Oltre alla mobilitazione di venerdì 12, fissate nel calendario anche altre agitazioni: dal trasporto aereo, alle navi, al trasporto merci
A volerla prendere con un pizzico di ironia, come fatto sui social dalla premier Giorgia Meloni immediatamente dopo l’annuncio ufficiale dello scorso 7 novembre, almeno adesso sappiamo con certezza che il 12 dicembre sarà un venerdì. È questa, infatti, la data del nuovo sciopero generale indetto dal sindacato Cgil per protestare ancora una volta contro la Manovra economica del Governo. Ma questo non sarà l’unico sciopero dell’ultimo mese dell’anno. Sono infatti già previste in calendario, fino alla vigilia di Natale, una serie di astensioni dal lavoro, locali o settoriali, di cui dovrà tenere conto per esempio (ma non solo) chi usa per spostarsi il trasporto pubblico, le navi e gli aerei.
Lo sciopero generale del 12 dicembre
Non è passato molto tempo dall’ultimo sciopero generale del 28 novembre, sempre per contestare la Legge di bilancio, chiedendone la modifica. Il prossimo, del 12 dicembre, coinvolgerà nell’arco delle 24 ore i lavoratori di ogni settore pubblico e privato, senza esclusione di appalti e servizi strumentali. E la Cgil, che ha proclamato lo stop, sta organizzando manifestazioni in tutta Italia. Scendendo nel dettaglio dei possibili disservizi, i treni si fermeranno dalla mezzanotte alle 21 sull’intero territorio nazionale, con l’aggiunta di uno stop dalle 9 alle 17 del personale di manutenzione delle infrastrutture Rfi in Veneto. L’articolazione concreta dello sciopero, nel settore dei trasporti, sarà infatti diversa a seconda dei territori. Per esempio, sulle arterie di automobilistiche di scorrimento veloce di competenza della Direzione II tronco Milano di Autostrade per l’Italia, che comprende gran parte della Lombardia arrivando fino a Parma, lo sciopero è stato indetto per 8 ore per ciascun turno di lavoro. Oppure, sul fronte del trasporto pubblico locale, a Bolzano i mezzi si fermeranno dalle 16 alle 20, mentre, in attesa di ulteriori comunicazioni dalle altre aziende, ArrivaVeneto ha già annunciato l’applicazione delle normali fasce di garanzia per l’erogazione dei servizi con autobus in occasione degli scioperi di 24 ore.
I disagi di dicembre nei trasporti
I trasporti pubblici, del resto, sono uno dei punti più delicati, in occasione degli scioperi. E, a onor del vero, il calendario di dicembre si è già aperto su questo fronte lunedì 1 con l’astensione dei lavoratori dell’aeroporto di Catania e delle autostrade siciliane. La prossima data “calda” sarà adesso quella di martedì 9, quando saranno 2 le proteste. La prima, indetta a Roma dal Sindacato Unitario Lavoratori, si tradurrà in uno stop di 24 ore che potrà coinvolgere tutto il personale Atac, con treni, bus, metro, tram e alcuni servizi periferici a rischio, anche se sempre con il rispetto dei servizi essenziali e delle corse prima delle 8.30 e nella fascia tra le 17 e le 20. Il secondo sciopero, che prenderà il via alle 15 e si protrarrà per 48 ore, riguarderà invece il personale marittimo e amministrativo delle compagnie di navigazione Tirrenia Cin e Moby. Giornata nera in vista per chi si sposta in aereo, invece, per il 17 dicembre. Tra le 13 e le 17 si fermeranno infatti operatori e personale di diverse categorie. Tra le compagnie coinvolte, Vueling (equipaggi, cabine e staff in Italia), Air France e Klm (personale di scalo) e Ita Airways (personale di volo e a terra). Inoltre, interessati anche lo staff del Centro di controllo d’area di Roma e i servizi di handling, tra cui check-in, imbarco e assistenza a terra negli scali principali, aderenti ad Assohandlers.
Gli scioperi di logistica e Ikea
Sempre di trasporti, ma in questo caso non di passeggeri, si parla relativamente allo sciopero indetto dal sindacato Fao Cobas per autisti e personale viaggiante della società Number 1 Logistic Group. Questa protesta durerà ben 72 ore, tra il 22 e il 24 dicembre, e si attendono ricadute in particolare sull’autotrasporto merci. Il prossimo sciopero in ordine di tempo, comunque, sarà quello dei dipendenti Ikea, che incroceranno le braccia venerdì 5 dicembre aderendo alla protesta indetta dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per la mancata erogazione del premio di partecipazione 2025.
Alberto Minazzi


