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Cavallo colossale: Bassano del Grappa ritrova il capolavoro di Canova

Cavallo colossale: Bassano del Grappa ritrova il capolavoro di Canova

Completato il lavoro di restauro e ricomposizione della statua in gesso dipinto a finto bronzo, che tornerà a essere esposta per la prima volta dal 28 novembre a Milano

Nel processo creativo di Antonio Canova, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura, i gessi erano un passaggio fondamentale tra l’ideazione e l’esecuzione finale in marmo.
Ma questi modelli andavano ben oltre un semplice calco, costituendo a loro volta delle eccellenti opere d’arte, non a caso oggi raccolti in gran parte nel museo dedicato a Possagno, in provincia di Treviso.
Tra i gessi di Canova, uno dei più importanti, anche perché una delle ultime opere realizzate in vita dallo scultore, è sicuramente il “Cavallo colossale”, non a caso ritenuto simbolo delle collezioni bassanesi.
Un capolavoro che, dopo essere stato esposto fino alla fine degli anni ’60 dello scorso secolo, smontato, e riposto nei depositi in attesa di una nuova e più adeguata collocazione in occasione di una serie di importanti lavori di riallestimento al Museo di Bassano del Grappa, è rimasto lì per oltre 50 anni.

Il ritorno del Cavallo colossale

Adesso, però, è finita l’attesa per poter tornare ad ammirare la monumentale statua in gesso dipinto a finto bronzo nata come modello per la scultura equestre del Re di Napoli Ferdinando I di Borbone, giunta al Museo di Bassano nel 1849, per volontà del fratello Giambattista Sartori Canova, insieme all’imponente collezione di gessi, monocromi, bozzetti e documenti canoviani.
Dopo oltre mezzo secolo in cui i frammenti erano rimasti abbandonati, in grave stato di deterioramento, è stato infatti completato il progetto di restauro, che ha consentito la ricomposizione dell’opera grazie alla messa a punto di nuove tecnologie e il fondamentale contributo di partner e sostenitori privati al progetto promosso e organizzato da Comune e Musei civici della città del Vicentino.

 

Un intervento che, come ha sottolineato l’Amministrazione comunale, oltre ad aver riconsegnato al pubblico “un tesoro di inestimabile valore che si credeva definitivamente perduto” ha permesso di rilanciare la città di Bassano del Grappa quale centro culturale di rilevanza nazionale e internazionale.

Alla scoperta dei “segreti” dell’opera

Curato dalla ditta Passarella Restauri, il restauro del Cavallo colossale è partito con una fase di catalogazione e di studio dei frammenti. In questo modo, è stato possibile scoprire informazioni inedite sull’opera e sugli interventi successivi alla sua realizzazione, a partire dalla riscontrata presenza di materiali aggiunti in epoca ottocentesca, risalenti al primo riassemblaggio della scultura in occasione del trasporto da Roma a Possagno e poi a Bassano.
“Tali aggiunte postume composte da gesso, cocci di mattone, vasellame e fasciame metallico – spiegano i restauratori – avevano causato un notevole inspessimento della parte interiore del Cavallo e aumentato di oltre 400 kg il peso della scultura, rendendo necessario un delicato lavoro di rimozione”. L’operazione è stata eseguita manualmente, utilizzando strumenti di precisione, e ha consentito di risalire alla superficie originale del gesso canoviano, come comprovato dal ritrovamento di un frammento di un libro di tardo Settecento che casualmente era capitato in mezzo all’impasto.

Le successive fasi del restauro

Il passo successivo è stata la lunga fase di riassemblaggio, iniziando innanzitutto dalla ricerca dei vari punti di contatto degli oltre 200 frammenti dell’opera, proseguendo con la creazione di 9 macro-sezioni e, infine, effettuando l’accostamento graduale dei grandi e pesanti pezzi, che è stato ripetuto più volte per evitare la creazione dislivelli. In parallelo, in collaborazione con lo studio R.S. Ingegneria di Padova, è stata progettata e realizzata la nuova struttura portante interna al corpo del Cavallo colossale. In tal modo, rifacendosi all’originaria struttura canoviana, si è creato un telaio metallico in grado di sostenere l’opera senza gravare sulle zampe, ma scaricandone i pesi su un basamento tecnologico rinforzato che ne garantisce la protezione anche in caso di elevate sollecitazioni sismiche. Il restauro è stato quindi completato con le opere estetiche di superficie, ovvero la rifinitura degli stucchi e l’integrazione pittorica delle lacune, eseguita ad acquerello e a tempera in un tono leggermente più chiaro rispetto all’originale, per distinguere visivamente gli interventi di restauro pur garantendo una lettura armonica dell’opera.

La ripresentazione del Cavallo

Il risultato ottenuto si inserisce nell’ambito del progetto “Restituzioni”, programma biennale di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico del Paese curato e promosso da Intesa Sanpaolo.
Il Cavallo colossale sarà dunque esposto per la prima volta nella sua interezza alle Gallerie d’Italia di Milano che, dal 28 novembre 2025, ospiteranno la mostra, dedicata all’età napoleonica, dal titolo “Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo”, di cui il gesso canoviano rappresenterà l’opera-simbolo attorno a cui si sviluppa idealmente il percorso dell’esposizione. La statua sarà poi riportata a Bassano del Grappa, per essere collocata nuovamente nelle sale del Museo Civico.

Alberto Minazzi

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