Clinica, ricerca e formazione insieme in un polo all’avanguardia che punta a diventare un modello europeo. Cantiere di 5 anni: il via nel 2026?
Il modello della sanità del futuro si baserà (e dovrà riuscire a mettere insieme) su 3 punti fondamentali: clinica, scienza e formazione. Il Veneto lo ha capito e prova a giocare d’anticipo, proponendosi come guida per questa evoluzione.
Lo fa attraverso un investimento importante, da quasi 871 milioni di euro: quelli che serviranno a realizzare, nella zona est di Padova, in area San Lazzaro, il Nuovo Ospedale. Perché qui, come ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Zaia, in occasione della presentazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica (ovvero il “progetto definitivo” del vecchio codice degli appalti), i 3 cardini dell’assistenza sanitaria “convivranno nello stesso luogo”.
La sanità veneta che guarda al futuro
Padova sarà dunque una delle prime realtà italiane ed europee che realizzeranno concretamente l’innovativo modello sanitario, ha sottolineato Zaia.
“È un’opera iconica, – ha aggiunto – molto più di un ospedale. È un simbolo concreto della visione che il Veneto ha scelto di seguire, un segnale potente, concreto, che dimostra quanto il Veneto sia pronto a guidare l’evoluzione della sanità italiana. Non possiamo pensare di affrontare il futuro della sanità con gli strumenti del passato. La medicina sta cambiando a un ritmo mai visto prima e chi governa ha il dovere di anticipare questo cambiamento”.
Del resto, il futuro è già oggi. Così, per quanto riguarda la nuova struttura, si provano a ridurre al minimo i tempi.
La questione dei finanziamenti è stata risolta a fine luglio, grazie agli 800 milioni messi a disposizione da Inail: insieme ai fondi regionali già stanziati, la somma completa infatti la copertura finanziaria senza necessità di ricorrere al project financing o a un prestito della Banca Europea per gli Investimenti. Primo obiettivo è ora quello di concludere il progetto esecutivo entro il 2026, facendo partire subito dopo cantiere e lavori (con un intervento per il cui completamento è prevista una durata di 5 anni) e, in tal modo, “dare al Veneto e all’Italia un ospedale all’altezza del mondo che cambia”, per dirla con le parole del presidente.
Numeri e caratteristiche del Nuovo Ospedale di Padova
Già i numeri illustrati addentrandosi nel progetto di fattibilità illustrano bene la notevole dimensione dell’intervento infrastrutturale. L’area interessata è di circa 40 ettari, su cui sorgerà un edificio di poco meno di 220 mila metri quadrati di superficie, con 7.760 locali. Al suo interno, troveranno posto 963 posti letto, di cui 90 di terapia intensiva.
Il Nuovo Ospedale di Padova sarà servito da circa 2.500 posti auto con parcheggio multiplano e sarà articolato su 4 “corpi di fabbrica” principali.
Nel “Day Center” troverà posto, in 27.300 metri quadri disposti su 6 piani, la maggior parte delle funzioni sanitarie diurne, a partire dall’attività dei 275 ambulatori, dal day hospital e dal day surgery.

