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Il vino…oltre il calice

Il vino…oltre il calice

Il 9 e 10 novembre, al Terminal della Stazione Marittima di Venezia, ritorna Back to the Wine, l’evento che invita a scoprire il nuovo linguaggio del vino

E’ insieme un’esperienza sensoriale, un momento di confronto tra gli addetti del settore, come anche un mercato indipendente e una manifestazione culturale.
L’evento Back to the Wine porta a Venezia i profumi del nettare degli dei negli spazi del Terminal 103 della Marittima in una due giorni in cui si guarda oltre la celebrazione del vino fine a se stessa.
“Le aziende che partecipano a Back to the Wine sono generalmente a carattere familiare – spiega il curatore della Fiera Andrea Marchetti – una dimensione perfetta per lavorare in maniera artigianale e tramandare la cultura del territorio. Questo però non significa immobilismo, la tradizione va di continuo “rinfrescata” e l’estro dell’artigiano si coniuga perfettamente con una necessaria dinamicità creativa per realizzare prodotti unici. Il messaggio che vogliamo lanciare con questo evento, giunto all’ottava edizione e che si svolge da tre anni in laguna, è chiaro: il vino è cultura, naturalità, territorio, relazione, piacere. Non dunque una semplice formula, ma un linguaggio vivo”.

Back to the Wine
Da sx Andrea Marchetti e l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga

Il vino che racconta tra degustazioni e convivialità

Back to the Wine, che prenderà il via domenica 9 novembre alle 11 e proseguirà fino alle 19 e nella giornata di lunedì 10 (dalle 10 alle 18), riunisce un centinaio di produttori provenienti da tutta Italia e anche da Francia e Slovenia.
“La Fiera non propone solo vini eccellenti – continua Andrea Marchetti – ma anche food dalle immancabili tapas veneziane più conosciuti come cicchetti alla piada romagnola, da una cucina più tradizionale a una più creativa. Il tutto accumunato dalla medesima filosofia: raccontare la tradizione attraverso l’artigianalità e la “sapienzialità”, termine che in sé racchiude sapienze e saggezza. In questo evento si guarda oltre il calice perché ogni calice racconta una sua storia diversa. Questa Fiera vuole anche dimostrare quanto il vino sia adatto a creare relazioni. E in questa direzione la location di Venezia, con il suo fascino sospeso tra acqua e cielo, offre un’occasione unica. Uno spettacolo da gustare con un calice in mano, magari chiacchierando con un produttore o scoprendo una nuova etichetta.

Back to the Wine

 

Non solo calici

Tutto è curato nei minimi dettagli: dalla vista fronte mare alle proposte culinarie che comprendono formaggi, salumi, pani e conserve, tutto rigorosamente artigianale, all’allestimento di aree relax.
A sottolineare l’esperienza culturale della Fiera sarà presente una zona dedicata ai libri del settore con editoria indipendente, pubblicazioni rare, racconti del mondo del vino e dell’agricoltura. Un luogo dove scoprire storie, approfondire temi e portarsi magari a casa pensieri da leggere dopo un ultimo sorso al tramonto. Al visitatore privato è offerta la possibilità di fare acquisti in quanto Back to the Wine è anche un mercato.

Uno sguardo al settore vitivinicolo

Il settore vitivinicolo in Italia mostra una situazione di forza con il Veneto che si conferma leader per produzione ed esportazione nazionale, che è attesa in crescita del +8%, con un’ottima qualità delle uve. Tuttavia il mercato è fragile a causa di fattori macroeconomici come l’inflazione e la volatilità dei consumi.

“Certamente siamo entrati in un periodo sensibile per il mercato del vino, che sta subendo una contrazione a livello mondiale  – conclude Andrea Marchetti – . Ma chi ben lavora emerge sempre e riesce a differenziarsi da una proposta indistinta. Per noi l’artigianalità è un mezzo per raggiungere apici di qualità. Il vino artigianale e cosiddetto naturale sta sicuramente offrendo un nuovo aspetto di sé, coniugando basso interventismo in vigna – è necessario un approccio almeno biologico, se non biodinamico -, e in cantina con una rinnovata pulizia gustolfattiva del vino. Ciò non significa certo virare verso un gusto stereotipato, bensì diventare ancora più bravi per condurre un’uva di grande qualità verso un vino sì espressivo ma anche nitido. Il nostro punto di partenza sono Venezia e il Veneto ma guardiamo oltre al Nord-Est e il Centro Nord in generale. E ovviamente lo sguardo è rivolto anche oltre confine. Una parte degli operatori che ci visita proviene dal Nord Europa, qualcuno dagli Stati Uniti e dal Giappone”.

Silvia Bolognini

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