La prima funivia per mele collega i campi alle celle di stoccaggio e riduce il trasporto su strada
Nelle valli di Non e Sole, in Trentino, la stagione è appena iniziata e già si parla di storia.
Merito della nuovissima Funivia delle Mele, un impianto che sembra uscito da un sogno di Willy Wonka ma che, al contrario delle caramelle, trasporta frutta vera.
Firmata Melinda e realizzata con il know-how di Leitner, la funivia è lunga 1,3 chilometri, scende per quasi 90 metri e trasporta fino a 460 contenitori da 300 chili all’ora: migliaia di mele che scivolano leggere tra i monti, invece che intasare le strade su camion. Un risparmio di oltre 5.000 viaggi all’anno, con tanto di taglio drastico alle emissioni di CO₂.
La prima funivia al mondo per frutta funziona così.
Energia rinnovabile e un pizzico di genio alpino
La funivia è alimentata da fonti rinnovabili e sfrutta persino il peso delle mele in discesa per produrre energia.
Il frutto della discordia, stavolta, mette tutti d’accordo: Ministero dell’Agricoltura, PNRR, Next Generation EU e i coltivatori della valle. Come ha detto il presidente di Melinda, Ernesto Seppi, è “un motivo di orgoglio” e la conferma che la sostenibilità non è più un optional, ma un format di successo.
Dalle Dolomiti al cuore del pianeta
Le mele, una volta arrivate alle celle ipogee dentro le miniere di Rio Maggiore, trovano rifugio a 575 metri sotto terra.
Qui la frigoconservazione naturale permette un risparmio energetico del 30% rispetto ai magazzini tradizionali.
Una sorta di spa sotterranea per mele, con tanto di aria fresca delle Dolomiti.
Il Ministro Francesco Lollobrigida l’ha definita “un gioiello tecnologico che mette insieme innovazione, sicurezza e rispetto dell’ambiente”. Di tradizione contadina ingegneria.
In autunno ci sarà l’inaugurazione ufficiale, con tanto di autorità e taglio del nastro.
Intanto, le mele hanno già preso il volo. In funivia.