La “Piastra ad alta intensità di cure” (più di 100 mila metri quadri in 7 piani) sarà invece dedicata all’erogazione, attraverso l’impiego di tecnologie avanzate, di attività come pronto soccorso, diagnostica (dotata di 32 attrezzature), terapia intensiva, laboratori e farmacia, fino al blocco operatorio. E poi le due “Torri”.
Quella “delle degenze”(quasi 70 mila metri quadri su 10 piani) è stata progettata all’insegna della massima flessibilità, attraverso la modularità della distribuzione funzionale e la previsione di un’“area discharge” a supporto dei pazienti in dimissione. La “Torre della ricerca” sarà infine destinata alla ricerca scientifica, alla didattica universitaria e al trasferimento tecnologico, integrate nel complesso ospedaliero come polo di riferimento scientifico sanitario a corredo dell’attività assistenziale.
Un progetto all’avanguardia, sanitaria e non
Per ottimizzare le finalità proprie del Nuovo Ospedale di Padova, nella progettazione sono stati coinvolti 130 professionisti, che hanno lavorato partendo da una serie di princìpi. Tra questi, l’umanizzazione degli spazi a servizio della cura del paziente, della ricerca e a supporto dei lavoratori o la flessibilità, modularità e resilienza. È stata pensata un’accessibilità all’insegna del trasporto intermodale, attraverso connessioni ferroviarie, stradali, ciclabili, ma anche con la rete del tram e la dotazione di un eliporto e un vertiporto per i droni. Ancora, grande attenzione è stata riservata alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, con un progetto interamente sviluppato secondo i criteri ambientali minimi che raggiungerà la classificazione “Nearly Zero Energy Building” grazie all’impiego di fonti rinnovabili, forte di un impianto fotovoltaico da oltre 3 mila kilowatt di potenza totale installata, con la predisposizione anche per l’allaccio alla futura rete di teleriscaldamento urbano.

Guardando a biodiversità e vegetazione, la superficie del lotto sarà per il 70% permeabile, con un compenso per rimboschimento di 34 mila metri quadri, in cui troveranno posto 1.490 nuovi alberi e 2.790 nuovi arbusti. È previsto anche il recupero di acque di scarico, con il riutilizzo del 60% delle acque “grigie”, e di quelle meteoriche, mettendo a disposizione 600 metri cubi per usi irrigui. E, a proposito di acque, il progetto ha potuto beneficiare di un importante perfezionamento, consentendo la realizzazione di un piano terra adibito principalmente a piano logistico, garantendo elevata flessibilità ai piani superiori e una semplificazione dei sistemi di distribuzione, grazie alla messa in sicurezza idraulica dell’area attraverso interventi sui corpi arginali dei canali Piovego e San Gregorio, di cui beneficeranno circa 20 km quadrati di zone residenziali e industriali nel comparto Padova Est.
Padova: la nuova azienda ospedaliera più grande d’Italia
Rispondendo ai timori della popolazione residente in città, che temeva un depauperamento delle strutture sanitarie attualmente attive nel centro di Padova, il progetto del Nuovo Ospedale prevede infatti una serie di ricadute positive per i residenti. Zaia ha ribadito ancora una volta che la nuova struttura, pensata come un hub di alta specialità con dimensione interregionale, non sostituirà in alcun modo l’attuale Polo Giustiniani, affiancandosi invece a questo. Ne scaturirà un sistema integrato, sinergico e complementare, rendendo l’azienda ospedaliera padovana la più grande d’Italia, superando i 1.611 posti letto del “Gemelli” di Roma.

Nello specifico, saranno destinati al servizio locale, così come il nuovo pronto soccorso ospitato nella vecchia struttura, i 719 posti letto che costituiranno la futura dotazione dell’Ospedale Giustinianeo, attualmente al centro di un grande masterplan di riqualificazione e ammodernamento già avviato dalla Regione. In particolare, è previsto per settembre 2025, nella struttura centrale, il completamento del Nuovo Ospedale Pediatrico. Questo verrà affiancato in futuro dal Nuovo Ospedale Mamma Bambino, che verrà edificato sulle aree oggi occupate dagli edifici di Malattie infettive, Clinica ostetricia, Divisione ostetrica e Palazzina neuroscienze, destinati all’abbattimento. È poi in fase di redazione il progetto dell’Edificio polifunzionale, dove troveranno sede il pronto soccorso, la radiologia e, sia pure transitoriamente, il percorso nascite.
“Il Giustinianeo – conclude il presidente della Regione – continuerà a vivere e a crescere. Padova non perde nulla, anzi guadagna tutto. E avrà uno dei poli sanitari più moderni e completi d’Europa”.
Alberto Minazzi