Esito positivo della riunione al Cipess: il progetto ripreso dal Governo Meloni compie un fondamentale passo avanti verso la realizzazione
Il Ponte sullo Stretto di Messina, un sogno cullato fin dai tempi delle guerre puniche, è sempre più vicino a trasformarsi in realtà. Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) ha approvato, al termine della riunione di questa mattina, mercoledì 6 agosto 2025, il progetto definitivo dell’opera dopo aver esaminato l’articolata documentazione proposta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si è compiuto così un fondamentale passo avanti per il riavvio dell’iter che, dopo il via libera anche della Corte dei conti, collegherà la Sicilia con il resto d’Italia.
Il tutto anche se non si placano le polemiche e i ricorsi, come quello inoltrato dalle associazioni ambientaliste negli ultimi giorni alla Commissione Europea, chiedendo l’apertura di una procedura di infrazione.
Dalla Sicilia al continente in 15 minuti
Il Ponte sullo Stretto si presenta come una vera e propria sfida ingegneristica, visto che si comporrà di una unica campata lunga più di 3 km (la più lunga mai costruita al mondo) e larga oltre 60 metri, per ospitare 6 corsie stradali e 2 binari ferroviari.
A sostenerlo, saranno torri alte quasi 400 metri resistenti a venti oltre i 200 km orari e a terremoti fino a magnitudo 7.1.
Il progetto, firmato Webuild, prevede sensori integrati che in tempo reale registreranno ogni vibrazione.
Secondo le stime, basteranno 15 minuti d’auto per attraversarlo.

Lo Stretto di Messina “porta tra il Mediterraneo e l’Europa”
e si inserisce in un più ampio programma di rilancio infrastrutturale che include investimenti in strade e ferrovie tra Sicilia e Calabria del valore di 70 miliardi fino al 2032. “È una tessera – continua il Ministero – del mosaico trasportistico europeo a completamento di uno dei principali corridoi Ue Nord/Sud, il corridoio Scandinavo – Mediterraneo, che rende l’area dello Stretto di Messina la porta tra il Mediterraneo e l’Europa, e valorizza il potenziale della Sicilia come piattaforma logistica naturale”.
Le opportunità che si apriranno col Ponte
La realizzazione di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, del resto, risponde ad un puntuale obbligo gravante sull’Italia e associato a quattro obiettivi dei corridoi Ten-T: coesione, efficienza, sostenibilità e incremento dei benefici per gli utenti. Una volta realizzato, il Ponte sullo Stretto, per il quale sono previsti una spesa di 13,5 miliardi di euro interamente finanziati con fondi pubblici e 6 anni di lavori, sarà aperto al traffico h24 tutto l’anno, “garantendo – si sottolinea – un più efficiente, sicuro e moderno sistema di collegamento tra la Sicilia, la Calabria e il resto del Continente, con una riduzione dei tempi di attraversamento fino ad un’ora per gli autoveicoli e fino a 2 ore per i treni”. Ma non solo.

Il Governo vi vede un’opera strategica anche ai fini militari nell’ambito della Nato. Mentre il Ministero conclude: “Dall’intervento si attendono reali opportunità di rilancio socioeconomico per il Sud e per l’Italia intera: crescita dell’occupazione (la stima è di 36.700 posti di lavoro stabili, ndr); incremento del Pil (si ipotizza un contributo pari a 23,1 miliardi, ndr); aumento del turismo; sviluppo della ricerca e del know-how; aumento della “credibilità” di un “Sistema Paese” che sviluppa la capacità di attrarre e realizzare investimenti pionieristici”.
Ponte sullo Stretto: breve storia di un’idea che ha attraversato i secoli
L’idea di unire artificialmente la Sicilia alla terraferma è un fil rouge che unisce gli antichi romani a Carlo Magno, Ferdinando II di Borbone (che rinunciò al progetto nel 1840 di fronte ai costi emersi nello studio di fattibilità) a Stefano Jacini, ministro dei Lavori pubblici del Regno d’Italia, il cui progetto per un ponte in metallo si arenò nel 1866. A far riporre a lungo il sogno nel cassetto fu quindi il terremoto che nel 1908 distrusse Messina, evidenziando l’elevata sismicità dell’area. Un timido pensiero al collegamento tornò a riaffacciarsi, senza però nessuna concretizzazione, durante il fascismo, ma fu solo nel 1969 che fu bandito un concorso internazionale, con la presentazione di ben 143 progetti di varia natura.

Un altro possibile passo avanti fu fatto nel 1981, con la nascita della società “stretto di Messina” seguita nel 1985 dall’annuncio dell’allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, della realizzazione di un manufatto a campata unica. A dare lo stop al tutto fu l’esplosione del caso Tangentopoli nel 1992, così bisognò attendere il 2005, con il Governo Berlusconi, per il rilancio dell’idea, che portò anche alla conclusione dell’appalto. Anche in questo caso, tutto naufragò con il “no” del premier Romano Prodi nel 2006 e la crisi economica del 2011, che spinse Mario Monti a mettere in liquidazione la società. Infine, nel 2023, ecco il rilancio del progetto da parte del Governo Meloni, fino agli sviluppi odierni.
Alberto Minazzi