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Pornotax 2.0: anche i forfettari di OnlyFans dovranno pagare la tassa etica

Pornotax 2.0: anche i forfettari di OnlyFans dovranno pagare la tassa etica

Il prelievo su contenuti per adulti e violenti non risparmia chi fattura con il regime forfettario. Tra dubbi su definizione di “pornografia” e modalità di calcolo, oltre 45 mila creator italiani potrebbero ricevere nuovi accertamenti fiscali

La notizia arriva in risposta a una richiesta formale di interpretazione presentata da tech company Fiscozen che chiedeva chiarimenti sull’applicazione al forfettario della tassa etica, su come viene calcolata e soprattutto cosa viene considerato pornografia.
La risposta è stata chiara da parte dell’Agenzia delle Entrate: anche chi opera in regime forfettario dovrà versare quella che un tempo era la Pornotax, ovvero è un prelievo aggiuntivo del 25% sui ricavi dalla produzione di materiale pornografico o violento in questione. Così anche i content creator che fatturano su Onlyfans, la piattaforma diventata famosa per ospitare contenuti per adulti, ma che contiene anche altre tipologie, dovranno pagarla.

25% in più sui ricavi: la novità che spaventa i creator

Nata nel 2002, la Pornotax è diventata oggi tassa etica, introdotta con la legge 266 del 2005.
Si tratta di un’imposta, che si aggiunge a quelle ordinarie, dunque un 25% in più calcolato sui redditi legati alla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico o incitamento alla violenza.

tassa etica
Si applica a chi ha un reddito d’impresa, agli esercenti arti e professioni, alle società di persone e assimilati.  L’articolo 1 della legge 266 non lascia spazio a dubbi in quanto precisa che anche i contribuenti in regime forfettario sono tenuti al pagamento di questo tributo in quanto non espressamente esclusi dalla normativa vigente.

Tassa etica, regole poco chiare: Fisco zen e creator tra dubbi e accertamenti

Tuttavia, come nel caso del contribuente per il quale è stata presentata la richiesta formale di interpretazione, Fiscozen fa presente che la norma istitutiva della tassa non distingue tra regimi fiscali, ma si limita a indicare imprese e professionisti.
Inoltre, in assenza di indicazioni ufficiali, risulta impossibile calcolare e versare correttamente le somme eventualmente dovute. Oltre a non essere indicato l’obbligo per i soggetti in regime forfettario e la risoluzione istitutiva dei codici tributo fa riferimento solo ai contribuenti Irpef e Ires, escludendo i regimi agevolati come quello dei minimi e, per analogia, quello forfettario. Secondo le stime di Fiscozen, su 85 mila creator digitali italiani attivi sulla sola Onlyfans, l’estensione della tassa sui redditi dei forfettari potrebbe comportare accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate su oltre 45 mila professionisti dell’intrattenimento per adulto, vale a dire circa il 53% del totale.

Tassa extra anche per i forfettari: la valutazione caso per caso

L’Agenzia delle Entrate, come precisato nella propria rivista online FiscoOggi, in ogni caso precisa che per il Fisco in ogni caso non basta essere su Onlyfans o su una piattaforma per adulti per rientrare in automatico nel pagamento della tassa etica.
La natura dei contenuti sarà infatti valutata caso per caso.
Per le persone in regime forfettario, la base imponibile dell’imposta si determina applicando il coefficiente di redditività previsto per il codice Ateco dell’attività esercitata ai ricavi o compensi derivanti dalle attività soggette alla tassa.
L’importo così ottenuto va indicato nel quadro RQ del modello redditi PF, rigo RQ49 e su di esso si applica l’aliquota del 25%. Il versamento poi avviene secondo le stesse modalità previste per l’Irpef, utilizzando i codici tributo istituiti con la risoluzione 107/2009: 4003 acconto prima rata; 4004 acconto seconda rata o unica soluzione; 4005 saldo. L’Agenzia inoltre ribadisce che per tutti gli aspetti non espressamente disciplinati, si applicano le regole previste per le imposte sul reddito.

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