Politica +

Cent’anni di segreti: l’intelligence italiana festeggia il suo primo secolo

Cent’anni di segreti: l’intelligence italiana festeggia il suo primo secolo

Dalla nascita del Sim nel 1925 all’era digitale dell’Aise e dell’Aisi: un viaggio nella storia invisibile dell’Italia, tra spie, codici e sicurezza nazionale. Celebrazioni, un francobollo e una moneta speciale

Se, anche in Italia, per definire l’attività di spionaggio e controspionaggio si usa comunemente il termine inglese “intelligence”, probabilmente non è un caso.
Il primo acronimo che viene in mente, pensando a questo ambito, è infatti “Cia”, ovvero la “Central Intelligence Agency” statunitense. Ma in realtà anche il nostro Paese ha una tradizione di servizi segreti che diventa oggi secolare. Perché, sebbene “Sim” richiami alla mente soprattutto la card con microchip che fa funzionare i nostri telefonini e smartphone, anche in questo caso siamo in presenza dell’acronimo con cui è passato alla storia “Servizio Informazioni Militare, il primo servizio di intelligence italiano.

intelligence
immagine di repertorio

Un secolo di intelligence in Italia

Istituito con regio decreto il 15 ottobre 1925, il Sim, ricorda il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (che dal 2008 protegge “gli interessi politici, militari, economici ed industriali d’Italia”), nacque in ambito militare nel primo dopoguerra con l’obiettivo di “unificare le strutture informative di alcune Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica) e porre le basi per la costruzione di un sistema informativo coordinato a tutela della sicurezza dello Stato. Una tappa definita “di straordinaria importanza” che diede il via a un’evoluzione che ha portato all’attuale assetto del servizio.

Il cuore delle “spie” resta umano

“Cento anni d’Intelligence per: ricordare il passato, agire nel presente, guardare con responsabilità al futuro”, aggiunge proprio il sito sicurezzanazionale.gov.it presentando la ricorrenza. Anche perché, per quanto stiamo entrando sempre più nell’epoca dell’Ai, “nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire gli agenti sul campo”, come sostiene con convinzione Paola Del Din, la partigiana friulana già nella Brigata Osoppo che ad agosto ha compiuto 102 anni, prima donna paracadutista italiana ad effettuare un lancio di guerra e unica medaglia d’oro al valore militare ancora vivente, citata anche dal re britannico Carlo III nel suo discorso al Parlamento italiano dello scorso aprile. L’intelligence resta insomma un fondamentale servizio per la difesa della sicurezza nazionale, con le sue vittime, anche in tempo di pace, e a sostegno delle missioni all’estero.

Le celebrazioni, il francobollo e la moneta commemorativa

Per il centenario del Sim è stato dunque predisposto un calendario di iniziative istituzionali di celebrazione, mirate tra l’altro a rafforzare la consapevolezza pubblica del ruolo dell’intelligence e ricordare i caduti delle agenzie. Nel pomeriggio, così, si terrà l’incontro tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e le delegazioni guidate dai 3 direttori delle agenzie italiane che formano il Comparto.
Nell’occasione è stato anche emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con tiratura in 200 mila e 25 esemplari, un francobollo da 1,30 euro appartenente alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”, che potrà essere acquistato con annullo speciale presso l’ufficio postale di Roma Appio.
Sullo sfondo, la vignetta presente sul valore bollato riproduce in trasparenza lo stemma storico del Sismi (il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare), mentre in primo piano compaiono i loghi degli organismi che attualmente compongono il Comparto intelligence.

Verso un museo dedicato all’Intelligence

Inoltre è stata coniata in 3 mila esemplari (in vendita a 66 euro l’uno), al di fuori del programma numismatico annunciato a inizio anno, una moneta da 5 euro in argento che celebra agenzie, donne e uomini che hanno prestato il servizio in questo secolo, riportando sul dirtto i 3 emblemi araldici delle agenzie e sul rovescio il perimetro di Forte Braschi, oggi sede dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna e dove entro l’anno è prevista l’inaugurazione di un museo dedicato all’intelligence.

intelligence

L’intelligence italiana oggi e nella storia

In occasione del centenario, allora, si è voluto “ripercorrere il cammino compiuto con uno sguardo alle sfide che ci attendono”.
“Dal 1925 ad oggi – aggiunge il sito del Sistema – l’intelligence italiana ha attraversato fasi cruciali della storia nazionale e internazionale, trasformandosi in uno strumento moderno, civile e democratico, al servizio della Repubblica e dei suoi cittadini”.
Il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica rappresenta dunque l’insieme degli organi e delle autorità a cui è affidato il compito di assicurare le attività informative, allo scopo di salvaguardare la Repubblica dai pericoli e dalle minacce provenienti sia dall’interno che dall’esterno.
È composto dal presidente del Consiglio e da Cisr, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Dis, Aise e Aisi.

Nella storia, attraverso le sue diverse espressioni l’intelligence italiana ha del resto intrecciato profondamente il proprio destino con quello dello Stato e delle sue istituzioni.
Dopo il Sim, attivo per 20 anni fino al 1945, fu sostituito nel secondo dopoguerra dal Sifar e, dal 1966, dal Sid. Con la riforma del 1977, vennero quindi creati un servizio civile (Sisde) e uno militare (Sismi) separati, per arrivare fino all’ulteriore riforma del 2007, che ha diviso i servizi attuali per competenze territoriali: interno ed estero.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.