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Riecco Mimmo, il delfino che ama il Bacino San Marco

Riecco Mimmo, il delfino che ama il Bacino San Marco

Un giovane esemplare di tursiope, ormai dallo scorso luglio, è presenza fissa nella Laguna veneziana. Nel mese di ottobre, in particolare, ha trovato casa nelle acque del Bacino San Marco

Le sue acrobazie sono ormai lo spettacolo più  amato della laguna.
Basta gettare un occhio alle acque davanti a Piazza San Marco e zac! Un guizzo argentato rompe la superficie, un salto elegante, uno spruzzo, e via di nuovo sott’acqua.
È Mimmo, il delfino più famoso del momento, che da Chioggia – dov’è apparso per la prima volta nel corso dell’estate ed era stato battezzato Clodio in onore della città – ha deciso di trasferirsi nel cuore di Venezia.
Da inizio ottobre si muove tra vaporetti, gondole e taxi acquei come se fosse uno di casa, conquistando turisti e veneziani a colpi di pinna. C’è chi lo fotografa, chi lo filma, chi lo ha già trasformato in un personaggio di fumetti virali sui social.
E lui, pare ci abbia preso gusto: ogni giorno un tuffo, un salto, un applauso.

Mimmo il solista: tra un tuffo e l’altro forse ogni giorno raggiunge -ma torna- il branco in mare

“Che lo si chiami in un modo piuttosto che nell’altro, si tratta con molta probabilità dello stesso esemplare di giovane tursiope che è in Laguna di Venezia, in maniera più o meno occasionale almeno da luglio – spiega Luca Mizzan, biologo marino e direttore del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia -. In quest’ultimo periodo è diventato presenza costante in Bacino San Marco e si è ben abituato al rumore del traffico acqueo che qui è molto maggiore rispetto alle zone dove è stato inizialmente avvistato. Sono sempre di più le testimonianze della sua presenza, tuttavia è difficile riuscire a monitorarlo”.

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Luca Mizzan direttore Museo Storia Naturale Giancarlo Ligabue a Venezia

“Stiamo cercando di seguirlo – precisa il biologo marino – per capire se in un certo momento del giorno esce in mare e poi rientra o se quando sparisce è perché è andato in qualche parte della Laguna meno frequentata. Si pensa che periodicamente, o forse anche ogni giorno, raggiunga il suo gruppo in mare aperto e poi rientri. Per avvalorare questa ipotesi lo si dovrebbe vedere uscire o entrare dalle bocche di porto e invece da lì arrivano molte meno segnalazioni”.

“Mimmo in Laguna funziona più del barcavelox”

Non è la prima volta che in Bacino San Marco si vedono delfini, uno spettacolo della natura sicuramente affascinante ma che a causa dell’intenso traffico marittimo desta preoccupazione per l’incolumità dell’animale.
Le autorità competenti come la Guardia Costiera e gli stessi esperti del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue invitano alla massima prudenza per evitare il peggio.
E massima prudenza, per Mimmo, è presente: i tassisti si avvisano via radio quando lo avvistano invitando i colleghi a correr piano, ugualmente fanno i piloti dei mezzi pubblici, mentre le imbarcazioni private utilizzano i social per allertare.
Tanto funziona il sistema che, si dice tra i veneziani, “Mimmo è più efficace del barcavelox“.

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Il Bacino San Marco un habitat ideale?

Certo è che in quelle acque sembra proprio che il giovane tursiope abbia trovato il proprio habitat.
Così fa capolino tra le onde, muovendosi con disinvoltura in un ambiente antropizzato e dimostrando un eccezionale adattamento che non manca di destare perplessità negli esperti.
“Questo delfino ha sicuramente un comportamento anomalo che non passa inosservato – prosegue Luca Mizzan -. I delfini sono animali che per natura agiscono in gruppo, mentre in questo caso lo si vede da solo. Se realmente si unisce al suo gruppo e poi ritorna in Laguna è un conto, altrimenti è contro la sua natura. Fa pensare anche così tanta confidenza con l’uomo. Una cosa è certa: si è abituato molto bene alla Laguna, conosce i suoi canali e sa anche come evitare le imbarcazioni”.

Di cosa si nutre il delfino “veneziano”

Non ci sono dubbi che negli ultimi anni la Laguna di Venezia abbia mostrato segnali di maggiore vitalità dell’ecosistema evidenziata da varie presenze come appunto quella dei delfini.
Come spiega il biologo marino, per quanto riguarda il cibo non si sa bene di cosa si stia nutrendo (anche se qualcuno lo ha immortalato con un cefalo in bocca) e sarebbe interessante capirlo.
Principalmente i delfini si nutrono di pesce azzurro vale a dire sardine, sgombri, acciughe, aringhe e crostacei, seppie, varietà che si trovano in mare aperto piuttosto che in Bacino San Marco, dove ci sono cefali e branzini che per un animale di quelle dimensioni di solito non sono la prima scelta. Si escludono anche le seppie che quest’anno scarseggiano in Laguna.

Il tursiope indisciplinato

“Certo è che il delfino, almeno per ora, non ha alcuna intenzione di lasciare il Bacino San Marco – conclude Luca Mizzan. E di accompagnarlo fuori non c’è verso, è evidente che sta facendo come vuole lui, si è perfettamente ambientato e sembra non curante del pericolo rappresentato dal traffico marittimo intenso nella zona. E’ un po’ come per i gatti: è vero che sono agilissimi e però a correre troppo sui cornicioni si rischia di cadere. Perciò speriamo che il giovane tursiope riprenda presto la via del mare aperto, probabilmente questo accadrà con il freddo più intenso quando anche molti pesci se ne vanno dalla Laguna. Intanto ci auguriamo che sappia bene quello che sta facendo e non esageri con la confidenza perché basta una barca veloce per prenderlo in pieno”.

 

Silvia Bolognini

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