil cittadino. Per il rilancio, così, ci vuole un connubio nel quale noi siamo pronti a contribuire con la nostra professionalità. Qualcosa comincia a cambiare, ma le divisioni interne giocano contro gli interessi di Venezia e dell’occupazione, bruciando ricchezze che non vanno semplicemente tenute, ma sulle quali bisogna spingere. Dopo gli ultimi incontri tra Autorità portuale, Comune e Città Metropolitana, sembra che ci siano delle convergenze su problematiche da portare avanti con il mondo industriale e la città: continuare su questa strada, per me, è importantissimo, direi essenziale».

Davide Tassan

Entrato a far parte della C.L.P. di Venezia nel 1992, è stato tra i soci fondatori della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia nell’ottobre del 2001.

Dal 14 maggio 2009 riveste l’incarico di presidente, essendo stato riconfermato sia nel 2012 che nel 2015.

Tra gli altri incarichi rivestiti è: vicepresidente nazionale di ANCIP (Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali) dal 2013, riconfermato nel 2016; consigliere nazionale di Intempo SpA, agenzia per il lavoro, dal 2016; consigliere provinciale di ConfCooperative Venezia dal 2016; componente del Comitato Portuale dell’Autorità Portuale di Venezia dal 2009.