Dal vetro di Murano ai dialoghi tra Canova e l’arte contemporanea, fino alle visioni di Munch e Kandinsky: la Fondazione Musei Civici lancia una stagione espositiva che intreccia storie, geografie e sguardi sul mondo
A Venezia l’autunno non porta solo nebbie e riflessi dorati, ma una vera ondata di arte.
Per la nuova stagione espositiva, la Fondazione Musei Civici mette in campo un viaggio tra pittura, fotografia, scultura, vetro e moda, che attraversa secoli e continenti.
Dalla Murano di Casanova alle visioni astratte di Kandinsky, dai volti espressionisti di Munch ai silenzi scolpiti di Canova, fino ai kimono maschili che raccontano l’Occidente visto dal Giappone.
Un mosaico di mostre che trasforma la città in un atlante vivente di storie e ispirazioni, pronto ad accogliere cittadini e viaggiatori fino alla primavera 2026.
“Kandinsky, Novelli e Atkinson: il tris di Ca’ Pesaro
Trait d’union delle mostre temporanee in previsione è, almeno per molte di loro, il legame con la città, con le sue opere, con la sua storia. I musei coinvolti nel calendario espositivo sono Palazzo Ducale, Museo Correr, Museo Fortuny, Museo di Palazzo Mocenigo, Ca’ Rezzonico, per poi spostarsi sulla terraferma e nella vicina Mestre, al Centro Culturale Candiani, fino al Museo MA*GA di Gallarate, che collabora con la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro per la mostra Kandinsky e l’Italia.
La retrospettiva sul pittore russo è la più “pop”, tra le proposte autunnali e la penultima a prendere il via, il prossimo 30 novembre 2025. Le opere in esposizione saranno collegate con la scena artistica europea e l’astrattismo italiano degli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso. Kandinsky e l’Italia è un grande progetto espositivo, nato dalla curatela di Elisabetta Barisoni, responsabile di Ca’ Pesaro, e la direttrice del MA*GA, Emma Zanella.
È proprio la Galleria Internazionale d’Arte Moderna a registrare la maggior attività espositiva: rimanendo infatti dentro le sue mura, il 15 novembre 2025 avranno inizio altre 2 mostre dal forte valore visivo: Gastone Novelli (1925-1968), sviluppata con l’omonimo Archivio e la cura di Paola Bonani, vuole restituire la carica poetica, sperimentale e politica del pittore italiano; nelle Sale Dom Pérignon, sempre a Ca’ Pesaro, si ospiteranno invece le opere di Terry Atkinson. Arte e linguaggio, artista concettuale inglese tra i più influenti dell’ultimo decennio.

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Dall’ultima alla prima mostra in partenza nella stagione autunnale veneziana, che celebra i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova. Dal 13 settembre e fino al 18 gennaio, al Museo del Vetro di Murano sarà possibile visitare The Venice Glass Week: Vero Casanova, che renderà omaggio a una delle figure più intriganti del Settecento veneziano.
Sempre dal 13 settembre, lo stesso museo ospita le opere partecipanti al quarto Concorso Internazionale La tua perla per Venezia, a cura del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di vetro veneziane.
Per il Museo del Vetro, il 2025 si chiuderà con l’inaugurazione della mostra permanente che celebrerà l’arte vetraia, unica al mondo: L’Ottocento: dalla crisi alla rinascita.

Dal 26 settembre al 12 gennaio il Museo del Settecento Veneziano apre al pubblico l’Album Cicognara, ovvero i disegni raccolti dal grande intellettuale neoclassico Leopoldo Cicognara, nato a Ferrara e morto in Laguna nel 1834.
La raccolta comprende opere di Appiani, Bossi, Hayez, Canova e altri autori francesi, testimoniando così la cultura figurativa italiana a cavallo tra i secoli XVIII e XIX.
Fotografie in viaggio: Beato al Fortuny
Anche il Museo Fortuny guarda all’arte visiva, concentrandosi però sulla fotografia dell’italo-britannico (e veneziano) Antonio Beato. La retrospettiva Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio, testimonia l’assiduo lavoro esplorativo del fotografo, nato nell’impero austriaco e morto in Egitto, dove arrivò dalla Cina per documentare la complessità architettonica del Cairo e della cultura orientale e islamica, durante l’Ottocento.
La mostra aprirà al pubblico il prossimo 15 ottobre, per terminare a gennaio.

Canova e LaMonte, sculture in conversazione
Da Oriente a Occidente, dall’incontro con la cultura egiziana al confronto tra l’idea scultorea di uno dei più grandi incisori italiani e la scultura contemporanea americana.
Il Museo Correr, dal 23 ottobre e fino a febbraio 2026, diventa spazio per i Dialoghi canoviani, dove si porranno in relazione le opere dell’artista statunitense Karen LaMonte, nel suo progetto espositivo Nocturnes, con il pensiero neoclassico di Antonio Canova, dove lo “scontro” si fa meditazione visiva tra i corpi scolpiti dal possagnese e le visioni notturne oltreoceaniche.

Munch e la rivoluzione che ha cambiato l’arte europea
Le visioni non riguarderanno solo le contrapposizioni culturali, ma anche le influenze che partono da un artista, per propagarsi poi in tutta Europa. È il caso della mostra dal titolo Munch e la rivoluzione espressionista, al Centro Culturale Candiani di Mestre, aperta al pubblico dal 29 ottobre al 1 marzo 2026.
A partire dalle celebri opere del pittore norvegese, si dà conto di come la nuova sensibilità artistica, carica di forme e colori, sia echeggiata nel XX secolo, nelle opere di Ugo Valeri, James Ensor, Max Beckmann, Otto Dix, Christian Rohlfs, Alberto Martini, facenti parte della collezione della Galleria Internazionale d’Arte, per giungere fino alla contemporaneità e alla diversità artistica: da Renato Guttuso a Marina Abramovic, Shirin Neshat e nei teschi di Mike Nelson e Brad Kalhamer (opere donata a Ca’ Pesaro nel 2022, da Gemma De Angelis Testa).

Venezia tra diritto e kimono: storia e cultura in mostra
Ultime ma non ultime, e di certo dotate di una particolare rilevanza culturale, saranno: la mostra di Palazzo Ducale, dove negli Appartamenti del Doge si parlerà del fil rouge che collega la storia del diritto e della democrazia della Serenissima con quella della Commissione europea, di cui quest’anno si celebrano i 35 anni dalla creazione (La Democrazia attraverso il Diritto. Dalla Serenissima Repubblica alla Commissione di Venezia nel Consiglio d’Europa, dall’11 ottobre al 6 gennaio 2026); infine, la mostra conclusiva del Museo di Palazzo Mocenigo, in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia, incentrata sul fascino e sulla storia del Kimono maschile, dal 5 dicembre al 5 aprile 2026. La mostra darà conto del fenomeno influente poco conosciuto dell’Occidentalismo nell’arte giapponese, e in particolare nei suoi vestiti. Un continuo gioco di ispirazioni, dunque, che viaggia tra il tempo delle culture e la geografia degli spazi, fino a Venezia: per una nuova, e ispirante, stagione espositiva autunnale.
Damiano Martin