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Treni: in arrivo quasi 300 miliardi di investimenti

Treni: in arrivo quasi 300 miliardi di investimenti

Prime anticipazioni sul report del Ministero delle Infrastrutture relativo al piano di interventi per potenziare la rete

L’Italia ha scelto di scommettere sui treni per il futuro dei trasporti, sia per quanto riguarda le persone che le merci.
Lo conferma il piano di investimenti, predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la rete ferroviaria, da 298,6 miliardi, oltre la metà dei quali di risorse già effettivamente stanziate, che renderà possibile attivare una serie di interventi tra il 2026 e il 2033. Il documento è stato visionato in anteprima dall’agenzia Adnkronos, che, sottolineando come il piano abbia ricevuto l’elogio dal Fondo Monetario in quanto gli investimenti previsti “stanno valorizzando il sistema ferroviario”, ha anche anticipato alcuni dei punti principali contenuti nel report.

Dove avverranno gli interventi

La strategia complessiva prevede di intervenire non solo attraverso il rafforzamento delle direttrici chiave e sugli snodi più importanti, anche dal punto di vista degli scambi commerciali, come la Venezia-Trieste, che sarà potenziata. Ma è previsto anche un migliorando delle linee locali, con particolare riguardo a quelle che presentano un potenziale maggiormente inespresso e dunque più elevate prospettive di crescita, tra cui la Palermo-Catania, ma anche la Cagliari-Oristano, che verrà elettrificata entro il 2027. Gli impegni si concentreranno in particolare in 6 regioni, che assorbiranno il 53% del totale dei fondi. Si tratta, nell’ordine, di Calabria (previste opere per 34,5 miliardi di euro), Piemonte (29,6 miliardi), Lombardia (26,5) Sicilia (24), Campania (23,4) e Lazio (22,6).

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I progetti principali

Dal punto di vista finanziario, uno dei progetti più impegnativi (10,62 miliardi di interventi preventivati, dei quali 995 già finanziati) riguarda il nodo di Genova e il terzo Valico dei Giovi.
Spiccano anche i 2 interventi sull’alta velocità che coinvolgono la Campania: quelli sulla Salerno-Reggio Calabria e sulla Napoli-Bari, che vedono già stanziati 20,2 miliardi, pari a quasi il 90% del totale.
Ancora, 5,26 miliardi (3,92 sono già stati finanziati) serviranno per la quota spettante all’Italia della galleria di base del Brennero e 2,73 miliardi (interamente già finanziati) consentiranno l’intervento sullo snodo dell’alta velocità di Firenze. Risorse certe anche per il potenziamento della linea Adriatica in Emilia-Romagna, che prevede una spesa di 3,5 miliardi.

Un ammodernamento necessario

A motivare la necessità di predisporre questo impegnativo piano di ammodernamento e aggiornamento, sempre ad Adnkronos, è stato il viceministro ai Trasporto, Edoardo Rixi, partendo dalla considerazione che, mediamente, un km di ferrovia italiana ha un’età di 90 anni. Inoltre, uno degli obiettivi che si è posto il Ministero è quello di completare entro il 2032 tutti i corridoi europei e le opere di alta velocità che erano state bloccate nel corso degli anni. La nuova rete, realizzata attraverso interventi che giocoforza si tradurranno per qualche tempo in disagi alla circolazione, mira in ogni caso, oltre a “far sì che le ferrovie tornino al centro del Paese”, un “sistema integrato di mobilità”, a realizzare un’infrastruttura per la quale Rixi ha prospettato “una durata di oltre 100 anni”.

Gli italiani e le ferrovie

L’Istat ha completato solo a luglio la raccolta sul trasporto ferroviario 2024, per cui i dati ufficiali completi più aggiornati disponibili sull’utilizzo delle ferrovie in Italia sono ancora quelli relativi al 2023.
In quell’anno, i passeggeri sono stati 814 milioni, proseguendo la continua crescita post-pandemica, con un +12% dal 2004. E, pur senza ancora raggiungere gli 898 milioni di passeggeri del 2019, i 348 milioni di km percorsi dai treni passeggeri nel 2023 rappresentano il dato più alto di sempre. Il trend di ripresa è intanto proseguito anche nei primi 9 mesi del 2024, con il +5% di passeggeri su base annua. E, sempre nel 2023, l’Italia è risultato il terzo Paese europeo per traffico ferroviario, davanti ai 666 milioni di passeggeri della Spagna, anche se molto dietro agli 1,23 miliardi della Francia e i 2,73 della Germania.

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Il boom estivo dei treni in Italia

C’è anche un altro dato a sottolineare il crescente appeal degli spostamenti in treno in Italia.
Se, nel 2024, il flusso passeggeri aveva registrato un rallentamento nei mesi estivi, secondo un’indagine di Trainline, piattaforma per l’acquisto di biglietti ferroviari in Europa, i viaggi in treno nel nostro Paese tra luglio e agosto hanno registrato un netto incremento rispetto al periodo primaverile, tra aprile e giugno. Il record spetta a Riccione, con un +511% di prenotazioni, ma sono numerose le località di mare e del Sud che hanno fatto segnare un boom, come Lamezia Terme (+213%), Rimini (+192%), Lecce (+184%) e Brindisi (+136%), e molto bene hanno fatto anche le città d’arte, con Roma, Milano, Firenze e Venezia ai primi 4 posti.

I giovani scelgono il treno

La stessa ricerca di Trainline evidenzia un ulteriore spunto di interessante riflessione sulle prospettive future del treno come mezzo di trasporto. È infatti la cosiddetta “Gen Z” a mostrare un interesse ben superiore alla media delle altre fasce d’età per i viaggi internazionali in treno, anche in considerazione dell’attenzione riposta dai giovani nei confronti delle questioni ambientali, visto che il 42% cerca soluzioni di viaggio più sostenibili. Considerazioni che vanno ad aggiungersi alle altre motivazioni addotte da chi sceglie di spostarsi in treno, tra cui la considerazione dello stesso viaggio a bordo dal punto di vista esperienziale, dal momento che permette di godersi la continua evoluzione del paesaggio, e la possibilità, a differenza di quanto avviene spostandosi in aereo, di raggiungere direttamente i centri cittadini, per di più senza stringenti limitazioni sui bagagli e con tempi d’attesa limitati.

Veneto, regione top in Italia per la mobilità sostenibile

Per quanto riguarda le regioni, l’ente numero uno in Italia per numero di dipendenti che vanno al lavoro in treno è il Veneto. 
Il riconoscimento è arrivato durante la prima giornata del Terzo ECO Festival della mobilità sostenibile, in occasione della Settimana Europea della Mobilità.
Il “premio” si basa sul numero di abbonamenti attivati, considerando sia enti pubblici che aziende private.
Il merito va anche alla convenzione attivata dalla Regione con Trenitalia, che prevede l’anticipo del costo dell’abbonamento da parte dell’Amministrazione e il rimborso diretto in busta paga.
Un modello adottato anche con altri vettori del trasporto pubblico, che oggi coinvolge oltre 1.100 dipendenti regionali

Alberto Minazzi

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