Il riconoscimento arriva dalla Fao e porta l’Italia a tre siti insigniti insieme agli ulivi di Assisi e Spoleto e i vitigni del Soave del 2018
Amalfi è uno dei gioielli di cui il nostro Paese può vantarsi.
La splendida località campana, in provincia di Salerno è incastonata tra il mare e le scogliere della Costiera Amalfitana, dichiarata Patrimonio Unesco.
Sono molte le caratteristiche che la rendono un luogo incantevole: i suoi paesaggi naturali mozzafiato a strapiombo sul mare, i suoi vicoli stretti, l’architettura del Duomo di Sant’Andrea di origine arabo-bizantina, la sua cucina a base di prodotti freschi del territorio e piatti di mare.
Una su tutte però le è valsa il riconoscimento della Fao, l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, agenzia specializzata delle Nazioni Unite, tra i Sistemi di patrimonio Agricolo di Importanza Globale (Giahs): la coltivazione di limoni su terrazzamenti.
Il limone Sfusato Amalfitano dei contadini volanti
La coltivazione di questo profumatissimo agrume, avviene su tradizionali terrazzamenti chiamati macere con tecniche che richiedono un duro lavoro manuale e sono fondamentali ‘per la protezione idrogeologica del territorio.
I limoni, in particolare la varietà tipica del luogo, lo Sfusato Amalfitano, cresce sotto impalcature di castagno ed è protetta nei mesi freddi da “pagliarelle” (stuoie di paglia intrecciate) o teli posti a copertura delle piante. La raccolta avviene rigorosamente a mano più volte durante l’anno, con la fioritura e la maturazione continua dei frutti, anche se la stagione migliore per la produzione è in primavera-estate. Per la loro abilità nel camminare e bilanciarsi sui pergolati durante questa fase, coloro che se ne occupano sono chiamati “contadini volanti”.
I terrazzamenti di agrumi che salvaguardano il territorio
Le nuove iscrizioni Fao nella rete globale di sistemi agricoli di rilevanza mondiale che porta a 102 i siti insigniti del riconoscimento in 29 Paesi, con il Giappone che ne conta be 17 e l’Italia che con Amalfi arriva a tre, riguardano sistemi dinamici e resilienti, custodi di una ricca agrobiodiversità, di saperi tradizionali, di culture e paesaggi preziosi che agricoltori, pastori, pescatori, e comunità forestali gestiscono in modo sostenibile e contribuiscono ai mezzi di sussistenza locali e alla sicurezza alimentare.
Non solo sotto i castagni. Unici sono i terrazzamenti in pietra a secco che oltre a rendere unici i pendii con le coltivazioni di limoni come anche di ulivi e vigneti che si affacciano sul mare, prevengono l’erosione, stabilizzano il terreno e regolano acqua e temperatura. Pensate che si possono contare fino a 800 alberi di limoni su un solo ettaro, con rese fino a 35 tonnellate ottenute con pratiche a basso impatto e senza l’utilizzo di pesticidi.
Oltre agli agrumi, una ricca vegetazione
Il territorio inoltre ospita 970 specie vegetali e comprende flora mediterranea rara.
Il sistema di coltivazione terrazzata è anche riconosciuto come Patrimonio Mondiale Unesco, rappresentando un esempio di agricoltura montana mediterranea sostenibile. Un metodo che si tramanda di generazione in generazione a testimonianza che il lavoro dell’uomo assieme alla natura dà vita a paesaggi di straordinaria bellezza e valore. I limoni, i vigneti e gli Ulivi di Amalfi fanno ora parte dei paesaggi agricoli di importanza mondiale assieme a due località del Giappone: i frutteti di Mikan nella Prefettura di Wakayama e la gestione sostenibile dell’acqua e sistema agricolo, forestale e zootecnico rielaborato dall’antica miniera di ferro Tatara, nella regione di Okuizumo.