Una ciclovia tra quattro parchi per raccontare l’anima di una regione che vive d’acqua, montagna e storia. In arrivo anche la nuova tratta Soverato–Serre, per un futuro sempre più eco-sostenibile
C’è una linea sottile che attraversa la Calabria e la racconta meglio di mille brochure.
Non è un’autostrada né una ferrovia: è una ciclovia lunga 545 chilometri che corre dal Pollino all’Aspromonte, cucendo insieme montagne e mari, borghi e foreste. Ed è una linea destinata ad allungarsi ancora: presto un vecchio tracciato ferroviario a Soverato verrà riconvertito e condurrà i ciclisti fin dentro il cuore del Parco delle Serre.
Una trasformazione che vale più di un’inaugurazione: è il segno concreto di una Calabria che pedala verso il futuro: dall’Appennino al mare.
Ed è proprio questa visione che la regione ha deciso di portare su una vetrina nazionale, presentandola tra le eccellenze del cicloturismo italiano.

Una vetrina nazionale per la Calabria che pedala
E’ accaduto nel weekend scorso, quando il rombo dei motori del Misano World Circuit Marco Simoncelli ha lasciato spazio al fruscio delle gomme delle biciclette. All’Italian Bike Festival, la più grande rassegna italiana dedicata al mondo delle due ruote, l’Ente per i Parchi Marini Regionali della Calabria ha infatti presentato al pubblico la Ciclovia dei Parchi, insieme agli itinerari che legano la costa all’entroterra. Davanti a oltre 63 mila visitatori, la regione ha messo in mostra non solo un percorso cicloturistico di 545 chilometri ma una visione: valorizzare il patrimonio ambientale e culturale attraverso la lente della sostenibilità e della biodiversità.
Poco famosi, ma straordinari: i parchi calabresi
La Ciclovia dei Parchi è un lunghissimo respiro naturale: 545 chilometri che uniscono Laino Borgo a Reggio Calabria, giocati su salite importanti e discese che svelano scorci di storia e natura.
È un’esperienza che partendo da antichi borghi arbëreshë attraversa laghi silenziosi, ambienti selvaggi e panorami mediterranei. Quelli dei quattro Parchi che attraversa.
A partire dal Pollino, il più esteso tra i parchi nazionali calabresi: con i suoi 192.565 ettari tra Calabria e Basilicata, è ancora giovane (istituito nel 1993) ma vanta giganti silenziosi come i Pini Loricati. Questa realtà è parte del network UNESCO dei Geoparchi e ospita faggete primordiali riconosciute patrimonio mondiale.

Proseguendo verso la Sila, si entra in un altopiano verde che supera le 73.600 ettari, istituito nel 2002. Qui, le foreste secolari, i laghi e la vita pastorale di montagna rivelano una Calabria nelle cui valli si praticano ancora l’allevamento e antiche forme di transumanza, e l’ambiente è percorso da sentieri che raccontano legami tra natura, cultura e tradizioni rurali.
Poi arriva il Parco Naturale Regionale delle Serre, istituito nel 1990 e oggi esteso su 17.687 ettari tra le provincie di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. È un mosaico di nature diverse: faggete, abetine di abete bianco, castagneti, pioppeti, boschi del pino laricio e la preziosa oasi umida del Lago Angitola. Le Serre sorprendono con corsi d’acqua, gole e cascate – come il Marmarico (la più alta della Calabria) a Bivongi – e custodiscono un patrimonio geologico unico di graniti, serpentini e calanchi che raccontano millenni di storia fisica.

Infine, l’Aspromonte: dal 1989 Parco Nazionale, con cima più alta a Montalto (1.955 m), sviluppa la sua estensione intorno a 64.000 ettari nella provincia di Reggio Calabria. È un geoparco dell’UNESCO, un massiccio roccioso incastonato tra Ionio, Tirreno e Stretto di Messina. Qui biodiversità e clima creano un ecosistema ricco e composito, sospeso tra mare e montagne antiche.

La Calabria nella rete cicloturistica europea
La Ciclovia dei Parchi non è soltanto un percorso regionale: è già integrata nell’EuroVelo 7—la “Ciclovia del Sole” che congiunge Capo Nord a Malta—e dunque parte delle grandi rotte cicloturistiche europee.
La Calabria –ha detto il direttore generale dell’ Ente per i Parchi Marini Regionali della Calabria Raffaele Greco– è per davvero una montagna in mezzo al mare: qui il livello di competitività turistica si misura sulla capacità di integrare costa ed entroterra. Lo stato di salute dei nostri mari dipende dal benessere dei bacini interni, delle montagne e dei fiumi. È per questo che anche e soprattutto la ciclovia e i parchi, dal Pollino allo Stretto, da Capo Colonna a Capo Bruzzano passando per l’Isola di Dino, possono e devono camminare insieme, diventando – aggiunge – un unico grande itinerario naturale ed esperienziale, con una unica narrazione nuova e competitiva, destinata ad attrarre target di viaggiatori diversi.
Esperienza su misura, per tutti
Il viaggio è diviso in dodici tratte da 31 a 58 km, con dislivelli significativi ma sempre accessibili grazie alla qualità del territorio e alla chiarezza della segnaletica.
È un viaggio che può essere affrontato per intero dai cicloturisti allenati o vissuto a piccoli tratti da famiglie o viaggiatori curiosi in cerca di autenticità.
Il dislivello positivo complessivo è di 10.240 m mentre quello negativo è pari a 10.510 m; l’altitudine massima raggiunta è 1.565 m che si tocca al Km 208, nel Parco della Sila in prossimità del Lago Arvo, mentre il punto più basso si riferisce all’approdo di Reggio Calabria, al livello del mare.
Unitamente al percorso principale, la Ciclovia propone anche una variante che consente di raggiungere il Lago Angitola, nel Parco delle Serre, nella tappa n. 9 che collega Girifalco a Serra San Bruno.
Nella sua interezza attraversa 46 paesi, città e centri abitati.
Nei mesi primaverili e autunnali la natura offre la sua versione più intensa, mentre la nuova tratta da Soverato alle Serre allargherà la platea, rendendo l’esperienza ancora più vicina e inclusiva.