Approvato in via preliminare il decreto attuativo della riforma fiscale che rivoluziona il calendario del bollo auto. Addio a scadenze diverse: si pagherà una volta l’anno, nella Regione in cui si risiede
Addio al vecchio calendario: arriva il bollo auto semplificato il bollo auto.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale, che introduce importanti novità in materia di tributi regionali e locali, con un focus particolare sulla tassa automobilistica.
L’obiettivo dichiarato è duplice: rendere meno complicata la vita ai contribuenti e garantire alle Regioni un gettito più certo e facilmente gestibile.
Un’unica scadenza annuale, basata sull’immatricolazione
Tra le modifiche più significative c’è l’eliminazione delle attuali scadenze multiple (annuali, semestrali, quadrimestrali) in favore di un’unica data di pagamento annuale.
La scadenza sarà legata al mese di immatricolazione del veicolo, rendendo così il sistema più ordinato e prevedibile.
Inoltre, il soggetto tenuto al pagamento sarà identificato non più all’ultimo giorno utile ma al primo giorno del periodo tributario, per evitare problemi legati ai passaggi di proprietà, soprattutto tra Regioni diverse.
Si paga nella Regione dove si risiede (e si inquina)
Il principio guida del nuovo sistema è la territorialità.
Il bollo andrà versato esclusivamente nella Regione di residenza dell’intestatario del veicolo.
Questo permette di legare l’imposta all’uso reale del mezzo sul territorio, e quindi anche agli effetti ambientali connessi alla circolazione.
L’idea è quella di rafforzare il legame tra tassa e territorio: il gettito potrà essere investito dalle Regioni in iniziative locali di risanamento ambientale e mobilità sostenibile.
Bollo da pagare anche in caso di fermo amministrativo
Tra le novità introdotte dal decreto figura anche l’obbligo di pagamento del bollo auto in caso di fermo amministrativo. Questo significa che, anche se il veicolo è temporaneamente inutilizzabile per decisione delle autorità, il proprietario dovrà comunque corrispondere l’imposta.
Una misura che punta a evitare zone grigie e a garantire l’uniformità del prelievo fiscale.
Cosa succede ai veicoli immatricolati prima del 2026?
Per le auto già immatricolate prima dell’entrata in vigore della riforma, cioè prima del 1° gennaio 2026, restano valide le attuali scadenze e modalità di pagamento.
Tuttavia, le singole Regioni avranno la possibilità di decidere eventuali modifiche per adeguarsi al nuovo sistema.
Il decreto è stato approvato solo in via preliminare.
Per diventare operativo dovrà superare l’esame della Conferenza unificata e passare al vaglio delle Commissioni parlamentari.