Entro settembre gli enti locali dovranno registrare marca, modello e conformità di ogni autovelox. Chi non lo fa, rischia lo spegnimento delle apparecchiature
Il tempo stringe per gli autovelox italiani.
Se il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non emanerà il decreto attuativo entro il 19 agosto, dal 18 ottobre tutti i dispositivi potrebbero essere spenti.
A lanciare l’allarme è il Codacons, che parla di “situazione paradossale” frutto di ritardi e complicazioni burocratiche.
Il piano del Mit
Il dicastero guidato da Matteo Salvini ha previsto la creazione di un’applicazione online – operativa entro settembre – per permettere a Comuni, Province e Regioni di registrare ogni autovelox presente sul territorio.
Sarà necessario indicare marca, modello, omologazione e conformità di ciascun apparecchio.
Gli enti locali avranno due mesi di tempo per inserire i dati.
Perché serve il censimento
Secondo il Mit, si tratta di una “straordinaria operazione verità” per garantire che restino attivi solo i dispositivi realmente efficaci per la sicurezza stradale, e non quelli piazzati per fare cassa.
Senza l’inserimento dei dati, però, l’autovelox non potrà essere utilizzato: niente registrazione, niente multe.
Se il decreto non arriverà nei tempi previsti, il censimento non potrà partire.
Di conseguenza, da ottobre, migliaia di autovelox in tutta Italia potrebbero spegnersi.
Le regole del Decreto Infrastrutture
La norma stabilisce che Comuni, Province e Regioni devono comunicare al ministero posizione, dati tecnici e conformità di ogni dispositivo.
L’assenza di queste informazioni rende illegittimo l’uso degli apparecchi.
Il tutto sarà pubblicato in un’apposita sezione del portale del Mit, consultabile anche dai cittadini.