Nei nuovi locali chiamati “crying café” le lacrime sono un vero e proprio rituale di benessere. Ma perché questo trend sta conquistando il Sol Levante?
In Giappone piangere è di moda.
Come i locali insoliti in cui farlo, dove le lacrime sono parte del “divertimento”.
Si chiamano crying cafè e rappresentano un fenomeno sorprendente in un Paese la cui riservatezza emotiva è proverbiale .
Il loro successo sarebbe potuto sembrare un facile obiettivo in Italia, per la nostra natura ad essere abbastanza propensi a concederci uno sfogo attraverso il pianto (secondo i dati di uno studio del 2017 i neonati italiani piangono molto di più di quelli tedeschi o danesi, segno che la capacità di lasciarsi andare è innata), meno probabile in altri Paesi europei, ma del tutto improbabile nella terra del Sol Levante, dove invece i crying cafè spopolano, sia nelle grandi metropoli che nelle aree più periferiche delle città.
Ma cosa succede davvero in questi posti così insoliti?
I “bar del pianto”
Nati come fenomeno di nicchia, nel 2025 in Giappone, icrying cafè rappresentano di fatto luoghi del benessere.
Laddove lasciare libero sfogo ai sentimenti è ritenuto estremamente sconveniente e dove di fatto, dicono i dati, le persone soffrono un grandissimo senso di solitudine, piangere è una pratica liberatoria.
Che va incoraggiata.
Ecco allora che le luci sono soffuse, la musica di sottofondo è malinconica, è disponibile una selezione di film drammatici, video emotivamente coinvolgenti e libri illustrati particolarmente commoventi.
Al tempo stesso, però, il personale è formato per un ascolto empatico, mentre i barman forniscono fazzoletti per asciugare le lacrime e asciugamani caldi per ridurre il gonfiore degli occhi, servendo bevande rilassanti come tisane al posto dei cocktail tradizionali.
Normalmente, tranne alcuni casi in cui è richiesto il pagamento di una quota di 20 yen (circa 11 centesimi di euro) a persona ogni 3 minuti, l’unico obbligo per la clientela è la consumazione di una bevanda, con la facoltà di portarsi dietro del cibo da casa.
Un servizio completo e mirato
I crying cafè sono accuratamente studiati insomma per essere in linea con quel che cerca la loro particolare clientela.
E sono animati da una filosofia che ben si riassume nella scritta riportata nel cartello esposto all’ingresso dal Cafè Mori Ouchi, locale pioneristico di questa tendenza, aperto nel 2020 nel quartiere di Shimokitazawa a Tokyo: “Solo persone negative”.
Al loro interno ci si può sedere al tavolo, da soli o in compagnia, potendo dare sfogo alla propria tristezza in un ambiente scevro da giudizi.
Il loro successo ha portato la pratica ben oltre i bar, sbarcando per esempio anche in alcuni hotel.
Qui, la proposta, rivolta principalmente alle donne, è quella delle “crying rooms”, dotate di ogni comfort all’interno di un ambiente intimo e discreto pensato per stimolare il pianto.
La “caccia alle lacrime”
I crying cafè sono l’evoluzione di un vero e proprio movimento, creato formalmente nel 2013 dal “tear teacher” (ovvero “maestro delle lacrime”, figura terapeutica capace di stimolare il pianto) Hidefumi Yoshida.
Chiamato rui-katsu, che tradotto in italiano significa “caccia alle lacrime”, questo movimento afferma che, nel corso dei primi 7 anni e mezzo di attività, è riuscito a far piangere più di 50 mila persone attraverso sessioni di gruppo collettive e tour dedicati.
Nel corso di queste iniziative, i partecipanti vengono esposti a contenuti emotivamente coinvolgenti, dai cortometraggi e poesie. Un’evoluzione del rui-katsu è legata al nakugo, variante dello storytelling tradizionale rakugo, ma progettata appositamente per far piangere anziché ridere. L’idea è quella di spingere le persone a rivelare chi sono veramente, a vedere il proprio sé. E, in tal modo, godere dei benefici fisici e psicologici che la scienza attribuisce al pianto.
I benefici scientifici del pianto
Quando piangiamo, rilasciamo ormoni come l’ossitocina, che allevia lo stress, e le endorfine, che migliorano l’umore e agiscono come antidolorifico e analgesico naturale. Inoltre, piangendo espelliamo il manganese, minerale associato ad ansia e irritabilità quando presente in alta concentrazione, riduciamo prolattina, corticotropina e cortisolo, conosciuto anche come “ormone dello stress”, e attiviamo il nervoso parasimpatico, che aiuta il corpo a rilassarsi e rallentare ritmo cardiaco e frequenza respiratoria. Ancora, il pianto favorisce il sonno, aumenta lucidità e concentrazione, rafforza il sistema immunitario (per esempio attraverso il lisozima, antibatterico contenuto nelle lacrime), promuove il benessere, ci aiuta a calmarci. A livello emotivo, favorisce invece l’elaborazione delle emozioni, regola gli stati d’animo più intensi, rafforza le relazioni e promuove l’empatia.
Alberto Minazzi