Politica +

Bonus casa: agevolazioni per le ristrutturazioni confermate anche per il 2026

Bonus casa: agevolazioni per le ristrutturazioni confermate anche per il 2026

Slitta di un anno il taglio delle aliquote delle somme detraibili. L’annuncio anticipa una delle misure contenute nella manovra, al centro del Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio

La riduzione delle agevolazioni concesse a chi ristruttura casa, decisa con l’ultima legge di Bilancio, si è tradotta in una brusca frenata del settore edilizio. Lo documentano i dati dell’Agenzia delle Entrate, che ha registrato nei primi mesi del 2025 un -35% dei cosiddetti “bonifici parlanti”, necessari per accedere ai benefici.
È dunque soprattutto per sostenere la domanda e rilanciare il comparto edilizio che il Governo, come è emerso nelle ultime ore con un’anticipazione delle misure contenute nella manovra, ha deciso di spostare di un anno, facendola slittare al 2027, l’ulteriore riduzione delle aliquote delle somme spese ammesse alla detrazione che era stata prevista dalla stessa legge di bilancio dello scorso anno.

Bonus casa: le agevolazioni non cambiano

È stato il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica con delega per l’efficientamento energetico, Vannia Gava, ad annunciare, sottolineando come l’ammodernamento degli immobili sia “indispensabile” per la riduzione dei consumi e il miglioramento della qualità di vita nelle case, il mantenimento anche per il 2026 delle regole applicate per il bonus casa nell’anno in corso. In particolare, attraverso la nuova legge di Bilancio, saranno così prorogate le aliquote riservate al calcolo delle somme spese che potranno essere detratte, fissate al 50% per le prime case e al 36% per le seconde. Verrà cioè rinviata di un anno l’iniziale previsione del taglio che le avrebbe portate rispettivamente al 36% e al 30%.
Il totale dell’agevolazione, per tutti gli immobili, non potrà in ogni caso superare il tetto massimo di 96 mila euro per appartamento, compresi gli eventuali lavori necessari da effettuare sulle pertinenze. È dunque caduta l’iniziale idea del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di riorganizzare la misura attraverso una proroga “selettiva”, basata cioè sulle distinzioni tra diverse tipologie di abitazione o sulle fasce di reddito. Resta invece ancora da decidere, anche se lo si sta valutando come semplice opzione, il tema del dimezzamento dei tempi di rientro dell’agevolazione, attualmente pari a 10 anni.

Come funziona il bonus casa (e l’Ecobonus)

Dai vantaggi del bonus casa non è escluso nessun tipo di lavoro edilizio di ristrutturazione, essendo ammessi, insieme a quelli maggiori, che richiedono un’autorizzazione da parte del Comune, anche gli interventi di edilizia libera, come la sostituzione degli infissi, l’acquisto di climatizzatori o il rifacimento degli impianti elettrici e idraulici, effettuabili senza l’avvio di nessuna pratica. Godono dunque della detrazione, per esempio, anche gli interventi antisismici, l’installazione dei pannelli solari con relativi sistemi di accumulo di energia o la costruzione di nuovi box auto.
Per ottenere il bonus, che sarà ripartito in 10 quote annuali di pari importo, è obbligatorio documentare il pagamento dei lavori di ristrutturazione attraverso un “bonifico parlante”, riportante cioè i dati fiscali del richiedente l’agevolazione, a cui va intestata la fattura.
Le stesse tipologie di lavori, con l’aggiunta dell’installazione di tende solari o schermature termiche, sono ammesse anche all’Ecobonus, ovvero la detrazione prevista per le opere che si traducono in un risparmio dei consumi energetici, per il quale è fissata la scadenza al 31 dicembre 2027. Le aliquote e le altre regole applicate all’Ecobonus, tra cui la durata della detrazione e la tracciabilità dei pagamenti, sono le stesse del bonus per le ristrutturazioni, con la sola differenza dei tetti di spesa, che sono diversificati a seconda della tipologia dell’intervento.

Le altre agevolazioni sulla casa in scadenza

Nulla è invece ancora trapelato sul destino degli altri bonus legati alla casa, immobiliari e non per i quali è prevista la scadenza al 31 dicembre 2025. Tra questi, il Superbonus, depotenziato dall’iniziale aliquota del 110% al 65% applicato nel 2025, ma solo per le opere condominiali sulle parti comuni che siano state avviate entro ottobre 2024.
Resta al momento in vigore solo fino a fine anno, anche se non va esclusa la possibilità di una proroga o una rimodulazione, anche il bonus barriere architettoniche, che prevede una detrazione al 75% per gli interventi mirati alla rimozione degli ostacoli alla mobilità negli edifici, per esempio attraverso rampe, ascensori e montascale, con un massimale tra 30 mila e 50 mila euro in base alla tipologia dell’immobile oggetto dei lavori. C’è poi il bonus mobili, che, anche in questo caso fino al 31 dicembre 2025, ma senza per ora indicazioni su intenzioni del Governo di prolungarne la validità, consente una detrazione Irpef fino a un massimo di 5 mila euro del 50% delle somme spese sostenute per comprare arredi o grandi elettrodomestici destinati a immobili oggetto di ristrutturazione, dopo il cui avvio deve però avvenire l’acquisto. Tra le possibili novità, per quanto ancora a livello di ipotesi e di confronto tra le diverse forze politiche, si parla infine di una possibile esclusione della prima casa dal calcolo Isee, anche se con un tetto da definirsi in base al valore catastale dell’immobile.

I nodi verso la legge di Bilancio

Tutte queste questioni, insieme agli altri nodi più delicati della manovra, troveranno risposta quando verrà approvato dal Consiglio dei ministri il testo nuovo della legge di Bilancio, da trasmettere alle Camere non oltre il 20 ottobre e per la quale le risorse sono limitate a 16 miliardi: la cifra più bassa dal 2014.
Nella tabella di avvicinamento alla scadenza, oggi pomeriggio, 14 ottobre, l’Esecutivo si riunirà a Palazzo Chigi, portando sul tavolo i temi più delicati per l’approvazione del Documento programatico di bilancio, che deve essere trasmesso a Bruxelles entro il 15 ottobre.
Tra le misure più dibattute, il taglio della seconda aliquota Irpef per favorire il ceto medio e la sterilizzazione parziale dell’aumento dell’età pensionabile. Ma è acceso il confronto anche su una quinta rottamazione fiscale e sul contributo da richiedere alle banche, per il quale sembra vicino un punto di equilibrio attorno ai 2,8 miliardi di euro. Sono infine al vaglio un pacchetto tra 500 milioni e 1 miliardo di aiuti alle famiglie, il rinnovo dell’Ires premiale per le imprese e un ulteriore stanziamento da 2,5 miliardi al Servizio Sanitario Nazionale da destinare ad assunzioni e smaltimento delle liste d’attesa.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  bonus, casa, manovra