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Benefici Irpef: il Governo “allarga la famiglia”

Benefici Irpef: il Governo “allarga la famiglia”

Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri estende l’elenco dei familiari conviventi, anche non a carico, per cui si possono ottenere alcune agevolazioni

Dal punto di vista fiscale, non tutti i familiari che vivono sotto lo stesso tetto sono considerati alla stessa maniera. Il trattamento, in termini di benefici, riservato alle spese che un contribuente sostiene per il coniuge e i figli (anche se questi con limiti di età) è infatti più favorevole rispetto a quello riservato per esempio alle stesse spese destinate a fratelli e sorelle, generi, nuore o suoceri. Con uno dei 2 decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale appena approvati in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 14 luglio 2025 la situazione è però destinata, almeno in parte, a cambiare, in maniera più favorevole per i cittadini che necessitano di un sostegno fiscale.

L’estensione dei benefici per i familiari non a carico

Il decreto contenente nuove “Disposizioni integrative in materia di Irpef” introduce infatti norme che, correggendo e integrando la disciplina in vigore, in sostanza segnano una maggiore apertura dopo la stretta alle detrazioni contenuta nell’ultima manovra di bilancio. Le novità riguardano in particolare i familiari non a carico, allargando la platea di quelli da considerare beneficiari di alcune agevolazioni fiscali. L’allargamento previsto dal decreto per l’applicazione di disposizioni fiscali di vantaggio riguarderà persone con un legame familiare non tradizionale, più complesso o comunque meno stretto. Restano in ogni caso escluse le detrazioni Irpef legate ai carichi di famiglia, per l’applicazione delle quali rimane inoltre in vigore la soglia economica reddituale (reddito complessivo del familiare che non superi i 2.840,51 euro o i 4 mila per i figli fino a 24 anni).

Chi beneficerà delle norme

Tra le categorie che verranno ora prese in considerazione rientreranno, tra gli altri, il coniuge non legalmente ed effettivamente separato, i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi, affiliati o affidati, e i figli conviventi del coniuge deceduto. Ma anche i figli oltre i 30 anni, sorelle e fratelli (anche unilaterali) e, in generale tutte le persone tenute all’obbligo di prestare gli alimenti secondo l’articolo 433 del codice civile, tra cui i genitori (e in loro mancanza gli ascendenti prossimi), anche adottivi, generi e nuore, suoceri e suocere. In tutti i casi, comunque, è richiesta, come ulteriore requisito, la convivenza con il contribuente o la percezione di assegni alimentari “non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria”. Come spiegato già dalla relazione illustrativa al decreto, la finalità della revisione che amplia i benefici fiscali mira del resto proprio alla maggior tutela dei contribuenti in stato di necessità.

Alberto Minazzi

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Tag:  Governo, irpef, tasse