Vacanze e alimentari trainano i rincari, con aumenti fino al 36% sui voli e oltre 600 euro l’anno in più per una famiglia tipo
L’estate 2025 si presenta con un conto salato per le famiglie italiane.
I dati Istat di luglio evidenziano un aumento significativo dei prezzi, in particolare per tutto ciò che riguarda vacanze e spesa quotidiana.
Nonostante l’inflazione generale, cioè l’aumento medio dei prezzi, si mantenga stabile all’1,7%, molti settori chiave registrano infatti rincari pesanti che pesano sul bilancio familiare, rendendo la stagione estiva più costosa del previsto.
Con gli aerei, volano anche i prezzi
Partiamo dai voli nazionali, che sono aumentati addirittura del 35,9% rispetto allo scorso anno.
Se un biglietto costava 100 euro nel 2024, ora ne costa quasi 136.
Ma non sono solo i viaggi in aereo a far salire la spesa.
I pacchetti vacanza sono più cari del 16,1% rispetto a giugno.
Villaggi turistici, campeggi e ostelli hanno registrato un rincaro del 15,7%, mentre i voli intercontinentali sono saliti del 14,3%. Questo vuol dire che non importa se si sceglie una meta vicina o lontana: la vacanza costerà sicuramente di più.
Per finire, traghetti, noleggio auto e trasporti marittimi segnano aumenti fra il 3 e il 4%, a testimonianza che spostarsi quest’estate è decisamente più caro.
Il rincaro maggiore lo hanno registrato gli stabilimenti balneari, segnando un importante +7,3%.
Il carrello della spesa pesa il 2% in più
E non è solo questione di viaggi. Con un’inflazione generale all’ 1,7% su base annua, mediamente ogni cosa costa quasi il 2% in più rispetto a un anno fa.
Può sembrare un dato di poco conto, ma quando si parla di spese quotidiane, la differenza si fa sentire.
Una famiglia tipo con due figli, porta come esempio l’Unione Nazionale dei Consumatori, deve mettere in conto circa 606 euro in più l’anno solo per far fronte a cibo, bevande, viaggi e altre spese essenziali.
Di questi, oltre la metà (circa 356 euro) sono spesi solo per alimentari e bevande analcoliche.
L’Istat divide i prezzi in varie categorie.
Alcuni beni, come quelli alimentari freschi, sono aumentati di più.
I non lavorati, come frutta e verdura, hanno accelerato la loro crescita passando dal +4,2% al +5,1%.
Anche i prodotti alimentari lavorati, come pane e pasta, sono aumentati del 2,8%.
UNC: “La stabilità dell’inflazione è solo un’illusione”
Di contro, i prezzi dell’energia, soprattutto quelli regolamentati, stanno lentamente scendendo: si passa da un +22,6% a un più “mite” +17,1%. In pratica, la bolletta energetica resta cara ma comincia a dare qualche respiro.
Inoltre, si è notato un leggero calo mensile nei prezzi dei beni durevoli (come elettrodomestici o mobili), ma i servizi legati al trasporto, vacanze e ricreazione sono in rialzo.
Tanto che l’Unione Nazionale Consumatori parla di vera e propria stangata per le famiglie sostenendo che “la stabilità dell’inflazione generale è solo un’illusione”.