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Natale 2025 tra dolci tipici e impennata di CO2 in atmosfera

Natale 2025 tra dolci tipici e impennata di CO2 in atmosfera

Mentre la Società Italiana di Medicina Ambientale ha stimato che durante il periodo delle festività natalizie per albero e addobbi si consuma il 30% di energia in più rispetto al resto dell’anno, Altroconsumo stila la classifica dei migliori pandori

Ogni anno, la domanda si ripete: panettone o pandoro?
E sempre i gusti si dividono tra chi preferisce il primo, con tanto di uvetta e candidi e chi il secondo, con la sua caratteristica forma a stella a otto punte e la spolverata di zucchero a velo che ricorda la neve.
Entrambi sono due lievitati piuttosto calorici e ricchi di grassi, il pandoro più del panettone perché contiene una percentuale più alta di burro e di conseguenza una quantità maggiore di grassi. Ma, si sa, in questa occasione si chiudono gli occhi e si delizia il palato. Altroconsumo, l’organizzazione indipendente più grande d’Italia per la tutela dei consumatori, ha analizzato quale pandoro merita per quest’anno la top position in classifica.

L’importanza degli ingredienti e dell’impasto

Altroconsumo ha analizzato una decina di pandori delle marche più conosciute, acquistati nella grande distribuzione, in ogni dettaglio sia per quanto riguarda gli ingredienti e qualità dell’impasto, sia controllando la conservazione e verificando la presenza eventuale di conservanti, muffe o lieviti indesiderati. Non solo. La novità di quest’anno è il riconoscimento “Scelto dai consumatori”, ovvero il giudizio dato da 130 persone che assaggiando il prodotto senza sapere di quale marca fosse hanno espresso il loro gradimento.

dolce natale
Pandoro e Panettone

Dalla combinazione di analisi di laboratorio etichette e degustazione, il migliore pandoro del test è risultato Tre Marie con una valutazione di complessiva di 69 su 100.
La classifica vede secondo il pandoro Conad; terzo Favorina Lidl classico; quarto Melegatti, il pandoro originale; quinto Maina, sesto Motta il pandoro secondo Bruno Barbieri; settimo Bauli, pandoro di Verona; ottavo Balocco; nono Bistefani e decimo Paluani.

Il rispetto della ricetta e l’importanza della conservazione

Altroconsumo ha verificato che tutti i prodotti rispettassero i minimi previsti dalla normativa riguardo gli ingredienti più importanti della ricetta che sono uova e burro: il 4% di tuorlo e il 20% di burro. E’ stato anche preso in considerazione chi andava oltre, segnale di un impasto più ricco e tradizionale. Su questo fronte tutti i pandori presi in considerazione hanno superato la soglia uova arrivando fino al 10,6%. Per quanto riguarda il burro, è stato di poco superato il minimo tranne che per il primo in classifica che raggiunge quasi il 24%.
Anche la conservazione è un elemento importante in questo dolce. Altrocunsumo ha misurato lo stato di ossidazione dei grassi tramite il numero di perossidi e tutti prodotti lo hanno superato.  E’ stata anche rilevata l’assenza totale di acido sorbico, conservante autorizzato ma non presente in questi prodotti. Riguardo al peso reale, quasi tutti i pandori rispettano quanto dichiarato sull’etichetta e nessuna criticità è emersa su muffe e lieviti.

La forma non è un optional

Per riconoscere un pandoro davvero buono va poi considerata la forma: dev’essere a stella e con coste nette e regolari che garantiscono una cottura uniforme e l’esterno deve essere asciutto, senza tracce di unto e privo di crosta e di un colore dorato uniforme.

pandoro
pandoro @Danilo Rizzuti

Al taglio deve essere morbido, con una struttura interna fine e omogenea con pasta gialla e regolare. Dettaglio non trascurabile: il pandoro deve sprigionare un aroma gradevole, senza note acide o odori troppo invadenti di aromi artificiali e all’assaggio devono emergere burro e vaniglia e nessun retrogusto amaro dovuto a una eccessiva cottura. Una spolverata di zucchero a velo, meglio se data il giorno prima, lo rende perfetto.

Gli addobbi delle feste e trasporti: impennata di CO2 in atmosfera

A Natale, con pandoro e panettone non possono mancare addobbi e luci.
A proposito delle quali però la Società Italiana di medicina Ambientale Sima lancia l’allarme.
Alberi di Natale e decorazioni luminose, infatti, aumentano i consumi energetici e le emissioni inquinanti in atmosfera.
Secondo le stime, durante l’intero periodo delle festività in Italia i consumi di energia crescono del 30% e vengono immesse nell’aria fino a 20 mila tonnellate di CO2. A peggiorare il bilancio ambientale del Natale contribuisce anche l’aumento dei rifiuti.
I dati di Sima mostrano infatti che vengono in media prodotti in questo periodo 80 mila tonnellate di rifiuti in carta e cartone, pari a oltre 3 kg per famiglia, mentre 500 mila tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, soprattutto prodotti freschi a rapido deterioramento come frutta, pasta e verdura. Nel conto vanno messi anche i trasporti considerato che i maggiori spostamenti avvengono con vetture private e mezzi pubblici quali treni aerei e autobus. Un insieme che, con l’incremento delle attività logistiche per il commercio e la spedizione delle merci, produce un aumento delle emissioni inquinanti fino a +130% rispetto ad altri periodi dell’anno.

Silvia Bolognini

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