Ogni sala un quadro animato, ogni statua un piccolo miracolo: il Museo Logos trasforma la storia in spettacolo. 2500 anni in 27 “atti”
C’è un museo in Italia che ha già conquistato la prima fase del Guinness dei Primati come più grande museo al mondo di statue semoventi.
Si chiama Logos, si trova a Vibonati, piccolo borgo del Cilento e trasforma un antico convento del Cinquecento in un teatro straordinario di storia e arte.
“Già all’ingresso della prima sala, i visitatori sono colti da un senso di meraviglia che si traduce spesso in uno spontaneo ‘wow!’, segno del forte impatto visivo, emozionale e scenografico dell’esposizione”, anticipa Francesco Cernicchiaro, guida che accompagna il pubblico nelle 27 sale in cui il Museo Logos si sviluppa.
E dal resto basta varcare il portone del Convento di San Francesco di Paola per capire il perché.
Migliaia di statue, moltissime delle quali animate da piccoli motori, trasformano la storia in un racconto visibile e quasi tangibile.

2500 anni di storia condensati in 3500 opere
Si passa dall’antica Roma alle botteghe artigiane, dalle scene della vita quotidiana fino alle tappe principali della vita di Gesù, fino a una Piazza San Pietro riprodotta in scala con Papa Francesco.
2.500 anni di storia condensati in 3.500 opere, tra terracotta, ferro e stoffa, in un equilibrio perfetto tra artigianato e tecnologia.
Il risultato crea un effetto scenografico travolgente: ogni sala è un quadro animato, ogni scena un piccolo miracolo di precisione e fantasia.
Il Museo Logos non è infatti solo esposizione: è una macchina del tempo in miniatura, dove la storia trasforma un antico convento del Cinquecento in un universo di meraviglie.
Il Museo delle meraviglie
L’attenzione può essere attratta da una biga romana con il suo condottiero, da maestri calzolai intenti nel proprio lavoro, da scene di vita quotidiana e religiosa che raccontano il cammino di Gesù. Lo si vede bambino, che impara il mestiere del falegname nella bottega del padre Giuseppe, nel periodo di evangelizzazione con la resurrezione di Lazzaro o in quello del battesimo nel fiume Giordano. Poi ancora mentre predica sul Monte degli Ulivi, durante l’Ultima Cena, durante il suo arresto fino ai momenti salienti della via Crucis, del santo sepolcro e dell’ascensione.
Le statue sono state realizzate dalle abili mani di un maestro artigiano di Scafati nell’arco degli ultimi 40 anni.
“Ho avuto la fortuna di essere presente fin dalle prime fasi di realizzazione del Museo e posso garantire che è stato un lavoro veramente pazzesco – racconta Francesco Cernicchiaro -. Visitare il Museo Logos significa intraprendere un viaggio nel tempo e nella cultura. È particolare e unico anche grazie alla sua posizione, in un antico Convento nel borgo di Vibonati, a sud del Cilento. Dopo aver visitato il Museo Logos è difficile tornare alla realtà, si porta via qualcosa che resta dentro, un’emozione unica e rara”.
Le statue, capolavori di artigianato
La straordinaria mostra ha aperto le porte al pubblico il 17 dicembre del 2022.
Da allora è stato un successo crescente di pubblico e il Convento che la ospita è diventato un polo culturale permanente per il territorio del Cilento e un luogo di attrazione per chi arriva da fuori zona.
Il Museo è’ nato da un’idea dell’imprenditore Carmine Cardinale dopo aver conosciuto l’artista che ha realizzato i capolavori che costituiscono l’esposizione.
“Sono veri e propri capolavori -sottolinea la guida del museo -. La testa, le mani e i piedi delle statue sono in terracotta; il busto invece è realizzato in ferro e stoffa. La particolarità, oltre ai volti delle statue, tutti diversi tra loro poiché realizzati a mano, è il movimento. Ciascuna statua e animale che si muove, sono mille in esposizione, ha un motore a sé. Mantenere il buono stato delle statue e dell’intera opera non è semplice e comporta una manutenzione periodica, attenta e maniacale, soprattutto per le statue semoventi e i vari percorsi d’acqua presenti. Sono tanti i trattamenti per garantire la corretta funzionalità dei meccanismi interni e prevenire fenomeni di usura o corrosione”.
Non solo un percorso ciclico dall’antica Roma a oggi
Oltre al percorso espositivo delle 27 stanze, è possibile visitare altro all’interno del Museo.
C’è una Mostra d’arte Presepiale permanente in cui sono esposte le opere realizzate da artisti napoletani e di altre provenienze, tutte ispirate alla tradizione del presepe settecentesco partenopeo.
E non manca “Il Villaggio di babbo Natale” inaugurato ad ottobre: uno spazio incantato dove i visitatori possono esplorare il magico mondo degli aiutanti di Babbo Natale, tra scenografie animate e un cielo spettacolare illuminato dall’Aurora Boreale. Al termine del percorso, i più piccoli, ma anche i più grandi, hanno la possibilità di consegnare la propria letterina a Babbo Natale e alla Befana. Il Museo organizza inoltre laboratori didattici per le scolaresche pensati per coinvolgere attivamente gli studenti e approfondire i temi trattati nell’esposizione attraverso esperienze pratiche e interattive.
Silvia Bolognini