A Roma un museo racconta il dietro le quinte dell’arte trafugata e recuperata. Con esposizioni che cambiano al ritmo delle indagini
Sottratte di notte ai loro templi, inghiottite dal mercato nero, disperse tra macerie e traffici internazionali: le opere d’arte in fuga vivono un percorso misterioso e spesso ignoto, degno di altrettanti film.
Molte di queste “vite spericolate” finiscono a Roma, in un luogo pensato proprio per raccontarne il ritorno.
È il Museo dell’Arte Salvata, riaperto a giugno con “Nuovi recuperi”, l’esposizione che raccoglie le operazioni più importanti condotte dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale tra il 2022 e il 2025.
Un universo di tesori rintracciati, recuperati e riportati alla luce, visitabile fino all’11 gennaio 2026.
L’altra faccia della storia con esposizioni che cambiano di continuo
Il Museo dell’Arte Salvata non è un museo come tutti gli altri. Perché nei suoi spazi, nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano, si raccontano tutte le fasi del salvataggio delle opere d’arte: dalle indagini alle restituzioni attraverso la diplomazia culturale, il recupero di capolavori portato avanti dalle diverse istituzioni del Ministero della Cultura, la scoperta di beni storico-artistici tra le macerie dei terremoti grazie agli interventi dei Caschi Blu della Cultura.
E ancora si può conoscere la task force istituita dal Governo per il recupero di reperti dopo calamità naturali e conflitti armati, sotto l’egida dell’Unesco e il lavoro del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. La particolarità di questo Museo è poi quella di dar vita a mostre che variano perché legate ai risultati delle operazioni investigative.
Così, in base a quanto recuperato, ogni esposizione cambia e all’arrivo di una nuova, i reperti esposti fino a quel momento sono riportati nelle loro sedi originarie.

“Nuovi recuperi”: il percorso espositivo
Negli ultimi tempi, grazie anche al supporto delle nuove tecnologie, quali la Banca dei dati dei beni culturali illecitamente sottratti e il sistema S.W.O.A.D.S., basato sull’intelligenza artificiale, l’Arma dei carabinieri ha recuperato un numero crescente di opere, restituendole al patrimonio pubblico.
Tra i materiali più rilevanti, il percorso espositivo presenta lee urne etrusche policrome di Città della Pieve, accompagnate da corredi e da una scultura bronzea tardo ellenistica, recentemente rimpatriata dal Belgio, attribuibile a un contesto perugino.
La collaborazione con l’Università Roma Tor Vergata ha portato a identificare i reperti come provenienti da una necropoli etrusca del territorio chiusino dove nel 2025, durante i lavori di aratura di un terreno agricolo era stato rinvenuto un ipogeo della famiglia gentilizia dei Pulfna. La scultura è confrontabile con i celebri bronzi di San Casciano dei Bagni e strettamente imparentata con un altro esemplare recuperato nel 2007. Altri nuclei significativi includono le lastre dipinte ceretane dei secoli VI-V, armi in bronzo greche ed etrusche; vasellame in bronzo e argento etrusco e romano; terracotte magno-greche; oreficerie etrusche; maschere teatrali in marmo e bronzetti votivi.
Altri materiali in mostra
Non mancano materiali provenienti da operazioni in Paesi Terzi o in zone di crisi, come la Siria e l’Egitto.
Tra questi si possono ammirare amuleti in faience, figurine votive, sigilli, sculture in pietra e stoffe copte, in attesa di restituzione.
Tra opere recuperate, quelle che costituiscono il “Tesoro di Londra e di New York”, il più consistente recupero di beni immagazzinati da un noto antiquario inglese che per decenni aveva ricettato dall’Italia.
Le opere, nel frattempo giunte a New York, sono state rimpatriate nel 2023.

Una sezione intera inoltre è dedicata alle consegne spontanee.
In questo spazio si trovano oggetti restituiti da cittadini consapevoli del valore storico e giuridico di quanto in loro possesso a testimonianza della crescente sensibilità verso la tutela del patrimonio comune.
Attraverso il Consolato d’Italia a New York un collezionista statunitense ha scelto di restituire all’Italia cinque maschere teatrali in marmo risalenti al I sec. d.C.
Ci sono anche le opere recuperate con la collaborazione della Polizia estera, la cosiddetta “Operazione “Fenice” condotta nel 2023 in Belgio insieme alla Magistratura e alla Polizia giudiziaria di Bruxelles.

Tra queste riveste un significato particolare una statua in bronzo di un togato con un’iscrizione dedicatoria in etrusco.



