Ecco cosa risponde la Bce alle accuse di gruppi social a tema religioso che confermano le contrarietà diffuse nel Paese dell’Est Europa verso l’ingresso nella moneta unica da gennaio 2026
Se piegate una banconota da 50 euro in un certo modo (in rete si trovano informazioni su come farlo) e la guardate allo specchio, potreste scorgere qualcosa che assomiglia a un minotauro o, per chi ha fantasia, a un diavolo con lunghe corna.
Per i “no-euro” bulgari, come viene scritto chiaramente su numerosi post social e come viene detto in un video diventato virale tra i gruppi social a tema religioso, è l’ennesima conferma: la moneta unica sarebbe un portale di messaggi segreti.
Ma la Bce non ci sta: niente di satanico, niente di nascosto, solo una curiosa coincidenza grafica.
Nel mezzo della bagarre, la Bulgaria, Paese che ha appena ottenuto dalla Bce il via libera a entrare nella moneta unica dal prossimo gennaio 2026, resta invece con i piedi per terra iniziando il conto alla rovescia verso la nuova moneta.
Il diavolo e i 50 euro: la risposta della Bce
A confermare che non si possono ridurre a un semplice scherzo i messaggi di questo tipo postati in rete da gruppi social bulgari c’è anche il fatto che la Banca Centrale Europea ha concesso a un suo funzionario di rispondere alle domande dell’emittente radiofonica Bnr di Sofia, capitale della Bulgaria, per ridimensionare la vicenda.
L’esponente dell’Istituto con sede a Francoforte ha così espressamente chiarito che le immagini che possono comparire a seguito di piegatura non sono assolutamente intenzionali.
Fanno parte del design “Epoche e stili” e del concetto con cui sono state disegnate le banconote introdotte in circolazione dal 2017, con leggere modifiche rispetto alle prime risalenti al 2002. Design che, tra l’altro, sarà completamente rinnovato a breve termine, visto che è attesa entro fine 2026 la decisione finale della Bce, dopo la chiusura a marzo del prossimo anno del concorso grafico che è stato lanciato per la presentazione delle proposte.
I movimenti bulgari contro l’entrata nell’euro
Al di là delle fantasie, o presunte tali, sui messaggi subliminali contenuti nelle banconote, la denuncia social testimonia l’atteggiamento di molti bulgari nei confronti dell’ingresso del loro Paese nella moneta unica dal 1° gennaio 2026.
Sono infatti diversi i movimenti nazionalisti anti-euro nati in Bulgaria, che hanno portato lo scorso febbraio a scontri a Sofia tra manifestanti e polizia. Proteste, legate a timori di aumento dei prezzi e di limitazione della sovranità economica, che si sono ripetute anche a fine maggio, con la discesa in piazza di migliaia di persone in diverse città. Lo stesso presidente bulgaro, Rumen Radev, sempre a maggio, aveva proposto un referendum per bloccare o quantomeno ritardare l’adozione dell’euro oltre la data fissata. La richiesta è stata però respinta da parte della maggioranza parlamentare, in linea con la posizione del nuovo Governo, che ha individuato nell’adesione alla zona euro una priorità fondamentale.
L’ingresso della Bulgaria nell’area euro
A inizio luglio, dopo l’ok arrivato a inizio giugno da parte Bce e Commissione Europea, l’obiettivo è stato centrato, con la formalizzazione della decisione di fare della Bulgaria, che ha aderito all’Ue nel 2007, il 31° Stato dell’area-euro, seguendo la Croazia, che aveva adottato la moneta comune dal 2023. In base al trattato di Maastricht del 1991, i Paesi membri dell’Unione sono obbligati a sostituire la moneta nazionale con quella unica quando in linea con i 4 indicatori macroeconomici che costituiscono i cosiddetti “criteri di convergenza”. La Bulgaria aveva visto respingere nel 2024 l’adesione all’eurozona a causa soprattutto dell’inflazione che, però, poi è drasticamente scesa, toccando il 3,5% ad aprile. Dall’8 agosto, tutti i prezzi al dettaglio hanno così iniziato a essere indicati sia in lev (la valuta locale) che in euro e, il prossimo gennaio, si adotterà per un mese la doppia circolazione.
Alberto Minazzi