Pesanti disagi alla circolazione dalle manifestazioni pro-Pal organizzate in tutta Italia. Spostamenti difficili anche in Veneto, dove continua a crescere la propensione a una mobilità sostenibile
Lo sciopero generale di 24 ore, proclamato dai sindacati di base con manifestazioni a sostegno della Palestina e in solidarietà con la Flotilla fermata prima di raggiungere Gaza, ha avuto un impatto immediato: il Paese si è trovato a fare i conti con trasporti paralizzati e spostamenti difficili da Nord a Sud.
Treni cancellati, autobus fermi, metropolitane a singhiozzo hanno trasformato una giornata di protesta in un percorso a ostacoli per migliaia di pendolari.
La mobilitazione era stata annunciata da tempo nel settore ferroviario e della scuola, ma alla vigilia è arrivata anche l’adesione della Cgil che ha esteso l’astensione a tutti i comparti.
L’Italia dei trasporti fermata dallo sciopero
Sono stati i passeggeri dei treni a subire i principali disagi.
Alla stazione Termini di Roma, per esempio, si sono registrate cancellazioni e ritardi fino a 80 minuti, a Milano Centrale si è arrivati addirittura fino a 5 ore, a Napoli Centrale, oltre allo stop a molti treni, sono rimasti aperti pochi varchi d’ingresso. E se nel capoluogo lombardo le 5 linee della metropolitana sono rimaste attive, hanno subito un condizionamento, a livello di frequenza e rendendo necessaria la deviazione di diverse linee, tram e bus, che anche nel capoluogo campano hanno offerto un servizio ridotto.
I disagi non hanno risparmiato anche alcuni porti, come Livorno, dove è stato bloccato l’ingresso e l’uscita dalla zona nord, Salerno, con il blocco del varco di ponente posto da parte di attivisti del sindacato SiCobas, e Trieste. Quanto al Veneto, sono stati invasi i binari della stazione ferroviaria di Treviso, a Vicenza l’obiettivo è quello di bloccare un casello dell’autostrada A31, mentre i due cortei organizzati a Venezia, uno partito dalla stazione di Mestre e l’altro da campo Santa Margherita, in centro storico, si sono incontrati sul Ponte della Libertà bloccando così la via d’accesso, stradale e ferroviaria, alla città insulare, che è rimasta isolata.

Una mobilità sempre più sostenibile in Veneto
In Veneto, dunque, le forti limitazioni agli spostamenti legate allo sciopero si sono sentite in maniera particolare. Anche perché non solo nel capoluogo lagunare, dove incidono ovviamente anche le ragioni legate alla conformazione della città d’acqua, ma in tutto il territorio l’utilizzo del trasporto pubblico e di altri mezzi sostenibili è molto diffuso e continua la crescita. Basti pensare che, in occasione del terzo ECO Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti, Trenitalia ha premiato il Veneto come prima regione in Italia per utilizzo del treno da parte dei dipendenti negli spostamenti casa-lavoro: sono oltre 1.100 i lavoratori regionali che beneficiano oggi della convenzione che anticipa il costo dell’abbonamento ferroviario, rimborsato poi in busta paga. A sottolineare questo trend sono anche i più recenti dati della statistica regionale “La mobilità su strada in Veneto”. “In Veneto – evidenzia il presidente Luca Zaia – ogni giorno si sposta circa l’81% delle persone tra i 14 e gli 84 anni. L’auto resta regina, ma cresce la bicicletta, così come il numero degli incidenti resta stabile ma si registrano meno vittime e i veneti, infine, scelgono sempre di più soluzioni sostenibili”.
C’è, per esempio, un 6% di veneti che sceglie di spostarsi esclusivamente a piedi e, riguardo alla bicicletta, il 9% la usa quotidianamente, il 24% settimanalmente e il 28% almeno una volta al mese.
Gli spostamenti dei veneti nell’analisi statistica
Dalla pubblicazione emergono in particolare alcune statistiche. Sulle motivazioni di movimento restano al primo posto, con il 38,9%, lavoro e studio, seguiti dalla gestione familiare (28,5%) e dal tempo libero (32,6%, in crescita).
È quasi la metà dei veneti, esattamente il 47%, a utilizzare l’auto tutti i giorni, con un ulteriore 41% che la usa almeno qualche volta a settimana. Restano invece ancora marginali motocicli (2% di utilizzo giornaliero) e sharing mobility (5% mensile). Quanto agli incidenti, nel 2024 se ne sono registrati 12.861 con lesioni a persone (+0,7% rispetto al 2023), che hanno causato 17.217 feriti (+1,3%) ma 269 vittime, con un calo del -12,9% rispetto all’anno precedente. Il dato sulle vittime, inoltre, segna un -19,9% rispetto al 2019, confermando la traiettoria verso l’obiettivo europeo di dimezzarle entro il 2030. La maggior parte dei sinistri, infine, si concentra sulle strade urbane (69,5%), anche la gravità risulta più alta sulle strade extraurbane, dove si contano 3,9 decessi ogni 100 incidenti.
Alberto Minazzi