L’opera sul muro esterno di Palazzo San Pantalon sarà rimossa nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 per essere portata in laboratorio, dove sarà sottoposta a intervento conservativo
E’ pronto a traslocare il veneziano murale “The Migrant Child” di Banksy, che tanto ha fatto parlare di sé, sia per il suo messaggio sociale (rappresenta un bambino migrante con una torcia) che per la collocazione su un edifico storico in stato di abbandono. Ora, per l’opera si prospetta un nuovo futuro. Nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 luglio l’opera sarà infatti rimossa dalla facciata di Palazzo San Pantalon, nel sestiere di Santa Croce, per dare il via alla fase di restauro. L’operazione fa parte di un più ampio progetto di riqualificazione del palazzo stesso, finanziato da Banca Ifis, che prevede la sua trasformazione in un centro culturale dedicato all’arte contemporanea, valorizzando la street art e gli artisti emergenti e ospitando mostre ed eventi in collaborazione con la Biennale di Venezia.
Il restauro dell’opera
L’obiettivo dell’intervento è in primis quello di preservare l’opera. “The Migrant Child” è una delle 2 opere di Bansky (l’altra è la “Madonna con la pistola”, a Napoli) rivendicate dal misterioso artista in Italia. E’ stata realizzata nel 2019 e ora, grazie all’intervento conservativo curato dal restauratore Federico Borgogni, già impegnato in altri interventi legati al lavoro di Banksy, sarà messa in sicurezza e ritornerà al suo originario splendore. Negli anni esposto a condizioni di umido e salsedine, il dipinto si era infatti notevolmente deteriorato e per questo si è reso necessario l’intervento.
Il murale raffigura un bambino naufrago con addosso un giubbotto di salvataggio, immerso nelle acque della Laguna veneziana con in mano una torcia che lancia un segnale fucsia come grido d’allarme: un’icona urbana che unisce arte e attivismo. Nel lavoro di restauro, una delle problematiche principali da affrontare riguarda la tecnica da utilizzare per il recupero del murale in quanto c’è da tenere in considerazione che il muro è impregnato di sali. Intanto, in attesa che venga definito il piano d’azione con la Soprintendenza anche per Palazzo San Pantalon, da giorni è stata costruita una piccola impalcatura che ingloba l’opera.
A proposito di Banksy…
Rimanendo in tema di Street Art, a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (TV) è in preparazione la mostra “Banksy e la Street Art” che si terrà dal 15 ottobre 2025 al 22 marzo 2026. Un viaggio nell’universo dell’artista attraverso 80 opere che permetteranno di scoprire uno dei movimenti artistici più dirompenti, controversi e affascinanti dell’epoca contemporanea. L’esposizione nasce con l’obiettivo di raccontare l’evoluzione della Street Art da forma espressiva marginale e spesso illegale a linguaggio globale riconosciuto, studiato e perfino celebrato nelle sedi istituzionali.

La mostra ospita anche altre opere di artisti fondamentali della scena urbana come Keith Haring con il suo linguaggio grafico immediato e universale, nato nei tunnel della metropolitana newyorkese degli anni ’80, e Shepard Fairey. In arte Obey, ha saputo denunciare la manipolazione delle immagini attraverso manifesti iconici. E non mancano artisti contemporanei come Mr. Brainwash e Mr. Savethewall, che esplorano il confine tra arte, comunicazione e cultura pop. L’esposizione è un racconto immersivo e visivamente potente su un’arte che nasce dal basso, si rivolge a tutti e continua a interrogare il nostro tempo.

L’origine della Street Art
Le radici della Street Art affondano in tempi e luoghi lontani: dai graffiti rupestri alle pitture murali medievali, dai murales politici del dopoguerra al muralismo messicano. Negli anni ’70 dello scorso secolo, l’arte murale si reinventa come mezzo politico e collettivo e, mentre in Francia durante il maggio 1968 gli slogan diventano arte, a New York, nel sottosuolo della città, nasce il writing con tag, firme e simboli che si moltiplicano sui treni e sui muri. Proprio in questo contesto si colloca la figura più enigmatica e rivoluzionaria della scena contemporanea: Banksy. Di origine britannica ma dalla biografia ignota ha fatto proprio del mistero la sua cifra espressiva con immagini che arrivano dritte al cuore della società contemporanea, come nel caso di “The Migrant Child”, svelando ipocrisie e contraddizioni.