Mentre la Società Italiana di Medicina Ambientale ha stimato che durante il periodo delle festività natalizie per albero e addobbi si consuma il 30% di energia in più rispetto al resto dell’anno, Altroconsumo stila la classifica dei migliori pandori
Ogni anno, la domanda si ripete: panettone o pandoro?
E sempre i gusti si dividono tra chi preferisce il primo, con tanto di uvetta e candidi e chi il secondo, con la sua caratteristica forma a stella a otto punte e la spolverata di zucchero a velo che ricorda la neve.
Entrambi sono due lievitati piuttosto calorici e ricchi di grassi, il pandoro più del panettone perché contiene una percentuale più alta di burro e di conseguenza una quantità maggiore di grassi. Ma, si sa, in questa occasione si chiudono gli occhi e si delizia il palato. Altroconsumo, l’organizzazione indipendente più grande d’Italia per la tutela dei consumatori, ha analizzato quale pandoro merita per quest’anno la top position in classifica.
L’importanza degli ingredienti e dell’impasto
Altroconsumo ha analizzato una decina di pandori delle marche più conosciute, acquistati nella grande distribuzione, in ogni dettaglio sia per quanto riguarda gli ingredienti e qualità dell’impasto, sia controllando la conservazione e verificando la presenza eventuale di conservanti, muffe o lieviti indesiderati. Non solo. La novità di quest’anno è il riconoscimento “Scelto dai consumatori”, ovvero il giudizio dato da 130 persone che assaggiando il prodotto senza sapere di quale marca fosse hanno espresso il loro gradimento.

Dalla combinazione di analisi di laboratorio etichette e degustazione, il migliore pandoro del test è risultato Tre Marie con una valutazione di complessiva di 69 su 100.
La classifica vede secondo il pandoro Conad; terzo Favorina Lidl classico; quarto Melegatti, il pandoro originale; quinto Maina, sesto Motta il pandoro secondo Bruno Barbieri; settimo Bauli, pandoro di Verona; ottavo Balocco; nono Bistefani e decimo Paluani.
Il rispetto della ricetta e l’importanza della conservazione
Altroconsumo ha verificato che tutti i prodotti rispettassero i minimi previsti dalla normativa riguardo gli ingredienti più importanti della ricetta che sono uova e burro: il 4% di tuorlo e il 20% di burro. E’ stato anche preso in considerazione chi andava oltre, segnale di un impasto più ricco e tradizionale. Su questo fronte tutti i pandori presi in considerazione hanno superato la soglia uova arrivando fino al 10,6%. Per quanto riguarda il burro, è stato di poco superato il minimo tranne che per il primo in classifica che raggiunge quasi il 24%.
Anche la conservazione è un elemento importante in questo dolce. Altrocunsumo ha misurato lo stato di ossidazione dei grassi tramite il numero di perossidi e tutti prodotti lo hanno superato. E’ stata anche rilevata l’assenza totale di acido sorbico, conservante autorizzato ma non presente in questi prodotti. Riguardo al peso reale, quasi tutti i pandori rispettano quanto dichiarato sull’etichetta e nessuna criticità è emersa su muffe e lieviti.
La forma non è un optional
Per riconoscere un pandoro davvero buono va poi considerata la forma: dev’essere a stella e con coste nette e regolari che garantiscono una cottura uniforme e l’esterno deve essere asciutto, senza tracce di unto e privo di crosta e di un colore dorato uniforme.

Al taglio deve essere morbido, con una struttura interna fine e omogenea con pasta gialla e regolare. Dettaglio non trascurabile: il pandoro deve sprigionare un aroma gradevole, senza note acide o odori troppo invadenti di aromi artificiali e all’assaggio devono emergere burro e vaniglia e nessun retrogusto amaro dovuto a una eccessiva cottura. Una spolverata di zucchero a velo, meglio se data il giorno prima, lo rende perfetto.
Gli addobbi delle feste e trasporti: impennata di CO2 in atmosfera
A Natale, con pandoro e panettone non possono mancare addobbi e luci.
A proposito delle quali però la Società Italiana di medicina Ambientale Sima lancia l’allarme.
Alberi di Natale e decorazioni luminose, infatti, aumentano i consumi energetici e le emissioni inquinanti in atmosfera.
Secondo le stime, durante l’intero periodo delle festività in Italia i consumi di energia crescono del 30% e vengono immesse nell’aria fino a 20 mila tonnellate di CO2. A peggiorare il bilancio ambientale del Natale contribuisce anche l’aumento dei rifiuti.
I dati di Sima mostrano infatti che vengono in media prodotti in questo periodo 80 mila tonnellate di rifiuti in carta e cartone, pari a oltre 3 kg per famiglia, mentre 500 mila tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, soprattutto prodotti freschi a rapido deterioramento come frutta, pasta e verdura. Nel conto vanno messi anche i trasporti considerato che i maggiori spostamenti avvengono con vetture private e mezzi pubblici quali treni aerei e autobus. Un insieme che, con l’incremento delle attività logistiche per il commercio e la spedizione delle merci, produce un aumento delle emissioni inquinanti fino a +130% rispetto ad altri periodi dell’anno.
Silvia Bolognini



