Nonostante oltre metà delle abitazioni siano di proprietà, più di 9 milioni di case restano non occupate. E il Paese fatica a rispondere alla domanda di affitti e alle nuove esigenze familiari
In Italia ci sono case per tutti, eppure molti italiani non hanno un posto dove vivere.
Mentre i mercati degli affitti arrancano e la domanda dei giovani e delle famiglie resta insoddisfatta, milioni di abitazioni risultano non occupate.
È il paradosso che emerge dall’analisi più recente del patrimonio immobiliare nazionale: secondo il rapporto “L’offerta di abitazioni in Italia. Un quadro generale” realizzato dalla Fondazione IFEL nell’ambito dell’iniziativa Città nel Futuro, oltre 9 milioni di abitazioni risultano vuote, una quota molto superiore a quella di Francia e Germania.
Molte di queste case sono seconde case o immobili utilizzati solo sporadicamente, ma il dato segnala anche inefficienze strutturali e un mercato degli affitti poco sviluppato, con appena il 13% delle abitazioni in locazione.
2024: compravendite per 114 miliardi di euro
Il rapporto dell’Agenzia delle Entrate sul settore residenziale conferma e amplia questo quadro: nel 2024 sono state vendute oltre 720.000 abitazioni, per un valore complessivo di più di 114 miliardi di euro, in crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente.
La parte del leone spetta al nord, con oltre il 57% del fatturato, seguito dal centro, con circa 27 miliardi e dal sud e dalle Isole con poco più di 22 miliardi.
Il valore medio delle abitazioni compravendute cresce di 1.400 euro rispetto al 2023, con incrementi più marcati nel Nord Est (+2.700 euro) e una flessione marginale al Sud (-100 euro).

Un patrimonio immobiliare paralizzato
Possedere casa è una certezza per più della metà (55%) degli italiani, ma questa sicurezza nasconde un sistema immobiliare statico.
Anche sotto questo aspetto, le differenze territoriali sono nette: Reggio Calabria, Messina e Palermo vedono oltre un quarto degli alloggi non occupati, mentre Milano, Firenze e Bologna mostrano mercati più vivi, con una percentuale di vuoti più contenuta.
A testimonianza di come l’Italia si trovi davanti a un doppio paradosso: un patrimonio immobiliare vastissimo ma con mercati regionali frammentati e case che non circolano, e un mercato in crescita di valore ma non in grado di rispondere alle esigenze della popolazione.
Dal nucleo tradizionale al monolocale: il mercato cambia
A complicare il quadro ci pensa la demografia.
La popolazione è in calo, soprattutto al sud e nelle isole, e le famiglie cambiano: aumentano le persone sole e le coppie senza figli, mentre le famiglie con bambini diminuiscono drasticamente.
La domanda futura, evidenziano entrambi i rapporti, sarà orientata verso monolocali, bilocali, abitazioni di dimensioni contenute, spesso in affitto e pensate per un solo reddito.
E le eredità delle case di grandi dimensioni libereranno spazi che però non corrisponderanno sempre alle esigenze dei nuovi nuclei familiari.